Se si votasse oggi e non ci trovassimo
al cospetto di un secondo mandato Luigi Spagnolli sarebbe ancora il
sindaco di Bolzano e senza il bisogno di alcun ballottaggio. Il 55%
dei bolzanini, infatti, lo rimetterebbe sulla poltrona di sindaco. O
almeno: così hanno detto ai rilevatori dell'istituto Ipr Marketing
che ogni anno curano la “Governance Pool” per il quotidiano “Il
Sole 24 Ore”. Si tratta della nota classifica dei sindaci che vede
Spagnolli in positiva controtendenza: in un quadro dove tutti i primi
cittadini vedono crepe lunghe metri nei muri del proprio consenso il
bolzanino butta una mano di calce in più salendo al 55% rispetto al
52,44% del giorno della sua elezione. Non solo, l'aumento è
addirittura più consistente rispetto all'anno passato quando i punti
percentuali in meno erano 3. Nella classifica, dunque, Spagnolli si
piazza al 26esimo posto su 102, in coabitazione con il tanto
celebrato Matteo Renzi sindaco di Firenze. Se proprio vogliamo
trovare un neo ecco la distanza con il trentino Alessando Andreatta
che gioca, diciamo così, a parità di autonomia. Andreatta, infatti,
ottiene un brillante sesto posto con una percentuale del 62%, non
lontana dal 68% del primatista Alessandro Cattaneo di Pavia,
vicepresidente dell'Anci. Meglio di Spagnolli fanno anche Flavio Tosi
di Verona con il 56,5% e il neo inquilino del Campidoglio a Roma
Ignazio Marino alla stessa quota. Bene anche il presidente dell'Anci
Piero Fassino con il 58% di Torino. Decisamente male, sotto il 50%,
il primo cittadino di Venezia Giorgio Orsoni più ondivago del Canal
Grande nella recente candidatura del Nord Est a Capitale Europea
della Cultura 2019. Maglia nera, infine, per Maria Rita Rossa ad
Alessandria e Ippazio Stefano a Taranto, ultimi con appena il 40% di
consensi. Anni luce dalla nostra piazza Municipio.
Alan Conti
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