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venerdì 19 agosto 2011

Benvenuti a «Gandhi Beach»


di Alan Conti
zoom

BOLZANO. La chiamano "Isola di Gandhi", ma potrebbe tranquillamente essere considerata il "Bagno di Sergio" o la spiaggia di Bolzano. Quello che Sergio Tireni, detto "Gandhi" per la somiglianza con il noto pacifista, e un gruppo di abitanti di Don Bosco sono riuscito a fare, ha dell'incredibile. Da soli, armati di pale, rastrelli e sacchi di sabbia, hanno recuperato una zona praticamante lasciata a se stessa. Oggi, lungo la riva destra dell'Isarco tra ponte Palermo e ponte Resia ci sono di fatto tre spiagge curatissime. La prima, quella che più somiglia a un litorale, è caratterizzata dalla sabbia e funge da solarium per gli amanti della tintarella, mentre la seconda e la terza somigliano più a delle calette che sono state letteralmente costruite dalla mano umana. «Ho cominciato - spiega "Gandhi" - trasportando la sabbia con i secchi e disponendo diversi sassi che fungessero da argine. Poi ho colorato le pietre, raccolto vecchie sedie, sistemato delle assi in modo da formare dei tavoli, predisposto un piccolo spazio nel fiume utile come frigorifero e aggiunto nuova sabbia». Il tutto assieme alla moglie Doretta e all'amato cane Charter. Da pochi amici che erano, la comunità si è allargata a più di venti persone. Si comincia con l'accorgersi del posto durante la passeggiata con Fido, la volta dopo ci si ferma per due chiacchiere e alla terza ci si ritrova già inseriti in una squadra di briscola per il torneo quotidiano. Avanti così, tutti i giorni, dalle 16 fino al tramonto. Un "club" aperto a tutti, senza alcun tipo di preclusione, tantomeno d'età. La sponda dell'Isarco, infatti, riesce dove falliscono fior di progetti sociali ben remunerati: creare dei ponti intergenerazionali. Un gruppetto sedicenni ha seguito l'esempio di Tireni e pochi passi più avanti è partito da una semplice panchina in riva al fiume per costruire argine, sedie, tavolini, panche e ripostiglio. «C'è sembrata subito una buona idea - raccontano gli adolescenti che salutano "Gandhi" e i vicini di spiaggia come fossero parte della compagnia - e abbiamo cercato di creare qualcosa di nostro». C'è un aspetto determinante per tutti e risponde al nome di "pulizia". In questo senso Sergio e i suoi amici regalano un servizio alla città in un tratto dove un tempo c'erano sporcizia, siringhe e cattive frequentazioni a farla da padrone. «Ciascuno di noi si occupa di bonificare un poco, buttando via cartacce e sporcizia. Rifiuti e schifezze compaiono ogni giorno, ma già oggi abbiamo raggiunto uno standard inimmaginabile quando abbiamo iniziato. Certo che se il Comune mandasse una cooperativa per due ore la settimana sarebbe perfetto...». La spiaggia, dunque, ha ormai superato il classico luogo della passeggiata con i cani o l'essere un'alternativa per chi, in tempo di crisi, non può o non vuole permettersi un bagnasciuga reale. Testimonianza lampante è la pizzata serale di gruppo in programma la sera. «Chi perde le partite a briscola - continua Sergio - paga un euro. Quando arriviamo a 30 organizziamo la cena tutti insieme e si resta qui fino a mezzanotte, anche a testimonianza che frequentando i luoghi si crea sicurezza a qualsiasi ora». C'è, comunque, un'altra fonte di finanziamento: chiunque venga colto a sporcare o a non rispettare l'ambiente deve scucire cinque euro, ragazzini compresi. Nessuna costrizione, la donazione avviene in modo automatico. Camminando con Sergio su questa riva tre anni fa difficilmente si sarebbe potuto ipotizzare un simile successo: ora manca davvero solo il nome alla caletta, ma Tireni non ha ancora provveduto a un battesimo ufficiale. Ci pensano, però, gli amici: «E' stata una sua invenzione. Per noi questa è l'Isola di Gandhi». 14 agosto 201

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