Cerca nel blog
sabato 6 agosto 2011
Provini a Bolzano: in fila per recitare nel film sulla «Diaz»
In fila per manifestare o per fare i poliziotti. Potere del cinema che guarda all’Alto Adige come nuova terra di conquista e riprese. Una bella mano, certo, la danno i finanziamenti alle produzioni garantiti da Bls, quindi dalla Provincia, ma la sempre più frequente presenza di set sul territorio locale offre la possibilità a tanti appassionati o semplici curiosi di provare a recitare nel ruolo di comparsa. Stavolta la pellicola in arrivo tratta un tema piuttosto spinoso come gli incidenti registrati alla caserma “Diaz” durante il G8 di Genova: niente a che vedere, insomma, con le maschere proposte da “Il volto di un’altra” con Laura Chiatti in piazza Erbe. La trama di “Diaz-Don’t clean up this blood” è di quelle stimolanti e la presenza di una casa di produzione importante come “Fandango” ne certifica l’alto livello. Si spiega così l’alto interesse per la tornata di casting gestiti da “Cast Bolzano” cominciata ieri e che proseguirà oggi e domani dalle 14 alle 21. La possibilità di andare in scena diretti da Claudio Vicari al fianco di Claudio Santamaria o Elio Germano stuzzica la passione di molti bolzanini di tutte le età. Ad organizzare afflusso e provini troviamo Romina Berni e Scila Faggin: “Dobbiamo mandare in scena circa 250 persone tra manifestanti e poliziotti. Ci sono possibilità davvero per tutti perché si va dai rasta agli uomini adulti passando per i ragazzini e le donne. Le riprese saranno dal 22 al 25 agosto e cominceranno dal carcere di Verona, per poi girare negli autogrill, a Vipiteno e, infine, al confine. Si tratta delle scene finali del film quando i manifestanti stranieri vengono riconsegnati alla polizia austriaca. Dal 18 al 20 agosto, invece, si procederà con la prova costume”. Oltre a comparse in carne e ossa si cercano pure vecchie automobili “immatricolate prima del 2001 e ben tenute. A livello di compenso, invece, la paga è di 84 euro al giorno e 30 aggiuntivi in caso di messa a disposizione della macchina. Compresi tutti gli spostamenti, cibo e bevande”. Le adesioni, dunque, cominciano ad arrivare numerose, anche se il grosso del casting è previsto per oggi e domani pomeriggio.
“Ho già partecipato alle riprese de “Il volto di un’altra” – le parole di David Thaler, in arte Dave Le Blanc, tra i primi a presentarsi al desk - e si tratta si un’esperienza dura, ma affascinante. Bisogna aspettare immobili per ore, però l’opportunità di scoprire veramente il funzionamento di una macchina complessa come quella della produzione di un film è impagabile. Io, oltretutto, sto seguendo un percorso artistico, quindi conto anche di arricchire il mio bagaglio complessivo con queste esperienze. Bene ha fatto la Provincia a investire, anche perché i nostri paesaggi sono perfetti per il cinema e hanno ben poco da invidiare agli scorci, per esempio, della Nuova Zelanda dove è stato girato “Il Signore degli anelli””. Pura curiosità, invece, quella che spinge Desiree Malfertheiner a inserire il proprio nome nell’elenco. “Ho appena finito la maturità e volevo più che altro osservare il dietro le quinte. Trovo giusto e bello, inoltre, promuovere le nostre Alpi”. Ne fa un discorso a metà tra la passione personale e il turistico Angelo Torrice: “Da sempre mi occupo di teatro amatoriale, quindi vedere all’opera grandi professionisti della pellicola non può che arricchirmi. Poi, certamente, c’è anche una forte curiosità e la condivisione di un processo di promozione più generale dell’Alto Adige. Mostrarsi in un film come questo non può che attirare l’attenzione di buona parte del pubblico italiano”. L’occasione, comunque, è anche buona per approfondire quanto avvenne a Genova in quei giorni difficili, specie per chi all’epoca era poco più che bambina. “La cronaca è nota – chiude Miriam Burkia – ma vederla da vicino, seppur per finta, può essere molto stimolante. La prima molla che mi spinge qui, comunque, è senza dubbio la curiosità”. Su internet, intanto, già circola il primo trailer del film che riporta, seccamente, i numeri di quella notte del 21 luglio 2001: 400 poliziotti fanno irruzione nella scuola Diaz, 93 persone presenti, 70 feriti, 3 in prognosi riservata, 1 in coma, tutti arrestati e 75 condotte al carcere di Bolzaneto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento