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domenica 28 agosto 2011

Più sezioni blingui, meno docenti italiani


27 agosto 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca


BOLZANO. Un anno di novità e grande attenzione. I sindacati del mondo della scuola salutano con favore i 125 nuovi posti assegnati dalla Provincia, ma mettono in guardia dai facili entusiasmi. La riforma della scuola superiore, la nuova organizzazione delle cattedre di inglese o il potenziamento sistematico delle sezioni bilingui solo nell’intendenza italiana sono elementi che preoccupano dal punto di vista occupazionale. L’alto numero di immissioni a tempo indeterminato, infatti, è per i sindacati una semplice conseguenza del boom di pensionamenti dell’estate scorsa e non può oscurare una pianta organica giudicata sì invariata rispetto agli anni passati, ma ancora insufficiente rispetto all’aumento progressivo delle iscrizioni. Permangono, quindi, settori con mancanze o difficoltà.
«L’avvio della riforma nella scuola superiore - afferma Donatella Califano della Cisl scuola - è certamente l’elemento di novità più significativo dell’anno scolastico che sta per partire, ma in prospettiva potrebbero cambiare alcune dinamiche a livello occupazionale per i docenti. Posto di riuscire a mantenere intatta la pianta organica globale, infatti, molto dipenderà da come si distribuiranno le iscrizioni con il nuovo sistema. Quest’anno gli studenti hanno ricalcato in buona parte le tendenze antecedenti alla riforma, ma non è da escludere che una volta a regime la riforma possano guadagnare appeal alcuni corsi o istituti e perderne altri. Ecco, quindi, che sul piano delle classi di concorso potrebbe esserci delle discipline che andranno incontro a una contrazione dell’offerta». Innanzitutto, però, la preoccupazione dei sindacati sarà fissata sul numero globale di cattedre: «Le oscillazioni delle classi di concorso - interviene Stefano Fidenti della Cgil scuola - fanno parte del mercato e sono valide per qualsiasi grado scolastico. I posti di lavoro nel nostro settore sono da sempre collegati all’andamento delle iscrizioni, anche se ultimamente all’aumento degli alunni non corrisponde un uguale incremento degli insegnanti. Dobbiamo riconoscere alla Provincia di non aver diminuito gli organici, ma è evidente che non si è nemmeno aumentato il corpo docente pur in presenza di più studenti. Anche quest’anno, quindi, siamo arrivati a una situazione di copertura al limite con alcuni aspetti, come il sostegno o il numero di alunni per insegnanti, che hanno raggiunto livelli di guardia. Il gran numero di immissioni in ruolo, non dimentichiamolo, dipende unicamente dai tanti pensionamenti». Nel frattempo irrompe la grana inglese con la possibilità di combinare la cattedra linguistica con classe, sostegno o religione. A qualcuno appare un modo per risparmiare nel servizio altrimenti appaltato ad agenzie private esterne come l’Azb. «Evidentemente - spiega Giannina Facca della Uil scuola - la possibile combinazione e l’innalzamento da 8 a 9 classi di riferimento per chi vuole insegnare solo inglese sono elementi che rientrano nella logica del risparmio». Concorde il collega Fidenti: «Sopratutto l’innalzamento a 9 classi di competenza per il solo insegnamento dell’inglese è un segnale chiaro di una preferenza accordata alle soluzioni combinate».
La sovrintendente Nicoletta Minnei, però, punta «sulla volontà dell’amministrazione di poter finalmente disporre di un corpo docente proprio anche per l’inglese», mentre Califano ammette «una certa difficoltà storica di appeal legata alle cattedre di inglese, spesso relegate nella posizione di seconda scelta rispetto ad altre materie». Cominciano a preoccupare, invece, le sezioni bilingui nella scuola primaria italiana perché se fino adesso l’atteggiamento dell’assessorato era quello di procedere autonomamente senza guardare troppo alle reazioni dell’omologo tedesco, ecco che gli insegnanti chiedono che il sistema sia speculare. Il timore, infatti, è che il potenziamento porti a una riduzione dei posti per i docenti italiani a favore di quelli di madrelingua tedesca senza, però, trovare uguale trattamento dall’altra parte del cielo. Nessuno, insomma, pare intenzionato a rimanere con il cerino in mano. «In mancanza di un sistema speculare - spiega Fidenti - potrebbero esserci delle difficoltà importanti e qualcuno a livello politico se ne dovrà prendere la responsabilità. Ci sono, inoltre, perplessità legate a una sfida didattica che non si può già dare per vinta: i livelli di apprendimento, infatti, devono essere buoni per tutti i bambini e su tutte le materie». «Siamo ancora in una fase di sperimentazione a macchia di leopardo - conclude Califano - ma è chiaro che se si vuole elevare la sperimentazione a sistema sarà necessario fornire delle risposte forti e chiare a tutti gli insegnanti».
LA SCUOLA TEDESCA. Intanto ieri la scuola tedesca ha presentato il programma 2011/2012. Saranno 65 mila gli studenti di ogni ordine e grado, seguiti da 7.700 docenti a tempo pieno. La posta a bilancio raggiunge i 37 milioni di euro. I docenti inizieranno a lavorare il 1º settembre, mentre gli studenti entreranno in aula il giorno 12. Si tratta per la precisione di 12 mila bimbi delle scuole materne, altri 20 mila delle elementari, cui vanno ad aggiungersi 12 mila ragazzi delle medie e 13.700 delle scuole superiori. A questi vanno sommati i 7.750 che si sono iscritti alle scuole professionali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Alan Conti

3 commenti:

  1. I sindacati sono intelocutori non privilegiati nelle scelte che riguardano la qualità del sistema scolastico. Il loro mestiere infatti è di occuparsi dei livelli occupazionali, della quantità, non necessariamente della qualità.

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  2. I sindacati, in quanto tali, hanno un contatto continuo con i docenti, quindi assolutamente in grado di rendere al meglio quali siano gli umori degli insegnanti all'interno delle scuole, loro sì deputati alla qualità. Non vedo, quindi, per quale motivo non considerarli interlocutori validi.
    Alan

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  3. Non sto criticando il tuo articolo e la tua scelta di sentire i sindacati. Vedi, proprio il tua articolo mostra molto bene quello che io chiamo la visione di retroguardia dei sindacati scuola. Sono terrorizzati da qualsiasi cosa cambi perchè non ne sanno prevedere i riflessi sul piano occupazionale (che è il solo che a loro interessi); sono etnicamente orientati, vale a dire ossessionati dagli equilibri etnici del personale (la proporzionale non esiste nella scuola, ma ci pensano i sindacati di fatto a chiedere il mantenimento degli equilibri); guardano all'innovazione come a un'insidia. Alan rileggi il tuo articolo, tu hai mostrato proprio questa faccia del sindacato; hai mostrato il sindacato scuola cosi'come è.

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