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mercoledì 16 novembre 2011

Citroen reginetta di Laives


Una Citroen DS19, il modello protagonista a Laives

BOLZANO. La storia della Citroën si è concessa una tappa a Laives con damigella d’onore la storica “Citroen DS19”, una delle prime vetture capace di veicolare il concetto di design d’avanguardia nell’industria automobilistica a metà degli anni ’50. Ecco, quindi, che le vicende di questa automobile nata dalla penna di Andrè Lefèbvre e Flaminio Bertoni sono diventate un’occasione di incontro e approfondimento per una settantina di appassionati arrivati a Laives da tutto lo Stivale. A tirare le fila di logistica e organizzazione dell’appuntamento ci ha pensato Merile Di Oto che da Pineta di Laives segue da anni con passione i lavori della casa francese. Sabato scorso, dunque, la “DS19” è stata spiegata fin dagli albori, ovvero partendo dalle idee embrionali del 1935 che volevano innovare ulteriormente un mercato che già all’epoca si presentava di per sé come nuovo. Dalla viva voce dei protagonisti di allora ne è uscito un quadro dalle forti tinte umane, prima ancora che industriali. Progettisti e responsabili hanno riportato gli spettatori all’interno di una dimensione storica dove il lancio di un nuovo modello di auto coincideva ogni volta con una inedita visione della mobilità, il tutto grazie a un ritmo produttivo che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello frenetico che caratterizza l’attualità.
 Maurizio Marini del Centro documentazione storica Citroën ha espresso tutto il suo entusiasmo "per essere riusciti a portare sul palco personalità davvero importanti. E’ stato affascinante ascoltare le parole di Walter Brugnotti, per trent’anni direttore delle relazioni esterne dell’azienda, oppure quelle del suo predecessore Camillo Saini che all’epoca del lancio della DS19 copriva anche il ruolo di direttore tecnico di Citroën dopo un passato al centro di ricerca e aggiornamento Super Controle di Parigi. E’ stato proprio Saini, infatti, ad aver tessuto i legami più stretti con i papà della DS Lefèbvre e Bertoni e così ci ha potuto fornire preziosi e divertenti aneddoti".  
Alan Conti

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