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mercoledì 9 novembre 2011

Manzardo: in arrivo cassa integrazione e offerte


Cinzia Turello, responsabile della Cgil

 BOLZANO. La Provincia tende la mano ai lavoratori della Manzardo e l’interesse delle aziende disposte a rilevare l’attività è concreto oltre che orientato a mantenere la pianta organica attuale. Sono buone notizie quelle comunicate dalla Cgil commercio ieri pomeriggio ai circa 50 lavoratori dell’azienda di fornitura fallita il 20 ottobre in un’assemblea indetta nella sala “Di Vittorio” di viale Trieste. Cinzia Turello, responsabile del settore servizi e commercio del sindacato, e l’assessore Roberto Bizzo, assessore provinciale al lavoro, hanno in parte rischiarato l’orizzonte di dipendenti che da un giorno all’altro si sono ritrovati in ferie forzate con una mail.
 "L’interesse manifestato al giudice curatore del fallimento da alcune aziende del territorio, di Como, Piacenza e delle Marche – spiega Turello – è concreto e lascia intendere una certa serietà. Non solo, praticamente tutti hanno espresso la volontà di mantenere la pianta organica attuale contando sul valore aggiunto di un personale altamente qualificato. Ancora non è chiaro, invece, se Manzardo sarà rivelata interamente su scala nazionale oppure frazionata nelle sue singole realtà territoriali". Per i lavoratori, intanto, si prospetta la cassa integrazione e l’intervallo di 6-7 mesi senza stipendio che intercorre di prassi prima del versamento da parte dell’Inps. E’ qui che potrebbe intervenire la Provincia. "Diamo piena disponibilità – le parole dell’assessore Bizzo – a utilizzare parte di un fondo provinciale per anticipare questi soldi e non abbandonare i dipendenti a loro stessi per un lungo periodo. Ovviamente come Provincia siamo a disposizione del curatore fallimentare per qualsiasi necessità". L’invito della Cgil, nemmeno troppo velato, è quello di non abbandonare la barca che affonda. "Logico che ognuno ha la libertà di licenziarsi oppure inserirsi in mobilità, ma è altrettanto evidente che una Manzardo completa di dipendenti specializzati, come quelli che possiede, sul mercato è più allettante di un’eventuale scatola vuota". Comincia, intanto, a delinearsi meglio il quadro delle possibili cause e responsabilità del fallimento. "La gestione dirigenziale della Manzardo negli ultimi anni da parte della “Hadleigh Partners” è stata fallimentare – le parole del dipendente Roberto Mattana – e a pagarne le conseguenze siamo noi. La sede di Bolzano, oltretutto, ha una storia di oltre 65 anni che merita rispetto, oltre a rivestire un ruolo centrale nella galassia di Manzardo. Non a caso i conti nella nostra regione sono sempre tornati. Ora ci sentiamo tutti in un limbo e solo oggi abbiamo scoperto di essere in cassa integrazione". "E’ importante – l’opinione del collega Maurizio Zampieri – la disponibilità della Provincia nel venirci incontro per il periodo in cui rimarremo senza stipendio". Discusse, infine, sono le modalità di comunicazione del fallimento. "Il 19 di ottobre – chiudono Roman Obkircher e Giuseppe Aggiato – ci hanno inviato una mail con cui ci spiegavano la messa in ferie forzata senza lo straccio di una motivazione. Poi, fino ad oggi, non abbiamo più saputo nulla del nostro destino professionale e nessuno si è fatto sentire. Vero che le voci di una certa difficoltà circolavano, ma non ci aspettavamo un crollo così repentino di un marchio tanto importante. Ora non ci resta che stringere i denti e incrociare le dita nella speranza che le trattative per l’acquisizione da parte di nuovi proprietari si concludano positivamente".
Alan Conti 

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