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lunedì 22 agosto 2011

Via della Vigna: in arrivo l'esproprio?


Il tempo è scaduto e adesso nella partita politica per l’apertura della sbarra di via della Vigna cominceranno a entrare in gioco le carte pesanti. Variante urbanistica e quindi esproprio sono le prossime mosse che il consiglio comunale potrebbe spedire sul tavolo della giunta e della commissione competente. Il gong, infatti, è suonato allo scadere dei 90 giorni della delibera-mozione approvata il 3 maggio che impegnava la giunta ad attuare iniziative atte all’istituzione di una servitù di passaggio da e verso l’ospedale. Il voto favorevole di 29 consiglieri (10 i contrari e 5 gli astenuti) pretendeva una risposta entro il primo di agosto ma, ad eccezione di un documento di rimprovero redatto dalla commissione di mobilità che invitava l’assessore Judith Kofler Peintner a prendere di petto la situazione, nulla si è mosso concretamente. E’ lo stesso Guido Margheri, consigliere di Sel e primo firmatario della delibera primaverile, ad annunciare il prossimo utilizzo dell’artiglieria pesante. "Presenteremo una variante urbanistica di iniziativa consiliare, con una precisa valutazione degli espropri, destinata a fare il suo percorso istituzionale tra consiglio, commissione e giunta. Non si tratta più di generiche approvazioni di indirizzo, ma di veri e propri atti concreti". Dopo le mozioni di novembre e maggio, dunque, le possibilità che sia lo stesso consiglio comunale a prendere in mano il pallino del gioco aumentano considerevolmente, anche alla luce dell’introduzione di un emendamento sul caso analogo di un cancello che impedisce un sicuro approdo al Centro Lungodegenti di Firmian. L’aggiunta della querelle in via Castel Firmiano, accompagnata dalle 500 firme raccolte tra utenti e familiari della struttura, è stata voluta da Maria Teresa Tomada e Paolo Bertolucci del Pdl rendendo di fatto il documento bipartisan. "Siamo pronti a discutere – conferma Tomada - purchè si tratti di un’azione veloce e capace di comprendere entrambe le situazioni. Certo, il rischio è che la procedura d’esproprio vada troppo per le lunghe, quindi sarebbe preferibile l’immediata istituzione di una servitù di passaggio". Stretta, dunque, la tempistica: "In questi tre mesi – riprende Margheri – non siamo certi rimasti con le mani in mano, quindi riteniamo che entro la fine dell’anno la proposta di variante urbanistica sia in grado cominciare il suo iter. Nessuno si dichiari sorpreso perché si tratta di un’iniziativa che avevamo annunciato la sera stessa in cui la delibera fu approvata. Nel periodo d’attesa non si è andati oltre le generiche affermazioni di una “mobilità dolce come priorità assoluta”, ma nel concreto non si è ravvisata la volontà di risolvere la situazione una volta per tutte". Assodata la volontà di chiudere la questione con il pugno di ferro di parte del consiglio, resta da scoprire la reazione della maggioranza. Non è un mistero, infatti, che l’Svp comunale veda come fumo negli occhi il possibile esproprio, tanto che il vicesindaco Klaus Ladinser in aula ha etichettato la discussione come "una polemica che sembra nascere da una discordia etnica". Pesa, chiaramente, anche la presenza del maso del presidente del consiglio Luis Walcher lungo via della Vigna. Nessuna certezza nemmeno nelle fila del Pd, letteralmente spaccato nel voto primaverile con l’astensione di Sergio Bonagura, Mauro De Pascalis, Franca Berti e Miriam Canestrini, la contrarietà del sindaco Spagnolli e l’approvazione di Ubaldo Bacchiega. Il consigliere Primo Schönsberg, addirittura, votò contro pur essendo firmatario della mozione. In piazza Domenicani, insomma, la proposta di variante potrebbe innescare una bomba a orologeria e il sindaco Luigi Spagnolli, capace di trovare nei giorni del voto la chiave per alzare la sbarra, frena sensibilmente. "Non ho nessuna intenzione di portare la questione in tribunale – la dichiarazione durante la discussione della mozione – perché allungherebbe troppo i tempi e continuo a preferire uno sbocco condiviso con i proprietari". I tempi, però, si allungano ugualmente.

2 commenti:

  1. La via dell'esproprio è tutto fuori che risolutiva:
    - presentazione della delibera di variante e istruttoria
    - approvazione in commissione urbanistica della v.
    - prima approvazione e 180gg per le opposizioni
    - seconda lettura in commissione
    - seconda lettura in aula
    - conformità urbanistica da parte dell'uff. provinciale
    (numerose possibilità di ricorso contro la variante)
    - delibera di esproprio, determinazione esproprio
    - variante al bilancio comunale per l'esproprio
    (possibili ricorsi contro la legittimità dell'esproprio, tar e magistratura ordinaria 3. gradi di giudizio)
    i tempi ovviamente possono variare, ma l'iter può essere bloccato dal magistratura, ufficio provinciale, ragioneria comunale, uffici urbanistica, mobilità o lavori pubblici.

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  2. Ho la sensazione, però, che anche l'atteggiamento tenuto dal Comune fino adesso sia tutto meno che risolutivo...certo, a meno di non essere a ridosso del voto...

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