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giovedì 27 ottobre 2011

Suoni e voci dai tombini: è arte


Il manifesto dell'iniziativa

BOLZANO. Voci e suoni che escono dai tombini dopo il tramonto: c’è da rimanerne spaventati a non sapere che si tratta di una installazione artistica intitolata “Down is Town” e realizzata dalla Fondazione Architettura Alto Adige. Dopo il primo attimo di sbigottimento, però, c’è chi ha alzato il telefono e avvertito le forze dell’ordine per il fracasso capace di disturbare la quiete notturna.
 Fino al 4 novembre, dunque, in un’area prestabilita del Centro storico di Bolzano alcuni tombini fungono da punti sonori emettendo rumori di spazi e luoghi particolari di altre realtà del mondo. Nel linguaggio artistico si intende lasciare delle “tracce urbane che compongono l’idea di una città immaginaria attraverso sonorità che fuoriescono al tramonto dalle caditoie”. In sostanza vi può capitare, per esempio, di passeggiare per via Argentieri e ascoltare dal tombino il rumore del traffico in una giornata di pioggia con tanto di sirena in lontananza e poi sempre più vicina. Non sia mail che la zona pedonale non vi faccia sentire la mancanza del rumore dei motori. Nel caso siate più fortunati potrete incappare nelle grida di una qualche manifestazione chiuse con l’immancabile clacson di un passante.  Il direttore creativo dell’installazione è Armin Blasbichler, mentre dei suoni si sono occupati Ulrich e Kassian Troyer.
Su facebook, intanto, alla pagina “Down is Town”, che è cosa diversa dal locale “Down Town” di piazza Erbe, qualcuno ha già cominciato a confrontarsi sulle sensazioni provocate dall’ascolto a sorpresa che dovrebbe generare nuove immagini nella mente. E’ il caso di Astrid Steinmair che si è soffermata su uno de tanti tombini sonori di via Argentieri: "All’inizio – scrive – pensavo si trattasse di rumori provenienti da qualche locale, poi mi sono accorta che invece arrivavano proprio dal basso. Non riesco però a dare una definizione di quello che ho ascoltato come previsto dal progetto, anche se si è trattata di un’esperienza divertente".
 Come spesso accade in Centro, però, la reazione più forte di alcuni abitanti è stata quella di protesta contro il rumore proveniente dai tombini. Di culturale, insomma, rimane ben poco nella chiamata alla polizia di alcuni residenti di via Streiter stufi del chiasso notturno proveniente dal sottosuolo per cui, per la verità, si è potuto fare ben poco. (a.c.)

mercoledì 26 ottobre 2011

Bolzano? Protagonista dei giornali indiani


Una prima pagine del "The Hindu"
BOLZANO. “Un Bouquet chiamato Bolzano”. Non è il nuovo motto di una delicata campagna pubblicitaria di Alto Adige Marketing né lo slogan di un qualche vivaio cittadino, ma il titolo di un articolo apparso sul quotidiano indiano “The Hindu”. Il giornalista Krishnaraj Iyengar, infatti, si è concesso un tour nella nostra città e ci ha ricavato un servizio pubblicato da una testata storica nel paese asiatico. Un quotidiano che conta 1.100.000 copie di diffusione, dodici edizioni locali e il singolare record di essere stato il primo giornale indiano ad essersi dotato di un’edizione online. Iyengar, comunque, nel suo pezzo destinato alle pagine di cultura ha parole dolci per una Bolzano descritta come “luogo vibrante, reso frizzante dallo spirito giovane. Una città italiana, al confine con l’Austria, arricchita dalla lunga storia e dall’incontro tra due culture”. E’ proprio il sincretismo culturale, dunque, ad aver colpito il giornalista indiano che resta ammaliato dalla possibilità di sorseggiare una birra in mezzo all’architettura italiana e una predisposizione alle biciclette che, da buon asiatico, compara a quella cinese. Non solo, come molti stranieri Iyengar viene letteralmente conquistato dalle proposte della moda italiana nei negozi di abbigliamento e dalla varietà di gelati offerta sottolineando, a beneficio dei propri lettori, quanta differenza ci possa essere tra l’Italia meridionale, assai più nota nei clichè internazionali, e quella estremamente settentrionale. Da annotare anche una riflessione sulla mobilità che porta il giornalista a concludere che “dopo la bicicletta, i bolzanini scelgono di gran lunga di spostarsi a piedi”. Come logico che sia l’articolo si riferisce unicamente al Centro perché se gli occhi da cronista si fossero spostati sull’Arginale nell’ora di punta il giudizio difficilmente sarebbe stato così lusinghiero.
 Punto centrale del servizio è la visita al museo archeologico di “Ötzi”, con grande ammirazione per il suo stato di conservazione, il suo villaggio ricostruito a Velturno e la storia che ha accompagnato questa mummia dal suo ritrovamento all’esposizione a Bolzano. Lodi arrivano pure al museo giudicato “molto curato e dettagliato”. Curiosa, invece, la descrizione di Ötzi come “personaggio con gli occhi scuri” il che, considerando il periodo estivo dell’articolo indicato dai gelati, ridimensiona la scoperta annunciata l’altro giorno al congresso dell’Eurac sul colore dell’iride dell’Uomo del Similaun: in India già lo sapevano, senza bisogno di tante tavole rotonde. Chiusura del capitolo Ötzi con la rassegna del suo equipaggiamento prima di passare alla visita del Duomo definito “incantevole luogo di pace con una meravigliosa architettura tra il romanico e il gotico” e un salto alla chiesa dei Domenicani “altro luogo di attrazione per gli amanti dell’arte”. Tra un poco di shopping e uno sguardo alle biciclette che passano, Iyengar saluta Bolzano come “un bouquet di esperienze diverse e uniche capaci di arricchire veramente l’anima del viaggiatore". 
Alan Conti
 

martedì 25 ottobre 2011

"Il parco Europa non è un campeggio"


Alcuni Camper fermi in un parco

BOLZANO. "Il parco Europa è costantemente danneggiato e l’amministrazione comunale lo concede per tutti gli usi tranne quello che più gli si addice: polmone verde per la cittadinanza". Dopo il permesso di campeggio concesso qualche giorno fa a parte del pubblico di una manifestazione che si è tenuta nella vicina pista di bmx, alcuni residenti si sono stufati e hanno chiesto al sindaco maggiore rispetto per l’area del parco. Trasformare il prato in piazzole per circa una trentina di mezzi come autocaravan non è esattamente quanto si sarebbero aspettati gli abitanti da una porzione di verde pubblico che permise, a suo tempo, di aumentare la densità edificabile della zona d’espansione. "Non è la prima volta – spiega Enzo Grillo che si è fatto promotore della protesta – che si consente la creazione di un vero e proprio parcheggio sul prato. Non si capisce perché si possa concedere il permesso a decine di camper di sostare e di fatto parcheggiare per alcuni giorni in un posto del genere. Il tutto arricchito dall’incredibile paradosso di un parcheggio a disposizione a meno di cinquanta metri di distanza che raramente viene utilizzato in tutta la sua grandezza. Perché non adibire quella zona a sosta camper?". Ovviamente l’erba patisce un simile trattamento: "Quando i mezzi si spostano – continua Grillo – la situazione è di un manto completamente rovinato. Inevitabilmente questo comporta delle spese pubbliche aggiuntive rispetto alla più tradizionale gestione ordinaria. Bisogna preventivare lavori di vero e proprio risanamento ogni volta. Succederebbe la stessa cosa se parlassimo del parco Petrarca?". La creazione del parcheggio-campeggio, comunque, non è un episodio isolato, ma piuttosto periodico: "Diciamo che al minimo una volta a stagione viene rilasciato questo permesso discutibil".  
 La questione, comunque, è già arrivata sulla scrivania del sindaco Luigi Spagnolli che ha avuto un colloquio proprio con Grillo. "Ho voluto informare il primo cittadino di quello che sta succedendo in seguito ai permessi rilasciati dal Comune. Ha assicurato di interessarsi della questione, ma ha anche aggiunto che l’erba ricresce". Tanto vale, quindi, aprire il Talvera alle tende durante il periodo estivo? "Appunto – sorride Grillo – il problema è che tutto questo è solo l’ultimo anello di una lunga catena: dal tendone del circo all’apertura della zona per i cani liberi con tanto di raccolta firme dei padroni per non dover sottostare più a orari fissi. Il risultato è che noi abitiamo con il sottofondo continuo di cani che abbaiano. Su questa tematica, però, abbiamo l’appoggio completo del vicesindaco Klaus Ladinser che auspica, al contrario, una maggiore regolamentazione". Posto che non si può nemmeno passare all’altro estremo di chi vorrebbe un parco Europa blindato e consacrato al silenzio i residenti avanzano precise richieste. "Pretendiamo solamente che venga permesso anche a noi di usufruire di questa porzione di verde urbano che, per un motivo o per l’altro, ci è costantemente preclusa".
Alan Conti 

Otzi: dalla sua posizione la verità sulla morte?


La posizione di Otzi nel momento del suo ritrovamento

BOLZANO. Caduto a terra con il braccio sinistro sotto il corpo, coricato e poi spostato da qualcuno oppure dall’azione del ghiacciaio: i nuovi sviluppi attorno al giallo della morte di Ötzi potrebbero arrivare dagli studi sulla posizione della mummia. Nota la postura in cui è stato ritrovata, ora resta da stabilire se si tratti di una posa naturale oppure indotta. E’ stato questo, quindi, il tema forte della tavola rotonda tra esperti tenutasi ieri in inglese e tedesco all’interno dell’auditorium dell’Eurac nell’ambito del congresso sulla mummia. Gli studiosi che mano a mano si sono alternati negli studi radiografici, medici o archeologici hanno provato a mettersi a confronto su un nuovo fronte di studi, anche se a volte la sensazione è quella di un avvitamento scientifico attorno a una vicenda che appare esaurita nelle sue possibili interpretazioni .
"Sono convinto - spiega il patologo Eduard Egarter Vigl - che la posizione attuale di Ötzi sia esattamente quella della morte. Probabilmente l’uomo nel momento in cui venne colpito dalla freccia era in stato di shock, non reattivo e con la zona del corpo ferita parzialmente paralizzata. Non è quindi così improbabile che possa avere assunto quella postura".  Una versione confermata dal radiologo Paul Gostner: "Il foro d'entrata della freccia che lo colpì è abbastanza ampio da causare un flusso di sangue corposo e le sue tracce attuali lasciano intendere che la posizione del braccio sinistro sia esattamente quella assunta al momento della morte". Albert Zink, direttore dell'Istituto per le mummie e l'Iceman dell’Eurac, nella sua veste di moderatore ha provato a lanciare un nuovo tema di discussione: "Dopo essere stato colpito dalla freccia, Ötzi è caduto su una roccia oppure è stato semplicemente avvicinato?".Domanda colta da Alessandro Vanzetti, archeologo dell’università La Sapienza di Roma, che ha provato d fornire la propria interpretazione: "Non credo che la sua posizione di morte fosse questa che mi sembra il risultato dell'azione del ghiacciaio. Proprio il braccio sinistro ha una collocazione talmente innaturale da risultare inspiegabile. In quelle condizioni, infatti, si può registrare una sufficiente reidratazione da permettere una piccola ma decisiva rotazione dell'arto nel tempo. C'è, inoltre, la possibilità che la località del ritrovo non sia esattamente la stessa del decesso". "Dalla mia esperienza – la risposta di Zink - ritengo che non sia possibile muovere un braccio di un corpo mummificato senza lasciare segni evidenti che in questo particolare contesto non abbiamo riscontrato. Mi lascia perplesso, entrando nel dettaglio, l’assenza di tracce di questo possibile movimento nei capillari". L'archeologo Walter Leitner, dal canto suo, si è occupato dello scenario di morte lasciando aleggiare l’ombra di una possibile nuova teoria. "Gli elementi dell'area indicano tutti una situazione di violenza non finalizzata a un furto. L'equipaggiamento dell’uomo, infatti, è arrivato a noi intatto anche nelle sue componenti di maggiore utilità. Sappiamo, però, che nel Neolitico la posizione di Ötzi era abbastanza comune nei seppellimenti. È possibile, mi chiedo, che la lastra su cui è stato adagiato fosse anche una rudimentale tomba?". Alla domanda, in conclusione, prova a dare una risposta Vanzetti: "Non ci sono elementi che ci dicano con esattezza se il corpo sia finito sulla roccia per caso oppure sia stato adagiato".
Alan Conti

Calendario unico? La scuola italiana dice no

Calendario: uno per tutti?
BOLZANO. "La scuola italiana non ha bisogno di calendari uniformati, sono contrari i dirigenti, i docenti, gli studenti e i genitori, quindi il nostro sistema funziona. Capiamo le esigenze degli istituti tedeschi, ma chiediamo lo stesso rispetto nel lasciarci la nostra autonomia". Christian Tommasini, assessore alla scuola italiana, chiude la porta a qualsiasi possibilità di unificazione del calendario scolastico provinciale. Non se ne parla, insomma, di mettere in difficoltà la scuola italiana per risolvere i problemi di quella tedesca e del suo assessore Kasslatte Mur. Tanto basta per accendere la miccia nell'audizione dedicata al tema organizzata ieri in un consiglio provinciale che ha visto la grande partecipazione dei rappresentanti dell'intendenza tedesca. Pronta la replica di Kasslatter Mur: "Non dobbiamo farne una questione etnica, ma cercare soluzioni. Non possiamo cominciare la discussione dalle eccezioni". Accantonata la scuola italiana a
semplice "eccezione" etnica,  l'audizione è potuta continuare nella ricerca del bandolo di una matassa tutta tedesca, ma non etnica, con la benedizione dell'assessore Florian Mussner: "in giunta sono pronto a votare per l'organizzazione su 5 giorni".

L'audizione vera e propria, comunque, è stata aperta dal documento presentato dall'Intendenza solastica tedesca contenente le quattro proposte e le motivazioni che spingono all'unificazione dei calendari. Settimana di sei giorni con vacanze lunghe, lezioni a sabati alternati con rientro o ferie più brevi, settimana di cinque giorni con vacanze lunghe come oggi però con tre o più rientri, settimana di cinque giorni con due rientri e due settimane in meno di vacanza: questo il poker di strade ipotizzate. "I motivi che spingono all'unificazione - spiega l'Intendenza - sono l'aiuto all'organizzazione famiilare, snellimento nella gestione dei trasporti e la possibilità di contare su orari sociali e non territoriali". Di didattico, insomma, nulla di stravolgente: "Per la scuola - riprende il documento - ci sarebbe un'agevolazione nell'organizzazione di compiti ed esami". Necessità che fino all'altro giorno in pochi avevano invocato, ma  diventate
assolutamente prioritarie nel momento in cui l'agenda di Kasslatter Mur ha coinciso con quella provinciale. La questione logistica innervosisce ulteriormente Tommasini: "Abbiamo necessità di alternanza per le mense, mentre il tanto temuto discorso sui trasporti non tiene conto del fatto che gli orari diversificati permettono un maggiore snellimento del traffico in una città come Bolzano". 
Sulla questione è intervenuto anche il rappresentante della Uil Sandro Fraternali: "È un errore partire dall'organizzazione per adeguare la didattica e non il contrario. L'autonomia scolastica deve rimanere importante. La settimana corta, per esempio, comporta un aumento dei costi della mensa per le famiglie, la modifica ciclica degli orari e ha comunque delle controindicazioni. La scelta va lasciata alle scuole e come sindacato siamo assolutamente contrari all'allungamento del calendario".

Alan Conti


Il comunicato provinciale sull'audizione 

Ipes: centinaia di euro da pagare in poche ore


Pagamenti da fare...al volo

BOLZANO. Rate condominiali di centinaia di euro da pagare entro ventiquattro ore. E’ questa la sorpresa che gli inquilini di alcuni appartamenti gestiti dall’Ipes in via Torino si sono ritrovati ieri nella buca delle lettere. L’ultima di quattro rette annuali per l’amministrazione condominiale, quantificata attorno ai 180 euro, è stata notificata via posta con una scadenza alquanto singolare: 20.10.2011. Nemmeno il tempo di aprire la busta, insomma, che subito è necessario recarsi alla cassa di uno sportello della Cassa di Risparmio e meno male, suona beffardo, che il bollettino permette di rivolgersi a qualsiasi filiale. In caso contrario sarebbe stato un assembramento consistente considerando che il pagamento interessa tutti gli edifici di via Torino dal civico 27 all’81. Il poco margine temporale, particolarmente allarmante per i tanti pensionati che abitano le abitazioni gestite dall’Istituto, è comunque un sensibile miglioramento rispetto alla terza rata che qualche mese fa fu notificata addirittura dopo essere scaduta. Dalla sede di via Milano arrivarono a stretto giro di posta le scuse per un malfunzionamento organizzativo che aveva sballato la tempistica che, evidentemente, più che sporadico è endemico. Nessuna mora venne applicata, chiaramente, ai ritardatari, ma l’ulteriore beffa è che da quasi un anno gli inquilini pagano un’amministrazione condominiale che non viene effettuata da alcun amministratore. In seguito alla bufera che investì l’Ipes nell’estate 2010, infatti, si decise di esternalizzare questo servizio affidato precedentemente proprio all’ufficio di Stefano Grando. Ebbene, dopo una lettera di più di sei mesi fa in cui si chiedeva agli stessi condomini di avanzare delle proposte per la successione ancora nulla si è mosso. L’incarico, data la mole di appartamenti, pare abbastanza impegnativo. Nel frattempo, però, le rette da saldare arrivano puntuali. Per modo di dire.(a.c.)

Attenti alle strisce: la mappa dei rischi bolzanini

Strisce pedonali: a volte sono rischiose

BOLZANO. Attraversare la strada è un’operazione delicata, in alcuni punti della città anche molto pericolosa. La polizia municipale sta investendo nella prevenzione con progetti indirizzati prima di tutti ai bambini e alle scuole ed è proprio grazie a questi appuntamenti che si può tratteggiare una mappa degli attraversamenti più a rischio. Quasi ogni quartiere ha il suo punto critico, generalmente si tratta sempre di strisce senza semaforo oppure miste alla corsia di attraversamento ciclabile. Esempio principe è l’incrocio tra via San Quirino e via Cesare Battisti, all’ombra del Monumento, dove nemmeno il posizionamento dei dossi di rallentamento ha contribuito a portare massima serenità. "Rimane un punto delicato della città – spiega la tenente dei vigili urbani Nives Fedel impegnata ieri nell’iniziativa “Vigile per un giorno” assieme ai bambini della quarta elementare della scuola Gries – soprattutto quando ci si dimentica che la prudenza è elemento essenziale quando si incontrano i diversi mezzi. Gli automobilisti devono usare cautela, ma anche i ciclisti non possono lanciarsi senza osservare con attenzione. I pedoni, infine, dovrebbero attraversare sempre e solo sulle strisce: è una regola generale dato che Bolzano ne è piena". Non tutte, come detto, sono assolutamente sicure e alcune segnalazioni arrivano direttamente dalle parole di Fedel. "Le prime che mi sento di segnalare sono quelle di via Resia, in corrispondenza dell’omonimo bar. In quel punto è necessario non prendere rischi e gli ultimi episodi di cronaca ne sono testimonianza diretta. Qualche volta, lo ribadisco, sarebbe bastato spostarsi di cinque metri sulle strisce e alcune tragedie sarebbero state evitate". Se Don Bosco piange, Europa Novacella di certo non sorride con tutte le problematiche legate a via Roma. Nel tratto tra via Torino e ponte Roma, infatti, le criticità sono diverse: dalla ciclabile troppo stretta che periodicamente causa piccoli incidenti ai ciclisti all’attraversamento tanto lungo quanto rischioso. "In quel punto bisogna cautelarsi circa le intenzioni degli automobilisti perché spesso tendono a non fermarsi più di tanto. Difficile capirne le cause: a volte si tratta semplicemente di atteggiamenti mentali". Non a caso all’altezza dell’intersezione con viale Trieste sono ancora tanti i pedoni che sfidano il traffico per attraversare la strada dove, ormai mesi fa, erano posizionate le vecchie strisce. Che in alcuni si tratti di psicologia lo dimostra l’esempio inverso, ovvero l’attraversamento di via Roma in prossimità del supermercato Eurospar. "Vicino abbiamo la fermata del bus e la rientranza della pista ciclabile – continua la tenente Fedel - eppure generalmente si tratta di un punto dove i cittadini si propongono con massima cautela". Potrebbe incidere la sensazione di pericolo, sempre presente anche negli ormai proverbiali incroci di Corso Libertà funestata da una pista ciclabile assai criticata. "In corrispondenza degli archi di via Padre Reginaldo Giuliani – continua la municipale – succedono spesso degli inconvenienti>>. Non si salva nemmeno Oltrisarco: "In via Claudia Augusta le zebre che conducono alla fermata del bus di piazza Bersaglio vengono spesso percorse di corsa, proprio per raggiungere la Sasa in arrivo. Il problema è che poco prima escono le auto della rotonda di via Roma e possono non essere pronte a un ostacolo improvviso". Si possono poi citare gli attraversamenti ondulati di piazza Gries, alcune strisce lungo via Vittorio Veneto oppure al termine di ponte Talvera all’imbocco di via Rosmini. A concludere il quadro il piccolo investimento, fortunatamente senza conseguenze, registrato ieri mattina in via Lancia ai danni proprio di un vigile: "Esempio che dappertutto bisogna essere cauti".  
 Il primo passo per la prevenzione, come detto, parte proprio dai bambini e ieri, lungo via  Fago, la tenente Fedel ha aiutato i bambini della vicina scuola primaria a consegnare un sacchetto di tela agli automobilisti con tanto di consigli per la sicurezza stradale. Il tutto nell’ambito del progetto “Sos Zebra”: "I bambini – conclude Fedel – sono un veicolo fantastico perché spesso sono loro a correggere i genitori. Agli adulti, però, chiediamo collaborazione dato che i piccoli non fanno solo quello che gli diciamo, ma osservano pure quello che facciamo. Diamo l’esempio". Concorde l’insegnante Katrin Putzer: "I bambini recepiscono in fretta il messaggio della prudenza e tendono poi a farlo loro quando sono per strada. Da quattro anni collaboriamo con la polizia municipale perché in futuro attraversare una strada sia sempre meno pericoloso".
Alan Conti


giovedì 20 ottobre 2011

Indignados a Bolzano contro il vertice economico

Un curioso indignato in tenera età

BOLZANO. Gli Indignados altoatesini si danno appuntamento oggi pomeriggio in piazza Walther "perché solo questa sarà l’occasione per vedere se il movimento è solido oppure se la gente è venuta alla manifestazione di sabato perché si trattava di un evento internazionale o perché c’era una bella giornata di sole". Fischietti, tamburi, cori, insomma qualsiasi forma di dissenso civile e non violento sarà atteso oggi nel salotto buono della città. L’orario è indicativamente intorno alle 16 perché tutto con gli Indignados è lasciato alla piena libertà personale purchè in contemporanea con il vertice economico italo-tedesco. Sono questi gli elementi emersi ieri nell’assemblea pubblica in piazza Mazzini cui hanno partecipato circa una cinquantina di persone, qualcuna delle quali fermatasi perché incuriosita dal capannello estemporaneo formatosi. Alla stampa, ammessa controvoglia solo per il carattere pubblico dell’assemblea, vietata qualsiasi intervista personale: niente nomi né cognomi perché il movimento non vuole una faccia. Le intenzioni, però, sono chiare anche in forma anonima: "Domani sarà un incontro di risonanza internazionale, avremo gli occhi addosso e in qualche modo siamo investiti di una responsabilità particolare. Ci recheremo in piazza Walther per protestare con quello che abbiamo: tamburi, striscioni, fischietti o cori. Dobbiamo farci sentire senza creare tensioni con le forze dell’ordine che presidieranno Palazzo Mercantile. Sappiamo tutti che i violenti non siamo noi, ma solo gli individui che rispondono agli ordini di qualcun altro". Qualcuno vorrebbe qualcosa di più incisivo: "Occupiamo la scalinata del palazzo in via Argentieri, cerchiamo azioni più incisive". La proposta, però, non raccoglie particolari consensi anche per la prevedibile reazione contraria delle forze dell’ordine. Proprio la polizia diviene centrale nella discussione perché l’iniziativa, evidentemente, non è segnalata. "Valutiamo se informarli perché il vertice sarà importante e la nostra si caratterizza come una vera e propria manifestazione. L’intenzione, comunque, sarebbe di rimanere fermi in piazza, senza movimenti o cortei". La regola degli Indignados, però, è che nessuno detta regole quindi anche nelle modalità di dissenso potrebbero esserci azioni estemporanee, individuali o di gruppo. "Siamo contro qualsiasi violenza o discriminazione: chiedo che almeno questi due punti siano alla base di qualsiasi nostra azione" auspica una ragazza durante la riunione. Qualcuno, intanto, già si scalda per la situazione nazionale. "Ieri hanno impedito alla Fiom di sfilare – lamenta un giovane – e ora parlano di cauzioni per manifestare. Ledono i nostri diritti e dobbiamo dare una risposta forte a questo atteggiamento". Fanno capolino, inoltre, alcuni dei capisaldi della protesta mondiale: "C’è una forte crisi di rappresentanza politica e troppe persone sono convinte che solo personaggi come Draghi, Marcegaglia o Montezemolo possano salvarci dalla crisi. Il nostro obiettivo è incidere su questa mentalità".  Nel mezzo spunta anche una curiosa proposta “locale”. "A Natale potremmo organizzare un mercatino alternativo, con prodotti artigianali o oggetti che non usiamo più, basato solo ed essenzialmente sul baratto. Estromettere la moneta da qualche scambio avrebbe un forte valore simbolico". In attesa dello stravagante e stimolante diversivo natalizio oggi tutti chiamati in piazza. Ciascuno con la sua libertà di essere indignato come meglio crede: con tutti i pregi e i rischi del caso. 
Alan Conti

mercoledì 19 ottobre 2011

La Lega: "Trasferire o abbattere gli orsi"

L'orso narcotizzato catturato l'altro giorno  in Alto Adige 

BOLZANO. "Il radio collare è una misura che a Trento non ha funzionato e comporta dei costi elevati. Le uniche soluzioni sono il trasferimento di 50 esemplari nella originaria Slovenia oppure l’abbattimento con revisione del relativo Protocollo". Nel giorno della “schedatura” dell’orso in Alto Adige la polemica innescata dalla Lega Nord valica il confine di Salorno e lo fa con una conferenza stampa tenuta nella sede del carroccio provinciale in piazza Verdi. Taglienti le considerazioni fatte dal parlamentare Maurizio Fugatti: "Il Protocollo sulla specie protetta prevedeva 40 esemplari, ma noi contiamo si sia ormai abbondantemente superata questa quota per un progetto che dal 2001 è costato 3,7 milioni di euro e sta cambiando lo stile di vita di molte persone nelle zone rurali di montagna. Per ora l’orso si è limitato agli animali domestici, ma cosa facciamo se dovesse scapparci il ferito o peggio?". Fatto sta, però, che della questione dovrebbe occuparsi anche il Ministero competente, non proprio distante politicamente dalla coalizione della Lega. "Vero – ribatte Fuganti – però fino ad oggi le relazioni della Provincia di Trento sono sempre state all’insegna di entusiasmo e ottimismo. Speriamo che Bolzano sia più realista". Evidentemente tutta questa apprensione non è così diffusa. "Al contrario – chiude il parlamentare – ogni volta che organizziamo conferenze nella vali ospitiamo centinaia di partecipanti. Diversi, inoltre, denunciano di essere stati inseguiti dagli orsi, ma proprio il Protocollo prevede in questo caso due contromisure: l’isolamento o l’abbattimento". (a.c.) 

Dolomiti, terra di dinosauri


Uno scheletro in mostra al Museo delle Scienze Naturali fino da Aprile
BOLZANO. Le Dolomiti? Una miniera naturale di fossili e informazioni sulle condizioni del nostro pianeta milioni di anni fa. Oltre ai paesaggi mozzafiato, dunque, è anche questo uno dei motivi che hanno portato al prestigioso riconoscimento di Patrimonio dell'Unesco alle nostre montagne e il Museo di Scienze Naturali lo evidenzia con la mostra: "Dino@Co.-Sauri delle Dolomiti" inaugurata ieri. Lungo un percorso cronologico disposto a ferro di cavallo si alternano fasi importanti della nostra preistoria dal Premiano al Cetacico, dai primi rettili ai dinosauri, da 300 a 65 milioni di anni fa. Ogni quattro o cinque passi una sorpresa: lo scheletro di rettile volante più antico del mondo (Eudimorphon), la vertebra dell'acquatico notosauro che ha spalancato agli studiosi la possibilità di ricercare fossili di ossa, l'ambra più vecchia del globo con tanto di cellula in divisione imprigionata oppure l'orma del grande erbivoro “Pachypes” assunta dagli scienziati come primo punto di riferimento per definire la specie. Il tutto all'interno di installazioni curate e accattivanti che trovano massimo impatto scenico nel grande scheletro di Carnotaurus Sastrei. Tra le chicche anche la ricostruzione del fossile di “Antonio”, uno scheletro di androsauro lungo quasi quattro metri che rappresenta il reperto più completo della specie mai ritrovato, e un approfondimento su “Ciro”, un cucciolo di rettile “Scipionyx Samniticus” che lascia intravedere addirittura i capillari e i cristalli di ferro del sangue.
Tutta la mostra, inoltre, propone tre binari di lettura per il pubblico: dai bambini agli specialisti, passando per gli adulti che si avvicinano al tema con una certa curiosità neofita, tutti possono trovare una chiave di interesse. "Gli 80 fossili - spiega il direttore del Museo di Scienze Naturali Vito Zingerle - vengono proposti in vario modo. Ci sono reperti immediatamente intuibili, altri che richiedono valutazioni più approfondite. Spazio, infine, a progetti, laboratori e giochi per i bambini". I più piccoli, per esempio, potranno scavare nella terra alla caccia di fossili, chiaramente artificiali, che potranno poi portare a casa. "È importante - riprende Zingerle - considerare i fossili come un elemento fondamentale che ha portato le Dolomiti ai riconoscimenti che oggi tutti celebriamo. Si tratta, oltretutto, di una materia che merita il massimo della professionalità e non ci si può improvvisare cacciatori di fossili dato che la legge italiana ne vieta la proprietà privata e la scienza impone trattamenti altamente specifici". A curare l’intera esposizione troviamo la paleontologa Evelyn Kustatscher che sottolinea l’importanza internazionale di una simile collezione. "Tra i vari reperti che presentiamo abbiamo delle autentiche primizie che nascondono scoperte che ancora non sono state pubblicate dagli organi scientifici in modo ufficiale. Per i visitatori più attenti si tratta di curiosità e nozioni individuabili che contribuiscono a dare lustro a questa mostra. Non è un caso, quindi, che la comunità di specialisti sia molto attenta all’avvenimento che abbiamo l’onore di ospitare a Bolzano". Le Dolomiti si sono rivelate uno scrigno di grandi scoperte, ma quanto possiamo ancora aspettarci dalle nostre montagne? "Facciamo solo un passo indietro e consideriamo che appena 30 anni fa nessuno si spingeva ad ipotizzare la presenza di dinosauri o rettili sauri su questo territorio. Oggi, invece, siamo certi del contrario. Per il resto posso tranquillamente assicurare che solo io posseggo materiale per una vita di studi e approfondimenti, quindi chissà quante altre informazioni possono contenere le rocce dolomitiche".
 La mostra, inaugurata ufficialmente ieri, resterà al Museo di Scienze Naturali di via Bottai fino all’8 aprile 2012. L’esposizione si potrà visitare tutti i giorni, dal martedì alla domenica, con orario 10-18. L’ingresso costa 4 euro, ridotto 3 euro e gratuito per i bambini al di sotto dei sei anni. La combinata mostra-museo, invece, è acquistabile a 5 euro, mentre il ticket famiglia è in vendita a 8 euro. Come sempre previsto un fitto programma di laboratori, workshop e visite studiato appositamente per le scuole: per informazioni sui percorsi didattici si può telefonare allo 0471-412975 oppure consultare il sito www.museonatura.it
Alan Conti


martedì 18 ottobre 2011

In via Dalmazia arriva la nuova pensilina



I lavori all'incrocio tra le vie Dalmazia e Roma (FotoinTasca)


BOLZANO. Quattro metri erosi alla proprietà privata e la possibilità di realizzare una nuova fermata del bus in via Dalmazia, con tanto di rientranza dalla carreggiata e pensilina. Dopo anni di diatriba con i proprietari di una villetta all’incrocio tra via Dalmazia e via Roma, infatti, il Comune ha avviato da qualche giorno i lavori per la realizzazione di una piazzola di sosta per i mezzi del trasporto pubblico. Un’opera affidata alle mani della ditta trentina “Edj Ravanelli” che secondo la concessione comunale avrebbe dovuto essere terminata nella giornata di oggi, ma che per l’azienda di Albiano si protrarrà almeno fino al 20 novembre. Allo stato dei lavori, però, parrebbe più calzante un’attesa di una ventina di giorni. Aspetto non del tutto indifferente dato che i lavori stanno creando qualche piccolo disagio in uno degli incroci più trafficati della città: non tutti i pedoni, infatti, rispettano l’imposizione di cambiare lato di percorrenza di via Dalmazia dato l’ingombro del cantiere e si espongono a rischi non indifferenti. Per chi svolta nella strada provenendo da via Roma, infatti, è assolutamente impossibile accorgersi di un pedone che cammina lungo la carreggiata sia che si tratti di una bicicletta sia ci si trovi al volante dell’auto. Nessuna colpa, chiaramente, è da attribuire alla ditta che ha realizzato il cantiere su una superficie di 270X0,53 metri, come recita l’autorizzazione municipale affissa che tra i contatti della “Edj Ravanelli”, però, riporta un numero di telefono inesistente. Difficile, quindi, per il cittadino soddisfare la propria curiosità. "Finalmente dopo anni di discussione – spiega il presidente della Sasa Stefano Pagani – il Comune è riuscito a risolvere il contenzioso con i privati stabilendo che i 4 metri occupati prima dal giardino della villetta sono di proprietà pubblica. In questo modo potremo predisporre una fermata con tanto di pensilina, prima inesistente, e rientranza della carreggiata. A beneficiarne, oltre agli utenti della Sasa, saranno anche gli automobilisti dato che la sosta non implicherà più l’attesa in coda dietro al mezzo. L’edicola che è stata momentaneamente smantellata, invece, tornerà nella sua posizione originaria, ma leggermente arretrata in modo da lasciare più spazio ai pedoni che prima, francamente, erano un poco sacrificati". Per il momento, infine, la fermata della Sasa “Dalmazia 1” è stata spostata qualche metro più avanti, sostanzialmente in corrispondenza della pizzeria “Gusto Pizza Carlino”.(a.c.)

E' Gambara il cittadino dell'anno


L'avvocato Gaetano Gambara con il sindaco Spagnolli

BOLZANO. "Si è distinto nella sua attività rendendosi particolarmente meritevole nei confronti di tutta la comunità bolzanina". È una motivazione capace di inorgoglire quella che Enrico Valentinelli, presidente del Circolo Cittadino, ha voluto accompagnare ieri alla targa di "Cittadino dell'anno" consegnata nelle mani dell'avvocato Gaetano Gambara. Per tutti il padre dell'Upad, fondata nel 1966, ma anche geometra, insegnante e avvocato, Gambara ha saputo incidere profondamente nel sistema formativo della città. Partendo dai corsi serali per la scuola media, infatti, l'Upad è arrivata oggi a essere il centro di una galassia capace di abbracciare tutte le generazioni con i vari Mua, Palladio, Ascolto Giovani o Altoatesini nel mondo. Il premio, consegnato ieri durante una raccolta cerimonia nella sede del Circolo Cittadino, ha commosso visibilmente Gambara: "Voglio dedicare questo riconoscimento a mia moglie perché ho dedicato più tempo all’Upad che a lei e di questo mi dispiaccio. Un doveroso ringraziamento, inoltre, devo indirizzarlo al presidente Luis Durnwalder che è prima di tutto un amico che ha saputo aiutarmi e consigliarmi nei momenti difficili personali e professionali". Non è un mistero, infatti, che tra il Landeshauptmann e Gambara intercorra un’amicizia personale che ha certamente aiutato il destino dell’Upad e ha portato lo stesso Durnwalder a presenziare alla cerimonia. "Sono sceso nell’inferno del Comune per omaggiare un angelo – scherza il presidente della Provincia – ma si tratta di un atto doveroso per una persona che ha fatto tanto per l’intero Alto Adige impegnandosi seriamente anche per la convivenza e predicandone l’assoluta necessità. Ricordo con piacere, infatti, alcune conferenze tenute in via Firenze sul maso chiuso oppure sulle specialità locali: ha tramutato in fatti le sue convinzioni". Soddisfatto della scelta è pure il sindaco Luigi Spagnolli: "Premiamo una personalità a tutto tondo, capace di intuizioni straordinarie e di scelte che hanno inciso sui cambiamenti della nostra società. Il più grande merito, forse, è quello di avere valorizzato la figura degli anziani donando loro nuovi ed efficaci stimoli". La cerimonia, intervallata da due intermezzi musicali eseguiti splendidamente dal 15enne pianista Max Trebo, ha raccolto nella piccola sala sotto piazza Municipio diverse personalità di spicco per il territorio. Oltre ai già citati Spagnolli e Durnwalder tra il pubblico si sono accomodati, tra gli altri, l’assessore provinciale all’innovazione Roberto Bizzo, l’assessore comunale all’urbanistica Maria Chiara Pasquali, il direttore del nostro giornale Alberto Faustini, l’ex assessore Michele Di Puppo, il direttore della Fiera Reinhold Marsoner, l’ex amministratore delegato di Ae Pietro Calò, il direttore di Confesercenti Paolo Pavan, l’avvocato Alberto Pasquali e la nota fotografa Francesca Witzmann.
Alan Conti





lunedì 17 ottobre 2011

A Bolzano si indignano in trecento



Striscioni pronti per la manifestazione (Foto Andy)


BOLZANO. Trecento indignati seduti sui prati del Talvera, ognuno con la voglia di dire basta a qualcosa e di testimoniare un vaso della pazienza ormai colmo. Numerosa la partecipazione alla manifestazione degli “Indignados-Alto Adige”  che ha visto radunarsi sui Prati ieri pomeriggio esponenti dei vari settori della società provinciale: dalla scuola agli operai passando per sindacalisti, artisti, commercianti, politici, immigrati, giovani e pensionati. La grande forza del movimento degli “Indignados”, quindi, si rivela la capacità di infilarsi in ogni rivolo del territorio, abbracciando temi di interesse internazionale,nazionale, locale e privato. Così, mentre a Roma sfilavano in migliaia e a New York si marciava su Time Square Bolzano, nel suo piccolo, ha vissuto anche lei la sua giornata da indignata.
 Tra i ciuffi d’erba delle passeggiate spuntano nel pomeriggio i primi cartelli: slogan contro la finanza onnipresente e pericolosa, contrarie alle leggi sull’immigrazione, al monopolio delle scommesse e dei giochi d’azzardo, alla gestione del lavoro, del fisco e della rappresentanza politica. A un primo sguardo è evidente che basta scegliere il proprio “No” di riferimento per sentirsi indignato. Poco vicino alcuni responsabili della manifestazione distribuiscono un volantino di istruzioni: la protesta, infatti, assumerà ben presto la forma di un’assemblea popolare. Tutti in cerchio con libertà di parola e gesti codificati per esprimere apprezzamento o contrarietà: niente fischi o sconquassi, ma rispetto dell’ordine. In mattinata, intanto, un lungo “drago economico”, costruito con un drappo rosso attorno a una bicicletta e simbolo dell’avversione alle logiche della finanza, aveva sfilato per piazze e mercato capeggiato da Isabel Mendoza. "Siamo un movimento apolitico, uniti semplicemente dalla voglia di dire basta a una serie di ingiustizie. L’economia sembra aver scelto noi come vittime delle proprie inadeguatezze, ma la gente ha deciso di non rimanere passiva e lo straordinario è che lo sta facendo in tutto il mondo". Raffaella Zito, poco più in là, raccoglie gli indirizzi mail per tenere informati gli aderenti sulle attività degli indignati e dei promotori della democrazia diretta. "Non ci fermeremo certamente all’azione di oggi, ma andiamo avanti. A livello provinciale chiediamo di essere coinvolti maggiormente, di essere ascoltati. Metteremo a confronto la nostra proposta di democrazia diretta, appoggiata da 118.000 firme e quella della Svp, ma ci piacerebbe venisse lasciata libertà di scelta ai cittadini tra le due opzioni". Lucida, invece, l’analisi dello studente Davide Balduzzi: "Paradossalmente la crisi è un’opportunità perché i giovani ormai sono talmente senza futuro da essere chiamati a una forte reazione. Un discorso che vale anche per altri settori della società. In Alto Adige, invece, dovremmo dire basta alla proporzionale che è ormai anacronistica". Forte è anche la componente di lotta sindacale nel movimento con tutte le sigle che hanno organizzato pullman in direzione della Capitale. "Siamo anche noi a Roma – conferma Fabio Parricchini della Cgil/Fiom – per dire che il lavoro soffre e l’articolo 8 in Finanziaria è stato il più grave attacco mai sfoderato contro i lavoratori. Sulle Acciaierie, invece, siamo in fase d’attesa perché sappiamo che Vicenza pare sufficiente alla produzione della Valbruna, ma abbiamo la convinzione che l’azienda debba continuare a essere parte importante del nostro territorio, con cui è assolutamente compatibile al contrario di quanto affermano alcuni assessori provinciali". Tra i partecipanti compare anche il noto regista teatrale Fausto Paravidino, in questi giorni in città per il suo spettacolo “Spettri”. "Faccio parte del Teatro Valle Occupato a Roma che aderisce al movimento e sono venuto qui per scoprire la realtà bolzanina attorno a queste tematiche. Personalmente ritengo che di cultura ci si possa cibare a differenza della finanza, quindi bisognerebbe rivedere alcune priorità di chi ci governa. Seguo con attenzione, inoltre, il dibattito attorno alla democrazia diretta e il sistema referendario che ritengo una conseguenza di un deficit di rappresentanza enorme. Attualmente, infatti, si procede alla semplice vidimazione di listoni preparati, in modo più o meno affidabile, dai vertici dei partiti e senza possibilità di intervento: non credo che questa possa essere una caratteristica di un sistema che si definisce democratico".
Alan Conti


Firmian, la casa del teatro per bambini


La conferenza stampa di presentazione
BOLZANO. Firmian è un quartiere giovane, con tante famiglie e bambini piccoli. Parte da questi dati statistici la seconda edizione di “Firmian, il tuo futuro”, programma di manifestazioni ideato dal Dipartimento alla Cultura della Provincia che intende innestare gli eventi culturali all’interno di quartieri e rioni popolari. Affidato il cartellone nelle mani del Teatro Cristallo ecco che il programma di “Firmian, il tuo futuro 2” ha preso forma modellandosi proprio sui bisogni dei bimbi. E’ nata così una manifestazione formata da sei spettacoli incentrati sull’uso di burattini, narrazioni di favole e sfoggio di colori. Tutto gratuito e tutto in scena presso l’Auditorium del nuovo liceo sociale Pascoli nel cuore di Firmian in via Deledda. Non solo, tra ottobre e marzo presso la sala della parrocchia Madre Teresa di Calcutta in via Puccini sarà possibile partecipare a un laboratorio teatrale per bambini in età prescolare tenuto dall’attrice e collaboratrice di Teatro Blu Barbara Fingerle. Un percorso che pone particolare accento sul coinvolgimento dei genitori nello sviluppo delle capacità artistiche ed espressive dei piccoli.
 Tornando agli spettacoli, tutti in programma il sabato pomeriggio e presentati ieri in conferenza stampa dalla direttrice del Cristallo Gaia Carroli, si parte il 22 ottobre alle 16.30 con la storia di “Pinocchio” di Alberto De Bastiani "una rappresentazione universale conosciuta da praticamente tutte le culture". Il 19 novembre, sempre alle 16.30, sarà la volta de “La grande sfida fra il riccio e la lepre” di Teatro Glug: "Una tipica avventura – continua Carroli – di una coppia di opposti in cui il più debole riuscirà a vincere contro il più forte utilizzando l’astuzia". Sabato 3 dicembre proposta locale e natalizia con “La coperta di Natale” della Fondazione Aida e diretta dalla bolzanina Flora Sarrubbo. "Una babilonia di parole inventate e rime storpiate". Introduzione nel nuovo anno con lo spettacolo di sabato 21 gennaio “A pancia in su” del Teatro del Piccione, "una tenera storia incentrata sul rapporto affettivo tra fratelli". Il 4 febbraio è la volta de “L’Elefantino” della compagnia La Baracca che sfrutta le capacità di animazione dei…calzini. "Sono proprio questi indumenti a prendere vita e trasformarsi negli animali della giungla per un racconto che fa riflettere sul tema dell’integrazione delle diversità". Chiusura davvero originale e divertente con “Va dove ti porta il piede” di Laura Kibel."L’attrice – conclude Carroli – trasforma i suoi piedi e le sue gambe in fantastiche creature. Nasce così l’avventura di strani personaggi che, senza parlare, amano, soffrono e fanno ridere".
 Due, invece, i turni previsti per il laboratorio teatrale che potrà essere frequentato dal 10 ottobre al 28 novembre oppure dal 16 gennaio al 5 marzo, sempre di lunedì dalle 15 alle 16.30. L’insegnante e attrice Barbara Fingerle accoglierà i bambini dai 3 ai 6 anni, rigorosamente assieme a genitori o accompagnatori, per un percorso divertente e condiviso. I partecipanti andranno da un minimo di 10 a un massimo di 20 persone e tutto il laboratorio ha un costo di 30 euro. Per informazioni o prenotazioni rivolgersi al Teatro Cristallo, allo 0471/202016 oppure inviando una mail aprenotazioni@teatrocristallo.it.
 L’iniziativa, comunque, viene inserita dall’assessore provinciale competente Christian Tommasini in un quadro più generale "di manifestazioni che, da via Cagliari a Casanova, intendono portare la cultura nelle zone popolari della città e attrarre nuovo pubblico. Non solo, il tutto è preceduto da analisi socio demografiche in modo da calibrare al meglio l’offerta secondo le esigenze comuni. Concentrarsi sulle giovani generazioni, infine, ci permette di sperare in un futuro in cui la conoscenza risolva molte delle attuali paure".
Alan Conti 
 




Casanova, intanto, si gode la cultura




La locandina della festa



BOLZANO. Prima dell’asilo, dei negozi e del tanto chiacchierato lotto C è arrivata la cultura. Casanova è ormai il rione simbolo nell’immaginario bolzanino della richiesta di servizi, di una progettazione urbanistica incompleta e di una città che per ora vanta uno splendido sviluppo edile e poco più. Domenica, però, i residenti di Casanova hanno potuto incassare una piccola, ma significativa, vittoria. L’iniziativa “Insieme al Casanova” organizzata ieri dalla vicepresidenza provinciale con l’ufficio “Casa Haus Scuola Cultura” insieme ad Arci, Comune e le associazioni “Vispa Teresa” e “Bottega del Mondo” ha portato in via Emeri quella che può essere considerata a tutti gli effetti una piccola fiera dell’offerta culturale cittadina. Grazie a diversi stand, infatti, le associazioni o gli enti di produzione e organizzazione culturale del territorio hanno presentato qui le loro proposte per la stagione in arrivo. Il tutto condito da alcuni appuntamenti clou come la presentazione alle 11 del bando di concorso d’arte pubblica “Parco Casanova” oppure l’orchestra per ballare, il servizio bar e ristorazione o la musica dal vivo che hanno animato la la festa fino alle 23, com buona pace di chi protesta sempre e comunque. L’occasione, insomma, è stata di quelle buone per dimostrare che il quartiere c’è e risponde, ma anche per andare a scoprire una porzione di città di cui si parla tanto e che, alla fine, non è conosciuta da tutti. Non a caso l’evento è stato salutato con entusiasmo anche dall’associazione di residenti “Laboratorio Casanova” costantemente impegnata per lo sviluppo del rione.
Il progetto “Insieme al Casanova”, comunque, nasce da lontano e affonda le radici nella volontà provinciale di portare la cultura a domicilio all’interno di zone popolari della città. Fautore del successo che ha mosso i primi passi con la promozione porta a porta di eventi culturali in via Cagliari e si è poi sviluppato attraverso gli appuntamenti estivi di “Don Bosco-Aspettando una piazza” è Sergio Camin. "Le manifestazioni che abbiamo proposto nel parco delle Semirurali e proprio nelle strade di Casanova hanno avuto un eccellente riscontro. Abbiamo soddisfatto gli obiettivi iniziali che erano legati alla ricerca di nuovi pubblici cui far conoscere l’offerta culturale complessiva e di spostare i luoghi di produzione culturale cercando, quindi, di stimolare una partecipazione diffusa con la collaborazione della Circoscrizione, dell’associazionismo di quartiere e degli enti che producono e promuovono cultura".  Proprio in occasione di uno di questi appuntamenti è nata l’idea che ha portato all’iniziativa di domenica. "La serata musicale “Cantarsuonando” che si è svolta a Casanova – continua Camin – si è rivelata un momento di gioia e di incontro fra il vicinato, sostanzialmente un momento importante all’interno del processo di costruzione di una comunità. Quella sera molti residenti hanno espresso il desiderio che non si trattasse di un episodio isolato ma che quel concerto fosse, al contrario, il primo di una serie di eventi in grado di ravvivare questa parte di Bolzano. Così abbiamo cercato di mettere in piedi qualcosa che potesse soddisfare sia gli adulti sia i bambini e, contemporaneamente, attirare persone anche dagli altri quartieri cittadini". Il vero salto di qualità, infatti, Casanova lo aspetta anche dalla capacità di attrattiva per non sentirsi sempre un corpo estraneo ed isolato. Prendersi una domenica per curiosare non può che aver fatto del bene a tutti.
Alan Conti


venerdì 14 ottobre 2011

Fiera Hotel: A Bolzano il futuro degli alberghi


Il logo della fiera Hotel che torna 

 Il cuore della fiera, però, è prima di tutto rappresentato dai 25.000 m² dell’area espositiva che vedrà protagonisti aziende specializzate del settore, ma anche importanti associazioni locali. L”Hgv”, per esempio, si presenterà con uno stand di grande impatto. "Avremo 400 m² a disposizione – spiega il presidente dell’Unione Albergatori Walter Meister – con tanto di ristorante curato dallo chef stellato Norbert Niederkofler e degustazione del caffè Schreyögg. Per l’occasione, comunque, cercheremo di presentare al meglio il portale “Booking Alto Adige” che già oggi viene utilizzato da 800 operatori alberghieri. Questa fiera, infatti, ci permette di curare sia l’aspetto promozionale sia quello legato ai contatti professionali". Il convegno dell’Unione, in programma mercoledì 19 dalle 9 alle 13, punterà tutto sul servizio, sempre con un occhio ben fisso al mondo del web. "Bisogna perseguire l’eccellenza, anche perché le molteplici piattaforme di valutazione presenti in internet favoriscono la diffusione immediata di informazioni su eventuali negligenze con conseguenze devastanti". Indirizzi come “Booking” o “Trip Advisor”, insomma, sono croce e delizia degli operatori, come testimonia l’attenzione posta sul tema pure dall’associazione dei “Giovani Albergatori”. Durante la loro promozione degli aperitivi da bar con prodotti locali in fiera, infatti, saranno loro a curare il convegno “Social Media” di lunedì 17 dalle 9.30 alle 12. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: nel 2010 i soggiorni italiani prenotati sul web sono stati il 35% e l’80% delle strutture è presente sul web con un 54% che permette direttamente la prenotazione on-line. Non solo, un albergo su cinque ha una pagina su Facebook, mentre per i villaggi turistici questa percentuale sale al 44% e gli ostelli al 45%. Il futuro, insomma, guarda in questa direzione.
 La fiera “Hotel”, comunque, intende migliorare le 18.000 presenze registrate nel 2010 che segnarono un incremento di pubblico pari al 7,4% e sarà anche l’occasione per ribadire alcuni numeri che fotografano lo stato di salute del turismo in Alto Adige. Gli arrivi, infatti, sono cresciuti del 3,3%, i pernottamenti sono saliti del 2,4% toccando quota 28,7 milioni di notti e un totale di 5,7 milioni di turisti. Molti dei quali arrivano per ammirare le Dolomiti patrimonio dell’Unesco e oggetto del convegno in programma giovedì 20 dalle 9 alle 12 con la partecipazione di Reinhold Messner. A fare da catalizzatore, inoltre, c’è il settore enogastronomico curato in fiera con particolare attenzione dalle aziende dell’alimentare interne all’Unione Commercio e Turismo che nel settore conta circa 500 attività. Dalla degustazione dei cuori di castagna quotidiana alla proclamazione del miglior “Schüttelbrot” in programma mercoledì mattina, non mancherà la promozione dei prodotti locali. Rientrano a pieno diritto nella categoria d’eccellenze i vini nostrani presentati da “Autochtona”con oltre 100 aziende provenienti da 18 regioni pronte a proporre le quasi 300 etichette in esposizione. Unica discriminante è che tutti i vini siano provenienti almeno al 95% da vitigni italiani. L’Alto Adige, dal canto suo, cercherà di imporsi con l’iniziativa “Tasting Lagrein” in programma mercoledì che vedrà protagonisti 16 produttori aderenti all’associazione vignaioli che proporranno 21 diverse etichette di questo rosso. Attesi per l’evento oltre 1300 operatori oltre a una nutrita presenza di wine journalist italiani e esteri.
 La fiera “Hotel”, comunque, rimarrà aperta da lunedì 17 a giovedì 20 dalle ore 9.30 alle 18 puntando, evidentemente, a un pubblico specializzato. Non particolarmente popolari i prezzi del biglietto che variano dai 25 euro per chi paga alle casse e i 12 euro di chi si prenota on-line. 
Alan Conti



Ale premiato dalla scuola e...dai Modà!


Un'immagine della band dei Modà

BOLZANO. Il piccolo Ale è stato premiato ieri alle 16 presso l’Auditorium “Battisti” nell’ambito dei riconoscimenti alle eccellenze della scuola italiana. A ritirare materialmente il premio ci sarà mamma Emanuela Imprescia, mentre Ale interverrà alla premiazione grazie a un collegamento “Skype” realizzato per l’occasione. "Si tratta di un’iniziativa decisa di comune accordo dalla Sovrintendente e l’assessore" ci tiene a precisare Emanuela. Intanto l’altro ieri il gruppo di facebook “Polì Ale: un midollo per la vita” che conta ormai più di 15.300 iscritti ha registrato un bel gesto della rock band dei “Modà” protagonista sabato scorso di un concerto a Trento. Sulla bacheca del gruppo, infatti, i musicisti hanno lasciato un messaggio per Ale. "Un caloroso abbraccio ad Ale, sua mamma, la sua famiglia intera – si legge nel post - e tutte le persone di questo gruppo. Siamo molto felici, nel nostro piccolo, di aver regalato qualche attimo di gioia a questo piccolo grande uomo. Ci rivediamo presto, i Modà". Nei giorni scorsi, infatti, Alessandro ha avuto l’occasione di incontrare i musicisti con cui ha avuto un divertente colloquio incentrato sulla musica e sul calcio ricevendo in dono anche un cappellino della band. "Ale era molto emozionato e felice di aver conosciuto dei ragazzi famosi che sono anche simpatici, disponibili ed attenti ai bambini speciali come lui" ha spiegato la mamma che poi ha assistito all’esibizione del gruppo. (a.c.)




mercoledì 12 ottobre 2011

Affidare la lirica alla Haydn? Si infiamma il dibattito


Gustav Kuhn, direttore della Haydn
BOLZANO. "E se la stagione della lirica si facesse sfruttando l’orchestra Haydn?". E’ bastata questa domanda, posta su facebook dall’ottavino della Haydn Alessandro Visintini per aprire un ampio dibattito che coinvolge il futuro della cultura bolzanina e affonda le radici nella recentissima polemica sulla funzione della Fondazione Teatro. "Il nostro bilancio- spiega Visintini – è praticamente sempre in pareggio, ad  esclusione forse di un paio di annualità, e produciamo ogni anno tra i 120 e i 130 spettacoli. Non solo, con il direttore Gustav  Kuhn siamo cresciuti moltissimo e siamo riusciti a salvarci da un periodo davvero difficile. Per questo potremmo veramente essere l’alternativa allo spreco che personalmente individuo nella Fondazione Teatro e l’Auditorium". In tempo di bilanci, però, l’aspetto della spesa incide parecchio e qualcuno chiede anche una programmazione che possa coinvolgere di più la componente locale senza fossilizzarsi solo sui capolavori del passato. "In merito ai costi, un musicista della Haydn guadagna tra i 1.500 e 2.500 euro di stipendio per 14 mensilità più premio produzione. Sulla programmazione, invece, bisogna accettare le scelte della direzione, ma non è così facile mettere in piedi iniziative ed eventi che si avvicinino alla realtà locale: bisognerebbe studiarne approfonditamente costi, tempi, modi e meccanismi". Sulla questione interviene anche il consigliere comunale di Sel Guido Margheri che esordisce con una stoccata all’Svp. "La Stella Alpina cittadina decide di tagliare nella cultura mentre continua a favorire prebende elettorali in altri settori. Ritengo, comunque, che la Haydn, anche grazie al lavoro del maestro Kuhn, sia oggi tra le quattro orchestre regionali migliori d’Italia e un patrimonio da difendere assolutamente. Al comune, oltretutto, La Haydn costa 180.000 euro, una cifra non astronomica se paragonata ai 2.300.000 girati alla Fondazione Teatro". Luca Sticcotti, giornalista e musicista, è chiaramente parte interessata all’argomento. "Parliamo di due istituzioni culturali molto diverse tra loro, con la Fondazione che ha certamente più “ombre” rispetto all’orchestra ed entrambe con una scarsa propensione a collaborare fra loro. Da fruitore, però, non posso negare che tendo a non ascoltare mai la Haydn perché propone poca musica moderna o contemporanea". Stessa linea programmatica per Andreas Perugini, esponente del Movimento 5 Stelle provinciale. "Perché non pensare a qualcosa che coinvolga anche i compositori locali come un concorso con musiche suonate poi dall’orchestra? E’ un peccato fossilizzarsi sempre e solo su proposte ottocentesche per venire incontro, magari, alle esigenze di un pubblico di anziani affezionati e rispondendo semplicemente a logiche commerciali. Trovo immorale, comunque, lo stipendio del direttore Kuhn, francamente troppo elevato, mentre il giudizio sui pareggi di bilancio dell’orchestra ha un significato relativo. Con le sovvenzioni in arrivo praticamente da tutti gli enti pubblici, infatti, sarebbe grave il contrario".
Alan Conti