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martedì 25 ottobre 2011

Otzi: dalla sua posizione la verità sulla morte?


La posizione di Otzi nel momento del suo ritrovamento

BOLZANO. Caduto a terra con il braccio sinistro sotto il corpo, coricato e poi spostato da qualcuno oppure dall’azione del ghiacciaio: i nuovi sviluppi attorno al giallo della morte di Ötzi potrebbero arrivare dagli studi sulla posizione della mummia. Nota la postura in cui è stato ritrovata, ora resta da stabilire se si tratti di una posa naturale oppure indotta. E’ stato questo, quindi, il tema forte della tavola rotonda tra esperti tenutasi ieri in inglese e tedesco all’interno dell’auditorium dell’Eurac nell’ambito del congresso sulla mummia. Gli studiosi che mano a mano si sono alternati negli studi radiografici, medici o archeologici hanno provato a mettersi a confronto su un nuovo fronte di studi, anche se a volte la sensazione è quella di un avvitamento scientifico attorno a una vicenda che appare esaurita nelle sue possibili interpretazioni .
"Sono convinto - spiega il patologo Eduard Egarter Vigl - che la posizione attuale di Ötzi sia esattamente quella della morte. Probabilmente l’uomo nel momento in cui venne colpito dalla freccia era in stato di shock, non reattivo e con la zona del corpo ferita parzialmente paralizzata. Non è quindi così improbabile che possa avere assunto quella postura".  Una versione confermata dal radiologo Paul Gostner: "Il foro d'entrata della freccia che lo colpì è abbastanza ampio da causare un flusso di sangue corposo e le sue tracce attuali lasciano intendere che la posizione del braccio sinistro sia esattamente quella assunta al momento della morte". Albert Zink, direttore dell'Istituto per le mummie e l'Iceman dell’Eurac, nella sua veste di moderatore ha provato a lanciare un nuovo tema di discussione: "Dopo essere stato colpito dalla freccia, Ötzi è caduto su una roccia oppure è stato semplicemente avvicinato?".Domanda colta da Alessandro Vanzetti, archeologo dell’università La Sapienza di Roma, che ha provato d fornire la propria interpretazione: "Non credo che la sua posizione di morte fosse questa che mi sembra il risultato dell'azione del ghiacciaio. Proprio il braccio sinistro ha una collocazione talmente innaturale da risultare inspiegabile. In quelle condizioni, infatti, si può registrare una sufficiente reidratazione da permettere una piccola ma decisiva rotazione dell'arto nel tempo. C'è, inoltre, la possibilità che la località del ritrovo non sia esattamente la stessa del decesso". "Dalla mia esperienza – la risposta di Zink - ritengo che non sia possibile muovere un braccio di un corpo mummificato senza lasciare segni evidenti che in questo particolare contesto non abbiamo riscontrato. Mi lascia perplesso, entrando nel dettaglio, l’assenza di tracce di questo possibile movimento nei capillari". L'archeologo Walter Leitner, dal canto suo, si è occupato dello scenario di morte lasciando aleggiare l’ombra di una possibile nuova teoria. "Gli elementi dell'area indicano tutti una situazione di violenza non finalizzata a un furto. L'equipaggiamento dell’uomo, infatti, è arrivato a noi intatto anche nelle sue componenti di maggiore utilità. Sappiamo, però, che nel Neolitico la posizione di Ötzi era abbastanza comune nei seppellimenti. È possibile, mi chiedo, che la lastra su cui è stato adagiato fosse anche una rudimentale tomba?". Alla domanda, in conclusione, prova a dare una risposta Vanzetti: "Non ci sono elementi che ci dicano con esattezza se il corpo sia finito sulla roccia per caso oppure sia stato adagiato".
Alan Conti

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