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sabato 26 marzo 2011
Applausi per gli alpini e il sindaco Svp
25 marzo 2011 — pagina 18 sezione: Cronaca
BOLZANO. Applausi per gli alpini e per il sindaco Svp presente in sala. Il concerto della fanfara degli alpini all’auditorium Haydn ieri ha celebrato a dovere il primo segnale di distensione nelle manifestazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia con la presenza, in prima fila al fianco del sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, del Presidente del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher eletto tra le fila dell’Svp. Un gesto distensivo ribadito dallo stesso Komptascher: «Un atto dovuto data la mia rappresentanza di tutti i Comuni dell’Alto Adige, anche quelli a maggioranza italiana che intendono celebrare doverosamente la ricorrenza». Una presenza particolarmente significativa proprio per la sua valenza istituzionale, molto apprezzata dai cittadini che hanno voluto partecipare all’evento organizzato dal Comune. Durante l’inno nazionale di chiusura, comunque, pur non cantandolo, Kompatscher non ha battuto ciglio nell’alzarsi in piedi come tutta la sala. Nessuna forzatura, quindi, ma una semplice partecipazione composta. Nelle prime file, oltre a Spagnolli, alcuni dei (pochi) sindaci italiani dell’Alto Adige: Liliana Di Fede (Laives), Bendetto Zito (Bronzolo), Alessandro Beati (Vadena) e Girogio Giacomozzi (Salorno).
Al termine dello spettacolo, il comandante delle truppe alpine Alberto Primicerj ha voluto salutare la città: «Siamo molto contenti di questo concerto che speriamo possa essere felice preludio alla prossima adunata del 2012. Gli alpini hanno sempre fatto molto per Bolzano. Non ci siamo mai tirati indietro». Insomma, una festa che non vuole offendere nessuno. Concetto ribadito da Spagnolli: «Le penne nere sono un esempio straordinario della nostra comunità multiforme. Non c’è traccia, come vedete, di rivendicazioni nazionaliste».
Il vero protagonista della mattinata, però, è stato Arno Kompatscher. Il suo gesto distensivo ha colpito - dopo l’atetggiamento muscolare di Durnwalder ed un 17 marzo festeggiato in sordina - è piaciuto molto ai bolzanini. «Il Risorgimento italiano nasce dai valori più puri della Rivoluzione Francese - spiega Maurizio Ruffo, ex alpino - e solo per questo andrebbe celebrato senza particolari distinzioni di bandiera. La presenza di Kompatscher è un atto intelligente e di vera cortesia». Angela Trolese e Fulvio Perucatti indicano con orgoglio Kompatscher: «Siamo cittadini di Fiè e siamo fieri di avere un sindaco così. Non dovrebbe essere il suo, comunque, l’atteggiamento insolito perché sarebbe stato davvero bello vedere anche il gruppo tedesco partecipare a queste feste. Non si tratta di andare contro nessuno e bisogna ammettere, comunque, che l’insofferenza è stata più politica che sociale». Elda Zaccherini ed Elisabetta Bertolucci, madre e figlia: «Finalmente pure la politica entra in sintonia con i desiderata della gente e un membro Svp ha deciso di partecipare alle manifestazioni. Diciamo che questo 150esimo è partito male, ma si sta riprendendo con il passare dei giorni, perlomeno a Bolzano. Qualcuno ha fatto il furbo e ha cercato di far passare queste manifestazioni come un movimento contro qualcosa, in realtà saremmo stati tutti molto contenti di vedere le bandiere tirolesi insieme a quelle italiane. Il nostro sindaco, infine, con l’atteggiamento dimesso che ha tenuto, non ha fatto altro che avvalorare questo clima» Presenti al concerto, logicamente, anche i vertici dell’Ana locale con il presidente ernando Scafariello e Giovanni Brotto: «C’è molta emozione nell’assistere, finalmente, a una manifestazione che sia in parte condivisa. Questo, chiaramente, aiuta pure la nostra adunata del 2012 che dovrà essere per tutti: italiani, tedeschi, ladini e stranieri. Le penne nere, infatti, non verranno qui a conquistare niente, ma solo per un evento importante e allegro. Bisogna ripeterlo con frequenza perché in questa Provincia c’è sempre il rischio della forzatura politica. Se c’è stato un successo, invece, della Festa dell’Unità d’Italia a Bolzano è sicuramente l’affetto popolare delle tante bandiere esposte ai balconi: noi l’abbiamo ancora appesa». Chiusura con Gruden Giovannini, internato militare italiano nei lager nazisti, 88 anni di amore per gli alpini e l’Italia: «Un sentimento che non poteva essere etichettato come semplice contrapposizione contro qualcun altro. Bene ha fatto Kompatscher a venire al concerto: ha onorato gli italiani e noi siamo pronti a fare lo stesso con il gruppo linguistico tedesco».
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Alan Conti
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