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domenica 20 marzo 2011
Lo slang bolzanino impazza su un «gruppo Facebook»
BOLZANO. Da "Sciangai" alle "vasche" di via Museo, passando per gli "scaveioni" e i boci che fanno "blaun". Hai voglia a dire che Bolzano è immersa in una realtà bilingue quando bastano appena tre giorni di apertura del gruppo su Facebook denominato «Lo slang di Bolzano» per rispolverare un linguaggio tipicamente cittadino che strappa sorrisi e ricordi e che sta coinvolgendo decine e decine di persone. L'idea, molto semplice quanto apprezzata, è venuta a Paolo Cagnan, giornalista dell'"Alto Adige": invitare i concittadini a raccogliere vocaboli, lessico e modi di dire tipici della nostra conca. In poche ore, come detto, l'entusiasmo si è tradotto in centinaia di post: un autentico diluvio di interventi che ha già permesso la pubblicazione di una prima parte del vocabolario e successiva integrazione. Un elenco che, di fatto, ripercorre la storia della città dai balli "sbregamutande" fino alle ubriacature contemporanee identificate, tra le altre, con un "tirarsi la pezza". Il tutto, ovviamente, è aperto anche al gruppo linguistico tedesco perché lo slang è chiaramente influenzato pure dalla contaminazione etnica. A guardare gran parte degli interventi, comunque, ci si può concedere una prima lampante riflessione: l'italiano dei bolzanini è figlio diretto del veneto e l'immigrazione dei connazionali ha avuto lo stesso incessante ritmo nei quartieri popolari come Don Bosco ed Europa e nei modi di dire. Vale la pena, dunque, prendersi qualche minuto, cercare il gruppo e scorrere i post per scoprire anche come ci si divertiva nella Bolzano passata circumnavigando, chiaramente, le terre dove più facilmente attecchisce lo slang come il mondo giovanile, gli insulti, il sesso, le prese in giro o i semplici proverbi. Difficile tracciare una linea di demarcazione netta, ma un piccolo consiglio per chi cerca nuovi interventi può essere quello di cercare nella propria memoria quelle espressioni che amici non bolzanini non hanno mancato di farvi notare. C'è spazio, comunque, anche per appunti storici molto interessanti come quel proposto da Massimo Sputore: «Fino agli anni Settanta, Bolzano era ancora divisa per quartieri e le compagnie stavano ognuna nel proprio, spartite grosso modo in Piani, Gries, Piazza Matteotti, Oltrisarco, Via Resia e Don Bosco. Ognuno, quindi, ha sviluppato un proprio slang che poi si sono mescolati in locali come il New Pub creando il linguaggio giovanile unico di Bolzano». Noi bolzanini che sosteniamo di non avere un dialetto. (a.c.)
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