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venerdì 18 marzo 2011
I residenti di S.Giacomo: vogliamo meno traffico e un asilo nido per i bimbi
di Alan Conti
zoom . BOLZANO. La denominazione ufficiale è solo il primo passo. L'aggiunta di San Giacomo alla dizione della circoscrizione Oltrisarco-Aslago è novità gradita oltre Maso della Pieve, ma la speranza, adesso, è che agli atti burocratici seguano delle misure concrete. Traffico a velocità sostenuta da controllare, commercio da rilanciare dopo il crollo del 40% del passaggio seguito all'apertura della nuova galleria della Ss12, ma anche la voglia di una pista ciclabile e di un parco più vicino del Mignone: queste le richieste principali di chi a San Giacomo abita o lavora. Essere parte della circoscrizione non è certo una novità, ma ora si chiede un salto di qualità con misure concrete o progetti a lungo termine. «La velocità delle auto - cominciano Raffaella Trimarchi e Fernanda Garlato - è il cruccio maggiore per chi abita qui. Da quando gran parte del traffico si è riversato nella galleria, infatti, i pochi che passano di qua lo fanno schiacciando l'acceleratore senza rispettare il limite dei 40 km/h. Sarebbe ora di intervenire con qualche controllo o, molto più semplicemente, con l'installazione di un dosso dissuasore. A livello di strutture, invece, sarebbe auspicabile l'istituzione di un asilo nido pubblico, soprattutto alla luce delle nuove famiglie che arriveranno ad abitare a San Giacomo». Concorda sulla questione dell'asilo anche Aurora Canova: «Oggi ne abbiamo solo uno privato, gestito da una cooperativa e nel quale è molto difficile trovare posto. Il nido servirebbe subito e a maggior ragione con i futuri insediamenti. Tasto dolente è pure quello delle zone verdi, con un parco troppo piccolo per soddisfare le esigenze delle famiglie di San Giacomo. Se alle dimensioni aggiungiamo pure la frequentazione di alcune bande di piccoli teppisti cui bisogna chiedere il permesso persino per utilizzare l'altalena ecco che il quadro, sconfortante, è completo. Molto scomodo, infine, l'orario di apertura dell'unico supermercato della zona che chiude tutta la domenica, ma anche il lunedì. La conseguenza è che moltissimi residenti si recano nei grandi ipermercati della zona industriale». Franco Brottisella, dal canto suo, analizza nel dettaglio la situazione. «Il problema di San Giacomo è sostanzialmente legato alla sua conformazione: una striscia lunga e stretta utilizzata unicamente come passaggio per le macchine. Evidente come non sia facile creare situazioni di ritrovo quando non puoi nemmeno contare su una piazza principale. Tutto questo si riflette nelle attività e nelle scelte dei commercianti che di sicuro preferiscono strade come via Claudia Augusta. Sarebbe auspicabile, infine, un prolungamento della ciclabile fino a qui perché i bambini sono sempre costretti a convivere con le auto di passaggio». Guarda la strada e scuote la testa Vilpan, titolare della lavanderia "San Giacomo". «L'apertura della galleria verso Laives ha causato un brusco calo del traffico. Un fenomeno che ha due facce: da una parte la tranquillità del transito minore di automobili e dall'altra un ricambio minore delle persone. In queste condizioni tutte le attività della zona devono riuscire a formarsi uno zoccolo duro di clienti residenti nelle vicinanze, altrimenti è dura andare avanti. Non a caso molti esercizi aprono e chiudono in continuazione». A scaldare il cuore delle mamme, però, è senza dubbio la questione parco. «Non è possibile - affermano all'unisono Barbara Coviello e Lucia Lasar - che il più vicino a noi sia quello del Mignone. L'unica alternativa vera è il parco delle Tambosi, comunque troppo lontano. Da accogliere, invece, la proposta di una pista ciclabile che possa connetterci con Laives da una parte e con Bolzano dall'altra». Chiusura con il bar "lo Hobbit", esercizio storico di San Giacomo: «Bisogna essere sinceri - la premessa della titolare Barbara Gasparini con Diego Jachemet - e dire che da quando è stata costruita la galleria il lavoro è calato di circa il 40%. Non si tratta di una semplice sensazione nel raffronto con il passato, ma di un'evidenza confermata dal sensibile aumento di passaggio e clientela nei giorni in cui il sottopasso è chiuso per lavori». «Detto questo, comunque, va sottolineato come la fidelizzazione sia l'arma vincente della zona e chi riesce a crearsi uno zoccolo duro di riferimento può continuare tranquillamente a lavorare senza troppi crucci. Noi, per esempio, contiamo molto su residenti e lavoratori, ma abbiamo la fortuna di avere clienti affezionati che provengono pure da altre zone della città. Entrare nella dizione della circoscrizione, comunque, è un elemento d'orgoglio», chiudono Gasparini e Jachemet.
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