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giovedì 31 marzo 2011

Clementi, graffi di Mannoia


Una chitarra e un microfono, talvolta nemmeno quello. Nell’armamentario di un cantautore non serve molto altro ed è esattamente questa la tavolozza musicale che si è posta davanti Maria Clementi nello scrivere ed eseguire la sua “Torna”, iscritta ad Upload dalla vicina Verona. Nulla di meglio, insomma, per cominciare a gettare uno sguardo anche oltre il confine provinciale e, tra tante band e gruppi affiatati, cattura l’attenzione la grinta di questa ventenne che infila nel brano la grinta da sbattere sul tavolo di chi si immagina un cantautorato tutto al maschile. Una voce che sembra prendere la rincorsa nello scavare una partenza bassa per poi tornare su sonorità dai livelli più replicabili: molto forte in questo modo di modulare il canto l’impronta di quella che certamente deve essere un modello per Maria, ovvero Fiorella Mannoia. "Sento delle affinità con la sua opera, certo, ma prendo spunti importanti anche dai lavori di Bob Dylan, Elton John e Vecchioni". La chitarra è forse l’elemento che stacca la musica Clementi dalla scia della tradizione per infilarla nel pieno della modernità, fatta di melodie che sempre più strizzano l’occhio al rock. Anche in questo, se vogliamo, si rivede parte del lavoro della Mannoia più contemporanea, sublimata nello splendido brano “L’amore si odia” realizzato assieme alla giovane Noemi. Molto soffuso, per tornare a “Torna”, il gioco degli eco, forse ancora strumento incerto e sotto valutazione da parte della stessa ragazza. La parte testuale si inserisce bene in questo gioco di ondeggiamenti tra la tradizione cantautorale e una visione moderna della musica con metafore usate con giudizio, talune originali altre già sentite, e un messaggio abbastanza immediato senza la necessità di eccessive esegesi. Strappa un sorriso il comparire di un “disco in vinile” come evidente omaggio a un metodo di fruire la musica che certamente Maria ha già conosciuto come “passato”, ma evidentemente affascinante. Azzeccata, inoltre, la scelta di una struttura piuttosto ordinata del brano già segnato da importanti graffi vocali che, in questo modo, riescono a essere gestiti meglio da una cantante che, giocoforza, non può vantare grandissima esperienza. Tutto, però, si inserisce perfettamente nel significato che l’autrice vuole dare alla sua musica: "Attraverso i miei brani voglio riuscire a trasmettere ciò che sento. La musica deve arrivare, senza pensare troppo". “Torna”, infatti, non fa pensare troppo: fa pensare il giusto.
Alan Conti

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