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lunedì 7 marzo 2011

Viale Europa: il declino della «sopraelevata». Hanno chiuso 15 negozi


Alan Conti
BOLZANO. Sentirsi come un'occasione buttata. E' quello che accade a commercianti ed esercenti della sopraelevata "Europa" che sovrasta l'incrocio di viale Europa con via del Ronco. Traffico inesistente, buona presenza di servizi, quartiere popolare, possibilità di spazi con addirittura un paio di gallerie a disposizione e varietà nell'offerta: tutti i requisiti messi sul tavolo dall'assessore Thomas Widmann sul tema centro commerciale naturale trovano qui applicazione naturale. Eppure dagli uffici provinciali la soluzione non è nemmeno stata vagliata e men che meno ci si è scomodati per fare foto promozionali al bancone dei vari bar. Messi da parte i grandi progetti, dunque, i commercianti della sopraelevata si rivolgono al Comune per chiedere migliorie più contenute: dalla riqualificazione di rampe d'accesso vetuste e imbrattate all'organizzazione di più iniziative che possano attirare i bolzanini. Il tutto, inoltre, all'interno di un rione che deve trovare delle soluzioni per scollarsi di dosso l'etichetta di "dormitorio". La partenza, con i fratelli Ivan e Giuliano Prearo dell'omonima acconciatura, è caratterizzata da un evergreen bolzanino: «Il parcheggio. La mancanza è davvero totale e i pochi fazzoletti a disposizione sono insufficienti. Sarebbe bello, inoltre, che si facesse più attenzione alla pulizia generale, soprattutto sui muri esterni. Non siamo contro i graffiti dei ragazzi, ma funzionerebbero molto di più se inseriti all'interno di un progetto artistico organico, come fatto sotto ponte Palermo. Positiva, invece, la visibilità che possiamo avere su via del Ronco e la conformazione commerciale della zona che permette di lavorare bene». Il cliente Gianni Nicoletti torna ad allargare le braccia sul discorso pulizia. «Un vero peccato perché basterebbe poco per ridare lustro alla sopraelevata. La disposizione dei negozi, inoltre, andrebbe ridisegnata per favorire l'afflusso di più bolzanini». Lì vicino, dal bancone del bar "Le Bistrò", Antonio D'Onofrio racconta cosa significhi lavorare un piano più in alto rispetto al resto della città. «La gente non passa di qui per caso, ma viene a cercarti. Logico che questo determini un'attenzione alla qualità, al servizio e all'educazione che deve essere più spiccata rispetto alle strade di passaggio. Non mi spiego, però, perché la nostra tassazione debba essere identica, per esempio, al bar dell'ospedale dove il transito è continuo. Sarebbe bello, comunque, che anche gli amministratori venissero una volta a fare un giro da queste parti e studiassero la possibilità di organizzare qualche manifestazione in un contesto tutto sommato favorevole. Noi, comunque, possiamo metterci del nostro e il successo delle particolari luminarie natalizie dimostra che, talvolta, l'iniziativa privata viene premiata». «L'unico mercatino che viene organizzato - interviene da un tavolino Antonio Palladino - è francamente brutto e sciatto. Il Comune cominci a investire i soldi per cancellare delle scritte presenti ormai da tantissimi anni». Per arrivare in alto, comunque, bisogna percorrere le scale mobili o le rampe «che sono inguardabili - sentenzia Stefano Menini dell'omonimo tabacchino - con pezzi di cemento armato cadenti, spuntoni e trascuratezza. Già è difficile avere visibilità e attirare la gente: con questo biglietto da visita tutto si complica. Noi, logicamente, ci rivolgiamo in modo particolare a residenti e lavoratori della zona, ma non è un mistero che negli ultimi tempi il lavoro sia calato. I parcheggi, inoltre, sono un altro tema delicato perché nulla è stato fatto per migliorare la recettività di una zona che conta palazzi provinciali, supermercato, servizi e, da poco, persino la sala giochi». Chi prova a dare la scossa sono Jessica Pronesti e Morris Pascal, da pochi mesi titolari del bar "Manager". «Prima di tutto ci vorrebbe una rampa di scale d'accesso direttamente dal centro di via del Ronco perché percorrere tutto il complesso è scomodo per i clienti, ma rappresenta un problema anche per i fornitori. Vero, invece, che il poco passaggio ha determinato la chiusura di molto negozi e nelle gallerie molti sono utilizzati unicamente come una vetrina. Per questo lavoriamo a un dehors curato e a diverse iniziative all'aperto che possano ravvivare la zona». Chiusura con chi la sopraelevata la conosce da 29 anni:+-di Alan Conti
zoom . BOLZANO. Sentirsi come un'occasione buttata. E' quello che accade a commercianti ed esercenti della sopraelevata "Europa" che sovrasta l'incrocio di viale Europa con via del Ronco. Traffico inesistente, buona presenza di servizi, quartiere popolare, possibilità di spazi con addirittura un paio di gallerie a disposizione e varietà nell'offerta: tutti i requisiti messi sul tavolo dall'assessore Thomas Widmann sul tema centro commerciale naturale trovano qui applicazione naturale. Eppure dagli uffici provinciali la soluzione non è nemmeno stata vagliata e men che meno ci si è scomodati per fare foto promozionali al bancone dei vari bar. Messi da parte i grandi progetti, dunque, i commercianti della sopraelevata si rivolgono al Comune per chiedere migliorie più contenute: dalla riqualificazione di rampe d'accesso vetuste e imbrattate all'organizzazione di più iniziative che possano attirare i bolzanini. Il tutto, inoltre, all'interno di un rione che deve trovare delle soluzioni per scollarsi di dosso l'etichetta di "dormitorio". La partenza, con i fratelli Ivan e Giuliano Prearo dell'omonima acconciatura, è caratterizzata da un evergreen bolzanino: «Il parcheggio. La mancanza è davvero totale e i pochi fazzoletti a disposizione sono insufficienti. Sarebbe bello, inoltre, che si facesse più attenzione alla pulizia generale, soprattutto sui muri esterni. Non siamo contro i graffiti dei ragazzi, ma funzionerebbero molto di più se inseriti all'interno di un progetto artistico organico, come fatto sotto ponte Palermo. Positiva, invece, la visibilità che possiamo avere su via del Ronco e la conformazione commerciale della zona che permette di lavorare bene». Il cliente Gianni Nicoletti torna ad allargare le braccia sul discorso pulizia. «Un vero peccato perché basterebbe poco per ridare lustro alla sopraelevata. La disposizione dei negozi, inoltre, andrebbe ridisegnata per favorire l'afflusso di più bolzanini». Lì vicino, dal bancone del bar "Le Bistrò", Antonio D'Onofrio racconta cosa significhi lavorare un piano più in alto rispetto al resto della città. «La gente non passa di qui per caso, ma viene a cercarti. Logico che questo determini un'attenzione alla qualità, al servizio e all'educazione che deve essere più spiccata rispetto alle strade di passaggio. Non mi spiego, però, perché la nostra tassazione debba essere identica, per esempio, al bar dell'ospedale dove il transito è continuo. Sarebbe bello, comunque, che anche gli amministratori venissero una volta a fare un giro da queste parti e studiassero la possibilità di organizzare qualche manifestazione in un contesto tutto sommato favorevole. Noi, comunque, possiamo metterci del nostro e il successo delle particolari luminarie natalizie dimostra che, talvolta, l'iniziativa privata viene premiata». «L'unico mercatino che viene organizzato - interviene da un tavolino Antonio Palladino - è francamente brutto e sciatto. Il Comune cominci a investire i soldi per cancellare delle scritte presenti ormai da tantissimi anni». Per arrivare in alto, comunque, bisogna percorrere le scale mobili o le rampe «che sono inguardabili - sentenzia Stefano Menini dell'omonimo tabacchino - con pezzi di cemento armato cadenti, spuntoni e trascuratezza. Già è difficile avere visibilità e attirare la gente: con questo biglietto da visita tutto si complica. Noi, logicamente, ci rivolgiamo in modo particolare a residenti e lavoratori della zona, ma non è un mistero che negli ultimi tempi il lavoro sia calato. I parcheggi, inoltre, sono un altro tema delicato perché nulla è stato fatto per migliorare la recettività di una zona che conta palazzi provinciali, supermercato, servizi e, da poco, persino la sala giochi». Chi prova a dare la scossa sono Jessica Pronesti e Morris Pascal, da pochi mesi titolari del bar "Manager". «Prima di tutto ci vorrebbe una rampa di scale d'accesso direttamente dal centro di via del Ronco perché percorrere tutto il complesso è scomodo per i clienti, ma rappresenta un problema anche per i fornitori. Vero, invece, che il poco passaggio ha determinato la chiusura di molto negozi e nelle gallerie molti sono utilizzati unicamente come una vetrina. Per questo lavoriamo a un dehors curato e a diverse iniziative all'aperto che possano ravvivare la zona». Chiusura con chi la sopraelevata la conosce da 29 anni: +-di Alan Conti
zoom . BOLZANO. Sentirsi come un'occasione buttata. E' quello che accade a commercianti ed esercenti della sopraelevata "Europa" che sovrasta l'incrocio di viale Europa con via del Ronco. Traffico inesistente, buona presenza di servizi, quartiere popolare, possibilità di spazi con addirittura un paio di gallerie a disposizione e varietà nell'offerta: tutti i requisiti messi sul tavolo dall'assessore Thomas Widmann sul tema centro commerciale naturale trovano qui applicazione naturale. Eppure dagli uffici provinciali la soluzione non è nemmeno stata vagliata e men che meno ci si è scomodati per fare foto promozionali al bancone dei vari bar. Messi da parte i grandi progetti, dunque, i commercianti della sopraelevata si rivolgono al Comune per chiedere migliorie più contenute: dalla riqualificazione di rampe d'accesso vetuste e imbrattate all'organizzazione di più iniziative che possano attirare i bolzanini. Il tutto, inoltre, all'interno di un rione che deve trovare delle soluzioni per scollarsi di dosso l'etichetta di "dormitorio". La partenza, con i fratelli Ivan e Giuliano Prearo dell'omonima acconciatura, è caratterizzata da un evergreen bolzanino: «Il parcheggio. La mancanza è davvero totale e i pochi fazzoletti a disposizione sono insufficienti. Sarebbe bello, inoltre, che si facesse più attenzione alla pulizia generale, soprattutto sui muri esterni. Non siamo contro i graffiti dei ragazzi, ma funzionerebbero molto di più se inseriti all'interno di un progetto artistico organico, come fatto sotto ponte Palermo. Positiva, invece, la visibilità che possiamo avere su via del Ronco e la conformazione commerciale della zona che permette di lavorare bene». Il cliente Gianni Nicoletti torna ad allargare le braccia sul discorso pulizia. «Un vero peccato perché basterebbe poco per ridare lustro alla sopraelevata. La disposizione dei negozi, inoltre, andrebbe ridisegnata per favorire l'afflusso di più bolzanini». Lì vicino, dal bancone del bar "Le Bistrò", Antonio D'Onofrio racconta cosa significhi lavorare un piano più in alto rispetto al resto della città. «La gente non passa di qui per caso, ma viene a cercarti. Logico che questo determini un'attenzione alla qualità, al servizio e all'educazione che deve essere più spiccata rispetto alle strade di passaggio. Non mi spiego, però, perché la nostra tassazione debba essere identica, per esempio, al bar dell'ospedale dove il transito è continuo. Sarebbe bello, comunque, che anche gli amministratori venissero una volta a fare un giro da queste parti e studiassero la possibilità di organizzare qualche manifestazione in un contesto tutto sommato favorevole. Noi, comunque, possiamo metterci del nostro e il successo delle particolari luminarie natalizie dimostra che, talvolta, l'iniziativa privata viene premiata». «L'unico mercatino che viene organizzato - interviene da un tavolino Antonio Palladino - è francamente brutto e sciatto. Il Comune cominci a investire i soldi per cancellare delle scritte presenti ormai da tantissimi anni». Per arrivare in alto, comunque, bisogna percorrere le scale mobili o le rampe «che sono inguardabili - sentenzia Stefano Menini dell'omonimo tabacchino - con pezzi di cemento armato cadenti, spuntoni e trascuratezza. Già è difficile avere visibilità e attirare la gente: con questo biglietto da visita tutto si complica. Noi, logicamente, ci rivolgiamo in modo particolare a residenti e lavoratori della zona, ma non è un mistero che negli ultimi tempi il lavoro sia calato. I parcheggi, inoltre, sono un altro tema delicato perché nulla è stato fatto per migliorare la recettività di una zona che conta palazzi provinciali, supermercato, servizi e, da poco, persino la sala giochi». Chi prova a dare la scossa sono Jessica Pronesti e Morris Pascal, da pochi mesi titolari del bar "Manager". «Prima di tutto ci vorrebbe una rampa di scale d'accesso direttamente dal centro di via del Ronco perché percorrere tutto il complesso è scomodo per i clienti, ma rappresenta un problema anche per i fornitori. Vero, invece, che il poco passaggio ha determinato la chiusura di molto negozi e nelle gallerie molti sono utilizzati unicamente come una vetrina. Per questo lavoriamo a un dehors curato e a diverse iniziative all'aperto che possano ravvivare la zona». Chiusura con chi la sopraelevata la conosce da 29 anni: Sonia Arcuri di "Mode Sonia". «Negli anni è cambiata radicalmente la situazione, con almeno 15 negozi che hanno chiuso i battenti. Spariti l'ortofrutta, la scarperia e gli esercizi di vicinato. Sull'abbigliamento, per esempio, sono rimasta l'unica. Evidente che l'invecchiamento del rione è tangibile e la sua conformazione di dormitorio sempre più marcata. Nonostante la forte presenza di servizi sul piano verso via del Ronco, che comprende pure supermercato e farmacia, poco o nulla viene fatto per noi. Non chiediamo moltissimo: sarebbe sufficiente, per esempio, un albero di Natale in comune o qualche manifestazione particolare. Noi, infine, potremmo proporre un indubbio vantaggio: non ci sarebbe nessuna strada da chiudere al traffico

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