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venerdì 25 marzo 2011
I circoli italiani: delusi dai politici
di Alan Conti
zoom . BOLZANO. La sensazione di aver avuto qualcosa di prezioso tra le mani e di esserselo lasciato sfuggire. È questa la prima reazione di chi rappresenta i circoli culturali bolzanini dopo le cerimonie per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Da destra a sinistra, la linea di demarcazione tra quello che è piaciuto e quello che non è stato digerito è netta e la spartizione tutto sommato simile: pollice alto per le bandiere sui balconi e l'amore per il proprio Paese, delusione per le polemiche politiche e la gestione dei partiti. «Purtroppo non abbiamo fatto una gran bella figura - il commento di Maurizio Puglisi del circolo "Giovanni Gentile" - e si poteva gestire il tutto molto meglio. Al primo posto degli atteggiamenti ingiustificabili, comunque, metto il presidente della Provincia Durnwalder. Dopo aver chiesto tanto a Roma, poteva almeno stare zitto». Nemmeno i partiti italiani, però, hanno lanciato particolari segnali di compattezza: «È vero, ciascuno è andato per conto suo in modo disordinato ed è stato un peccato. Un appunto, però, vorrei farlo alla deputata Michaela Biancofiore: poteva evitare di coprire il Duce a cavallo di Piffrader». Interessante l'analisi di Sepp De Vivo, membro del direttivo del circolo "Masetti": «Poteva essere l'occasione per dimostrare il nostro orgoglio di essere italiani, senza per forza cadere nel nazionalismo. A Bolzano, ogni cosa diventa politicamente complicata: persino le dichiarazioni del sindaco rispondono a logiche di equilibri di giunta. Francamente mi sento italiano, sono orgoglioso di esserlo, ma non sono contro qualcun altro». Per nulla soddisfatto il presidente e fondatore del circolo "La Comune" Sandro Forcato: «Tutto molto sottotono. Mi ha profondamente stupito questo prendere le distanze da parte del Landeshauptmann perché, come ha detto il presidente Usa Barak Obama, i valori del Risorgimento sono un patrimonio dell'Umanità mondiale e non solo dell'Italia». Domanda velenosa quella che pone Pietro Marangoni, presidente del circolo "La Stanza", a Durnwalder: «Vorrei sapere qual è l'Austria che rimpiange. Se parla di repubblica austriaca, infatti, è evidente che l'Alto Adige non ne è mai stato parte, mentre la nostalgia per la monarchia degli Asburgo, francamente, pare un poco fuori luogo. Non si trattava, comunque, di una celebrazione o di un festeggiamento, ma del semplice riconoscimento di un patrimonio culturale che ci consente di esporre il tricolore non solo per i Mondiali di calcio o per le rivendicazioni nazionaliste. Ha sbagliato, comunque, la politica italiana a dare l'impressione di non voler disturbare il vicino e ha sbagliato, evidentemente, la politica tedesca prendendo le distanze in modo così netto. Come circolo, comunque, organizzeremo una mostra sui Savoia per dimostrare attraverso la cultura quanta vicinanza ci fosse tra i regnanti e gli stessi Asburgo. Il 150º doveva essere questo: un momento di conoscenza». Ci sarebbe stato maggior successo, forse, se tutti avessero avuto lo spirito di Emo Magosso del circolo culturale Don Bosco: «Il mio più grande rammarico? Non aver potuto correre con i bersaglieri a causa di un'indisposizione. Sarebbe stato, da italiano, un momento davvero emozionante».
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