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domenica 31 luglio 2011
Aslago: bar svaligiato tre volte
30 luglio 2011 — pagina 15 sezione: Cronaca
BOLZANO. Tre furti in sei mesi, quattro in meno di un anno: se non è un record poco ci manca per la pizzeria “Haslach” di via Nicolodi che nella notte tra domenica e lunedì ha subito l’ennesima spaccata. È dal 24 febbraio che questo piccolo locale di quartiere viene preso di mira dai ladri: l’ammanco dell’ultimo furto è pari a circa 2.600 euro, gran parte legati all’incasso delle slot machine, in linea con gli episodi precedenti. La pizzeria Haslach, dunque, aggiunge per l’ennesima volta il suo nome alla lunga lista di bar cittadini che hanno subito furti con lo scopo di colpire le famose macchinette. «Sono entrati dalla finestra sul retro - le parole del titolare Rahman Moklasur, originario del Bangladesh - spaccando muro, inferriate e finestra con una spranga di ferro e un piccone che ho ritrovato nel sopralluogo di lunedì mattina». Già, perché solitamente la pizzeria il lunedì osserva il giorno di riposo: «Non eravamo nel locale e ci ha avvisato la Questura dell’accaduto, probabilmente sollecitata da alcuni residenti. La famiglia che abita esattamente sopra il locale, oltretutto, è in ferie». Due coincidenze che lasciano supporre una certa preparazione del colpo. «E’ possibile - continua Moklasur - anche se il modus operandi è stato differente dagli altri furti quando i ladri spaccarono la vetrina portando via pure buona parte del fondo cassa. Nel dettaglio, nel 2010 ci avevano rubato la macchinetta cambia soldi entrando dalla finestrella sopra la porta d’ingresso, il 24 febbraio hanno spaccato una delle due vetrine portando via l’incasso delle slot e danneggiando il registro cassa costato 1.300 euro, mentre il 14 marzo un giovane con il piccone portò via 800 euro ma venne fermato dalle forze dell’ordine». Il timore, a questo punto, è che ci sia un motivo dietro l’accanimento e i sospetti di qualcuno si sono concentrati proprio sul giovane del posto che fu arrestato in occasione del secondo furto. Nella notte di domenica, infatti, tra le 3 e le 4 è stato visto fuggire un ragazzo verso i boschi di Castel Flavon. «Io non so nulla - conclude senza sbilanciarsi Moklasur - e l’unica decisione che ho preso è di assicurarmi a dovere oltre a installare un sistema di videosorveglianza». (a.c.)
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Il Centro anziani tra le buche
30 luglio 2011 — pagina 15 sezione: Cronaca
BOLZANO. Tornare a casa sperando di non inciampare in qualche buca o di cadere in bici per colpa delle gobbe sull’asfalto. Sono anni che gli anziani che occupano i 18 appartamenti del Centro diurno dell’Assb e gli utenti degli ambulatori del distretto di via Claudia Augusta dribblano i pericoli. Avvallamenti, buche, crepe e cubetti saltati materializzano la gimkana dei senior. Il Comune stavolta non c’entra perché la strada è dei privati che negli ultimi dieci anni non ci hanno mai rimesso mano.
Qualche buca, per la verità, è stata anche ricoperta, ma senza risultati soddisfacenti.
L’unica soluzione, in assenza di una servitù di passaggio, sembra essere quella dell’esproprio. Se tutto filerà liscio a livello amministrativo e burocratico, quindi, nella primavera 2012 il problema potrebbe essere risolto.
All’interno del Centro gli stessi operatori confermano le difficoltà. «Siamo costretti a fare lo slalom per non cascare con la bici - dice Davide Di Bella - Sulla stradina, oltretutto, si affacciano gli ambulatori del distretto per fisioterapia e dietologia: il disagio, quindi, si estende anche ai pazienti».
Dello stesso tenore le dichiarazioni del collega Simone Marchetti: «La situazione crea dei malumori. Gli anziani hanno bisogno di una superficie regolare sulla quale camminare mentre i residenti spiegano che l’illuminazione è insufficiente dall’ingresso di via Claudia Augusta e da quello di via Aslago».
Matilde Marcon è una delle utenti del Centro Assb: «Serve un intervento urgente, siamo esasperati. Le buche sono evidenti e pericolose, io ho paura ad andare in bici e allora uso l’auto».
Luciana Trevisiol abita al Centro non ne può più: «Da 16 anni abito qui e mai che si sia trovata una soluzione. Qualche anziano è anche caduto, inciampando in una buca, ma gli episodi non hanno modificato la situazione. Ci siamo persino rivolti al sindaco e ancora niente. Nelle scorse settimane hanno provato a coprire alcune buche, ma si tratta di una misura inefficace che già in passato non ha funzionato». E non è tutto. «L’illuminazione dall’accesso di via Aslago è insufficiente. La verità è che qui, alla sera, è buio pesto e da giorni, aspettiamo che ci sostituiscano due lampadine del giroscale». L’ingegner Mario Begher, direttore della Ripartizione lavori pubblici del Comune, inquadra con precisione la situazione.
«La stradina appartiene ad una multiproprietà di frontisti e non esiste alcuna servitù di passaggio. Abbiamo provato ad avviare dei contatti, ma il Comune non può imporre alcun tipo di lavoro ai proprietari, quindi al momento abbiamo le mani legate. La soluzione, quindi, si potrebbe trovare attraverso un esproprio dopo la variazione di bilancio che comporterebbe un esborso simile all’istituzione della servitù. A quel punto, con la strada di proprietà pubblica, potremmo puntare alla riqualificazione che potrebbero iniziare a primavera 2012». Soluzione auspicata anche dall’assessore alle politiche sociali Mauro Randi: «Ci teniamo a fornire ai nostri utenti un accesso sicuro, ma si tratta di un problema di comunità perché il pericolo riguarda tutti. Gli anziani e gli stessi proprietari del terreno».
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Alan Conti
Il mondo cattolico: il nuovo presule coinvolga anche giovani e immigrati
29 luglio 2011 — pagina 03 sezione: Cronaca
BOLZANO. Nella scia di Karl Golser, ma con la capacità di proporre temi nuovi e condurre la Chiesa nelle sfide che si presenteranno in futuro. Parroci e personalità vicine al mondo ecclesiastico salutano la nomina di Ivo Muser all’episcopato con una composta soddisfazione e grande curiosità circa i temi forti del nuovo corso.
Un primo dato certo è che subentrare a una personalità come Golser non sarà facile. «Si diceva la stessa identica cosa dopo Egger - commenta don Olivo Ghezzi, parroco di Regina Pacis - e poi abbiamo scoperto la personalità di Golser». Parole di apprezzamento a Muser arrivano da don Luigi Cassaro, parroco del SS.Rosario di Oltrisarco. «Persona che stimo moltissimo e di cui condivido pienamente il rimando alla figura di Gesù. Inutile perdersi in tanti discorsi: il problema della chiesa è il rapporto con la fede e con lo stesso Cristo. Spesso si tende a ridurre tutto ai semplici comportamenti morali, ma la questione non è fare o meno qualcosa, ma il perché di determinate scelte. L’agenda dell’episcopato è inutile immaginarla adesso perché nessuno può prevedere quali saranno realmente le sfide che sarà chiamato a vincere». Ancora una volta, la scelta del vescovo avviene all’interno della parte più “accademica” della chiesa. «Generalizzando - interviene Ulderico Quaresima - esistono sostanzialmente una sezione teologica e una pastorale, la prima più attenta all’aspetto teorico e la seconda al pratico. Il vescovo, negli ultimi anni, è sempre stato scelto tra le fila del primo gruppo, quindi con la stessa forma mentis. La vera sfida, comunque, sarà quella di coinvolgere le famiglie perché sempre più abbiamo genitori che portano i figli al catechismo, ma non esercitano la fede in casa: è il segno di un sentirsi parte della comunità, ma non in modo totale». Da presidente del club “La Ruga” Maria Grazia Zanetti ha passato molti anni a contatto con il mondo parrocchiale a Oltrisarco. «Non sempre i laici sono trattati con la dovuta riconoscenza o considerazione e ho visto persone valide poco valorizzate. Questo deve cambiare, mentre mi auguro che il vescovo cerchi un contatto continuo con il mondo scolastico per cominciare presto a costruire un sentimento di comunità». «Il primo intervento pubblico di Muser - interviene Enio Marcelli, consiglio parrocchiale di Don Bosco - ha lasciato un’impressione di gran preparazione. A pescare sempre nel mondo della teologia, però, si corre il rischio di perdere di vista la realtà: toccherà a Muser cancellare queste preoccupazioni come fatto da Golser. La Chiesa delle origini, comunque, sceglieva i propri presbiteri selezionando i più saggi tra i laici: un ritorno alle radici, in un’ottica di crisi delle vocazioni, potrebbe essere positivo». Francesco Comina, coordinatore del Centro Pace, vuole una Chiesa inserita pienamente nel contemporaneo. «Bisogna insistere sulle questioni ambientali, di bioetica, prendere posizione contro le derive nazionalistiche e porsi come interlocutore pienamente aperto alla società attuale. Va potenziato, nell’ambito dell’immigrazione, il dialogo interreligioso». È membro di consiglio parrocchiale pure l’ex sindaco Giovanni Salghetti: «Muser sarà chiamato a dare forza a valori fondamentali come solidarietà e convivenza. L’età media dei sacerdoti, 65 anni, è un riflesso del mondo contemporaneo, ma avvicinarsi alla società è un impegno che non può che ripagare». Chiusura con le parole di Giovanni Benussi, ex presidente San Vincenzo: «Muser è molto preparato, garantisce un alto grado di spiritualità. Importante possa lavorare con fiducia perché non sarà facile subentrare a Golser, capace in poco tempo di lasciare un’impronta indelebile». (a.c.)
venerdì 29 luglio 2011
Spesa gratis per 24 lettori
28 luglio 2011 — pagina 28 sezione: Agenda
BOLZANO. Sono buste pesanti quelle consegnate ieri pomeriggio, all’Eurospar di via Roma, ai vincitori del concorso “Un anno di spesa con l’Alto Adige”, dal direttore del nostro quotidiano, Alberto Faustini, e dal capo area vendite dell’Aspiag (Gruppo Despar), Christian Gruber. I buoni da un minimo di 3 mesi a un massimo di un anno di spesa gratuita sono finiti nelle mani dei raggianti vincitori e già da oggi potranno essere spesi nei supermercati della Despar.
«Cosa c’è di più quotidiano del giornale abbinato alla spesa? - riflette il direttore Faustini - Questo concorso ha la capacità di entrare in stretto contatto con la società e ha permesso al giornale di raccontare certe dinamiche dall’interno». Per Christian Gruber, «oggi c’è molta più attenzione al prezzo e si cercano le offerte. E’ raro, oltretutto, assistere a grandi spese settimanali, mentre aumentano le piccole compere ogni due-tre giorni».
Il palcoscenico, però, ieri era tutto dei vincitori. «Questo buono - citiamo per tutti il commento dell’entusiasta Maria Zamboni, vincitrice di uno dei tre primi premi - lo userò solo per la spesa tradizionale ma lo sfizio di una bella e costosa fiorentina per me e mio marito me lo leverò».
Ma ecco l’elenco completo dei vincitori premiati ieri.
Un anno di spesa gratis: Maria Zamboni, Bolzano; Barbara Testini, Bolzano; Michele Pegoraro, Laives. Sei mesi di spesa gratis: Loretta Vecchiato, San Giacomo; Pina Zamboni, Prati di Vizze; Elia Bruna Endrizzi, Bolzano; Flavia Savio, Bolzano; Roberto Zeni, Salorno; Silvana Fabris, Bolzano; Emanuele Maglione, Bolzano; Pietro Cester, Laives; Giuseppe Lunardon, Merano. Tre mesi di spesa gratis: Giovanni Trevisanato, Bolzano; Adelino Rossi, Bolzano; Vilma Goffi, Bolzano; Adriana Damioli, Bolzano; Antonietta Gioiello, Bolzano; Jolanda Marchetti, Merano; Natalia Sartori, Merano; Mirella Ghiraldi, Bolzano; Fabiola Petilli, Bolzano; Renate Ballestriero, San Giacomo di Laives; Alessandra Rossin, Bolzano; Silvia Carpi, Bronzolo.
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Alan Conti
Piazza Tribunale potrebbe essere intitolata a Falcone e Borsellino
28 luglio 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca
BOLZANO. Intitolare piazza Tribunale ai magistrati Falcone e Borsellino. È questa la richiesta contenuta in una mozione bipartisan presentata ieri dal consigliere Matteo Degli Agostini (Idv). Il documento, con richiesta di procedura celere, propone di sottrarre la piazza all’anonimato della generica intitolazione al tribunale per renderla un omaggio ai due magistrati che hanno fatto della lotta alla mafia una bandiera. Scelta che è costata loro la vita. In calce alla mozione, le firme dei consiglieri Oberrauch (Forza Bolzano), Bacchiega (Pd), Tomada (Pdl), Foppa (Verdi), Della Ratta (Socialisti), Filippi (Cinquestelle), Margheri (Sel), Benedikter e Planer (Verdi-Projekt Bozen). (a.c.)
Assenze: Biancofiore si dovrà giustificare
28 luglio 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca
BOLZANO. L’onorevole Michaela Biancofiore dovrà giustificare le assenze dal consiglio comunale per non incorrere nell’iter giuridico di decadenza. Approvata ieri in tarda serata la delibera consiliare di avvio della procedura con un voto a larga maggioranza: 34 sì, 1 no, 2 astenuti.
Ora Biancofiore avrà 10 giorni di tempo per presentare le proprie giustificazioni, già anticipate da un documento dell’avvocato Maurizio Vezzali che ha addotto la presenza in Camera dei Deputati e nella Commissione Affari Esteri in qualità di segretario come motivazione di 54 assenze. Solo a quel punto, a settembre, la maggioranza comunale deciderà quale strada seguire: battaglia giuridica sulla decadenza oppure semplice presa d’atto delle giustifiche. Intanto anche ieri la poltrona della deputata è rimasta vuota.
«Oltre alla logica che vorrebbe nel Consiglio qualcuno che collabori fattivamente ai lavori - ha aperto la discussione il sindaco Luigi Spagnolli - dobbiamo tenere conto delle conseguenze di un procedimento che potrebbe finire come non desideriamo». Cauto anche Norbert Clementi (Svp): «Il problema è la brutta abitudine del Pdl di presentare candidati che poi non possono essere presenti negli organi istituzionali». Dai banchi del Pd il disco verde è limitato all’avvio della procedura: «Aspettiamo - così Sergio Bonagura - le giustificazioni che devono essere convincenti. In base a quelle decideremo se continuare con la delibera di decadenza». Si schiera apertamente con l’onorevole del Pdl, invece, Claudio Degasperi (Lega Nord): «La consigliera fa quello che è in suo diritto, inutile perdere sedute del consiglio comunale per semplici beghe di partito». Linea analoga per Enrico Lillo (Pdl-Berlusconi Presidente): «È un problema interno e non del consiglio. Il mancato rispetto dell’istituzione si vede anche nell’arrivare in ritardo, nel non rispondere alle interrogazioni o nell’avere atteggiamenti non adeguati». I numeri delle assenze vengono ribaditi dai consiglieri Pdl Paolo Bertolucci e Maria Teresa Tomada: «Parliamo di 27 sedute su 56 e due filotti di cinque consigli consecutivi. Non solo, alla Camera Biancofiore conta 76 presenze e 21 assenze calcolate sul voto. È imbarazzante chiedere la procedura per una compagna di partito, ma c’è chi nutre delle legittime aspirazioni di subentro. Non si può, però, farsi fermare dal timore di un esito avverso del ricorso». Lo statuto comunale, comunque, prevede la decadenza dopo assenza ingiustificata di cinque sedute consecutive oppure di un terzo del totale calcolato su un anno solare. La prima della lista degli eventuali subentranti sarebbe la consigliere di Circoscrizione Europa-Novacella Livia Maturi, gruppo Holzmann, il che, nei corridoi, viene indivduato come il vero bandolo della matassa. Guido Margheri (Sel), dal canto suo, auspica «l’inizio della procedura come atto di decoro e rispetto». Dura, invece, l’analisi di Claudio Della Ratta (Socialisti): «È demenziale che ci si accanisca per difendere un posto che non viene occupato». Matteo Degli Agostini (Idv) coglie la palla al balzo per chiedere «una revisione del regolamento del consiglio attraverso una mozione di modifica dei motivi di decadenza che abbassi da 5 a 3 le assenze consecutive ingiustificate». «65 assenze su 67 - l’opinione di Georg Mayr (Svp) - è davvero troppo, anche se per assurdo la sua assenza può essere un vantaggio per la maggioranza». (a.c.)
Biblioteca della Lub, tra i “fedelissimi” non solo studenti
28 luglio 2011 — pagina 27 sezione: Agenda
BOLZANO. Quattro piani dalle grandi dimensioni, possibilità di navigare in internet praticamente ovunque, lampada su ogni scrivania, una terrazza curata e una collezione di libri, dvd o quotidiani di tutto rispetto. Bastano questi elementi per fare della biblioteca della Lub, l’università di Bolzano, una delle strutture preferite tra i cittadini. Attenzione, parliamo proprio di cittadini comuni, escludendo temporaneamente studenti o docenti dell’ateneo. E’ la categoria degli “esterni”, infatti, a certificare concretamente il buon funzionamento di un servizio che negli ultimi 4 anni ha sempre centrato il 2º o 3º posto del prestigioso concorso internazionale di settore “Bix”. Non mancano, comunque, alcuni suggerimenti per migliorare ulteriormente.
«Sono un ingegnere - ci dice Günther Innerebner - e capita talvolta di frequentare corsi specialistici in ateneo. In queste occasioni amo passare del tempo in questa biblioteca che è validissima dal punto di vista ambientale, dell’arredo e permette di navigare in internet comodamente. Da ampliare, forse, il settore dei testi tecnici, ma so che si tratta di una struttura giovane».
Quotatissimo è il foyer che apre lo spazio della biblioteca ma rimane esterno rispetto alla zona di studio e silenzio imposto. La chiave del successo, oltre a una vetrata panoramica invidiabile affacciata su piazza Università (piazza Sernesi), è senz’altro l’ampia proposta di quotidiani offerti. Si va dalle testate locali a quelle nazionali, dai grandi media internazionali a riviste e giornali di partito.
«Venendo qui - spiegano Umberto Comparato e Marisa Ballis - abbiamo la possibilità di tenerci informati a 360 gradi. Una notizia interessante, infatti, può essere analizzata da più angolature, gratuitamente e senza sforzo. La ciliegina sulla torta, poi, è l’opportunità di stare a contatto con i giovani».
Bilancio approfondito dei pro e dei contro della biblioteca è quello tratteggiato da Angelo Ventura. «La struttura mi pare ottima, il personale educato e si può usufruire del vantaggio di sfogliare fisicamente i volumi, che non è possibile in tutte le biblioteche. Ci sono però degli aspetti da migliorare a partire dagli orari di apertura che, per venire incontro alla popolazione, bisognerebbe ampliare e lasciare l’entrata libera la sera anche agli esterni e non solo a studenti e docenti. E’ da risolvere, inoltre, l’errore di catalogare libri differenti con lo stesso numero identificativo perché in un sistema tanto automatizzato crea confusione».
Per gli esterni, comunque, offerte e servizi sono pressochè analoghi a quelli messi a disposizione di insegnanti o studenti.
«L’accesso - spiega il coordinatore dei servizi on-line, Paolo Buoso - è libero per tutti e abbiamo avuto, per esempio, una notevole frequentazione di maturandi che preparavano l’esame. Il servizio di prestito, invece, è a disposizione solo previo pagamento dell’iscrizione, 10 euro, così come i collegamenti interbibliotecari con le altre raccolte a Bressanone o Brunico. C’è infine la possibilità di farsi inviare particolari articoli specialistici mettendosi in contatto con la rete bibliotecaria mondiale, ma si paga un extra per coprire le spese di servizio». (a.c.)
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giovedì 28 luglio 2011
Piste ciclabili e ospedale, critiche alla Peintner
27 luglio 2011 — pagina 15 sezione: Cronaca
BOLZANO. Come riferito dall’Alto Adige nei giorni scorsi, la commissione comunale alla mobilità nella sua ultima riunione si è occupata della mobilità ciclabile a Bolzano. All’interno di questa discussione è tornato oggetto del dibattito la mobilità ciclabile intorno all’ospedale San Maurizio sui cui la commissione ha mandato una lunga nota al sindaco Spagnolli e all’assessore competente Judith Kofler-Peintner. In primo piano la questione annosa della sbarra di via della Vigna. La commissione aveva già espresso in altra sede una totale insoddisfazione in questa tematica e aveva chiesto all’assessore di istituire un tavolo di colloquio con il responsabili dell’Ospedale per trovare delle soluzioni alle questioni più urgenti. I problemi sono sempre i soliti: accessibilità ciclabile al Padiglione W; accessibilità ciclabile all’ospedale stesso (attualmente la pista finisce per strada); possibilità di attraversamento dell’area ospedaliera, anche in fase di cantiere (visto che durerà per anni); messa in sicurezza dell’uscita dal parcheggio auto (dove i ciclisti e le cicliste non vengono viste in tempo), soluzione per la sbarra di via della Vigna.
«Il tutto - scrivono i consiglieri al sindaco - per garantire il massimo della facilità per chi in bicicletta deve raggiungere l’ospedale. Dall’ultimo incontro avuto dall’assessora con i responsabili dell’ospedale non sono emersi dei risultati soddisfacenti, almeno così ci risulta dal report fattoci dall’assessora stessa». La Commissione chiede quindi che venga istituito un tavolo permanente tra la città, il San Maurizio e la Provincia che «abbia come scopo il confronto periodico su tutti i temi dell’accessibilità all’ospedale». (a.c.)
Via Roggia: le campane sforano i decibel
27 luglio 2011 — pagina 18 sezione: Cronaca
BOLZANO. Le campane di della chiesa del Sacro Cuore di via della Roggia la domenica mattina sforano i decibel previsti della legge. Lo dice una perizia dell’Ufficio Aria e rumore dell’Agenzia provinciale dell’ambiente, chiesta da alcuni abitanti della zona stufi dei rintocchi «insistenti» dei giorni di festa.
A capo della protesta chi non t’aspetti: Antonio Lampis, direttore della ripartizione Cultura Italiana in Provincia, e dj raffinato nei locali di tendenza. Che però di rumori molesti fuori dalla movida non ne vuole proprio sapere. Lampis, forte della perizia affidata al tecnico dell’Appa Richard Oberkalmsteiner, è il primo a scagliarsi contro il “concerto” festivo del campanile. «Suonano tutte le mattine alle nove per dieci infiniti minuti. Lo studio tecnico di controllo, per di più, dimostra che si tratta di un suono oltre i limiti previsti dalla legge». Vale la pena, dunque, analizzare le conclusioni della relazione firmata da Oberkalmsteiner. “Il suono delle campane - si legge nel documento tecnico - ha una durata lunga. Il primo suono delle ore 08:42 aveva una durata di 17 minuti, il suono delle campane alle ore 10:14 aveva una durata di 13 minuti”. Il primo punto controverso, dunque, riguarda una certa insistenza nei rintocchi, ma la reprimenda alla chiesa arriva poche righe dopo: “I rumori misurati non soddisfano i requisiti del rumore impulsivo e nemmeno quelli per i toni puri. Il valore assoluto di immissione diurno è pari a 62,7 decibel quando il valore limite per la zona II è pari a 55 decibel e per la zona III a 60db”. Rumore eccessivo, dunque, all’esterno, ma all’interno degli appartamenti la situazione è ancora più critica. «Il livello differenziale all’interno dell’abitazione - continua la relazione - è pari a 22,5 decibel calcolato sulla mezz’ora. Il valore limite diurno è pari a 5 decibel”. Un piccolo miglioramento potrebbe venire dal dimezzamento dei tempi di funzionamento delle campane “che comporterebbe - conclude Oberkalmsteiner - una diminuzione di 3 decibel dei livelli misurati».
Il dato scientifico, insomma, sembra dare ragione alle lamentele di residenti ed esercenti. Bruno De Villa abita proprio a pochi passi dalla chiesa eretta tra il 1897 e il 1899. «Alle 9 c’è sempre una grande confusione protratta per ore e la domenica è praticamente impossibile dormire oltre quell’orario. Durante la settimana il disagio è minimo, ma nelle mattine festive non nascondiamo una certa insofferenza». Un’altra residente sbotta: «Siamo esasperati, anche perché la razione di frastuono domenicale è doppia. Prima comincia il richiamo per la messa delle 9.15, poi tocca ai rintocchi delle 10.15. Nei giorni feriali a suonare sono solo le campane medie e piccole, ma nelle giornate di festa si aggiungono anche quelle grandi, per non parlare dell’inferno scatenato dalla Settimana Santa. Sarebbe ora che qualcuno intervenisse per mettere un freno a questa situazione». Marco Bertoli dal bancone del laboratorio “Il Gufo” è più diplomatico. Molti sono affezionati a questo suono. E bisogna rispettare tutte le sensibilità».
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Alan Conti
mercoledì 27 luglio 2011
Nei locali parte la colletta: una birra in meno a favore dei delfini
23 luglio 2011 — pagina 16 sezione: Cronaca
BOLZANO. Rinunciare a una birra per liberare una nave che combatte la pesca illegale e difende l’ambiente. La migliore risposta a chi invita a consumare alcol per premi più o meno goliardici arriva dal bolzanino Fabrizio Setti. Letta sull’Alto Adige la notizia della discussa festa, poi annullata, al Downtown, Setti ha fatto piazza pulita dei vari moralismi e, sempre attraverso le pagine di Facebook, ha lanciato una cotroproposta. «Chiedo a tutti di mettere da parte i due euro che avrebbero speso per una birra e devolverli per aiutare l’associazione “Sea Sheperd” a pagare la cauzione di 1.411.692,87 di dollari fissata dal governo britannico per la liberazione della nave “Steve Irwin”».
Necessario fare un passo indietro: Sea Sheperd è un’associazione nata da una costola di Greenpeace e la sua nave “Steve Irwin” dallo scorso venerdì 15 luglio è in stato di detenzione nelle isole Shetland Scozzesi. «La barca - spiega Setti che ha partecipato ad alcuni incontri dell’associazione tra cui quello italiano di La Spezia - è vittima di un contenzioso con l’azienda maltese Fish and Fish contrastata per una serie di attività illegali nella pesca del tonno rosso. Dopo un sabotaggio la ditta di Malta chiede un indennizzo. Nel caso questi soldi non venissero pagati c’è il rischio della confisca e della messa all’asta».
Rinunciare al boccale, insomma, potrebbe salvare un delfino. Le donazioni saranno possibili in alcuni locali di piazza Erbe questa sera e ogni weekend: hanno aderito Nadamas, Margi e lo stesso Downtown. (a.c.)
Disabili: chiude la casa-famiglia di via Dalmazia
26 luglio 2011 — pagina 18 sezione: Cronaca
BOLZANO. A gennaio chiuderà i battenti la casa-famiglia “Phoenix”, un appartamento Ipes di via Dalmazia che da una decina d’anni ospita tre disabili assistiti 23 ore al giorno su 24 dal personale qualificato della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). La decisione, figlia della volontà istituzionale di favorire uno sviluppo autonomo dei soggetti più deboli e di un possibile risparmio economico, ha diviso in due gli ospiti e sollevato diverse perplessità attorno al ruolo degli assistenti che operano nella struttura. «La Provincia vuole rendere autonomo un disabile bisognoso di assistenza», l’accusa tagliente di Mirco Tosini, residente di “Phoenix”, che critica una novità che potrebbe cambiargli la vita costringendolo a un passo indietro nel ritorno a casa dai propri genitori. «Palazzo Widmann pagherà fino a un massimo di nove ore al giorno di assistenza, 570 euro per l’accompagnamento e 400 euro di pensione di invalidità da aggiungere all’eventuale stipendio, quindi il supporto economico rimane consistente. Il problema è che così facendo si tolgono al disabile due sicurezze importanti: l’assistenza giornaliera continuativa 24 ore su 24 e la possibilità di non sentirsi soli essendo parte di una piccola comunità». Tosini, quindi, non nasconde una certa incertezza per il futuro: «Dopo sette anni che abito in questa struttura non posso negare un poco di apprensione per quello che potrebbe accadere nel 2012. Continuo a ripetermi che ce la farò organizzandomi la mia vita come facevo all’università e tornando a casa da mamma e papà. Certo che dopo tutta la fatica fatta per staccarmi, tornare dai genitori non è propriamente un successo. Direi, anzi, che si tratta dell’opposto concetto di “vita indipendente” tanto caro alla Provincia». Stoccata avvelenata, quindi, in direzione palazzo Widmann. «La tanto pubblicizzata volontà di coinvolgere il disabile nella società - conclude Tosini - si trasforma, nel concreto, in un rinchiuderlo nella sua casetta in attesa che il suo assistente arrivi. Magari dopo tre ore...». Stefano Minozzi, coinquilino di Tosini, tesoriere della Uilm e responsabile del progetto “Phoenix” è assai mai meno drastico. «La linea di principio della Provincia non mi dispiace e so di trovarmi in disaccordo con alcuni miei compagni. Al momento, comunque, si tratta di una situazione da definire, con molti punti che andranno chiariti. Il contratto della casa-famiglia scade a gennaio e abbiamo sempre proceduto a rinnovi annuali. Questa volta, evidentemente, si andrà verso una soluzione differente. Personalmente, per esempio, non ritengo necessaria un’assistenza di 23 ore su 24 e potrei tranquillamente accontentarmi di qualcosa in meno se tutto venisse inquadrato in un percorso di progressiva autonomia. Certo che sarà da chiarire la posizione del nostro personale attuale perché sarebbe un peccato perdere tanta professionalità a favore di un generico badante. Cercheremo, in questo senso, un punto d’incontro con la Provincia».
Dall’Ufficio soggetti portatori di handicap provinciale, intanto, interviene la direttrice Luciana Fiocca. «Stiamo semplicemente valutando in che modo possiamo promuovere l’autonomia personale di questi cittadini, seguendo un percorso consono a un progetto di vita indipendente. La struttura “Phoenix” è, al momento, a carico nostro così come lo sono spese e assistenze di un soggetto a casa propria. Non si tratta, dunque, di uno smantellamento o di una manifestazione di disinteresse al solo scopo di un risparmio economico. Le stesse cifre citate da Tosini, inoltre, sono da verificare perché potrebbero essere frutto di un fraintendimento».
Sul tavolo, infine, la questione del personale: «Ognuno sceglie la persona cui affidare la propria assistenza che, solitamente, può essere un badante o un familiare. Sopra i 1.800 euro, però, l’amministrazione provinciale chiede delle attestazioni specifiche per una questione di trasparenza. In ogni caso l’argomento sarà affrontato nei prossimi incontri in calendario con gli utenti».
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Alan Conti
lunedì 25 luglio 2011
Il tedesco adesso si impara sul palco ballando e recitando
24 luglio 2011 — pagina 29 sezione: Agenda
BOLZANO. «Veicolare il tedesco» è ormai un obiettivo cui si tende in tutta la provincia. Chiuso l’anno scolastico con il «metodo Clil» applicato a materie come la geografia e le scienze, si passa alle lingue utilizzate per insegnare l’arte. Con tanto di spettacolo finale. È andato in scena nell’aula magna del Liceo scientifico Torricelli, infatti, lo show di fine progetto per i percorsi «We Dance» in inglese e «So ein Theater» in tedesco organizzati dall’Azb. Per due settimane oltre cinquanta bambini hanno imparato a ballare in inglese oppure a recitare in tedesco: «Un’esperienza davvero importante - sottolinea la direttrice di Azb Marialuisa Cama - che permette di porre la questione linguistica e quella didattica sullo stesso livello».
Spettacolo e lingue, dunque, viaggiano su binari paralleli: «Certo, perché la nostra intenzione è quella di proporre un’alternativa per l’estate che consenta di imparare a fare qualcosa mentre si prende dimestichezza con il tedesco o l’inglese». In 15 giorni i bambini familiarizzano con le nozioni basilari del ballo o del mestiere dell’attore e lo fanno interiorizzando termini, espressioni e strutture grammaticali. Il tutto con l’obiettivo finale dello spettacolo da mostrare ai genitori a fine ciclo. «Sono motivati e raggiungono risultati importanti - ribadisce Cama - quindi possiamo anche vantare una punta d’orgoglio nel salire sul palcoscenico. Diversi di loro, infatti, sono al primo emozionante approccio con il ballo o il teatro. Un ringraziamento, comunque, va sicuramente inoltrato al liceo scientifico che ci permette di utilizzare la sua aula magna».
Uno dei tasselli più importanti dell’iniziativa dell’Azb sono chiaramente gli insegnanti: «Oltre che alle capacità didattiche nella lingua di riferimento - chiude la direttrice Azb - cerchiamo sempre di garantire una certa preparazione pure nella materia artistica insegnata. Rientra anche questo nell’obiettivo di non scindere mai i due insegnamenti». Una formula che sembra incontrare il favore delle famiglie altoatesine considerato il sostanziale «tutto esaurito» dei cicli proposti.
Il «cartellone» comunque non è esaurito e venerdì 29 luglio, sempre nell’aula magna del liceo di via Rovigo, andrà in scena lo spettacolo finale del ciclo attuale, come sempre aperto a tutto il pubblico interessato oltre che ai genitori direttamente coinvolti dalla presenza dei figli.
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Alan Conti
La richiesta: contratti integrativi contro l'emergenza carovita
BOLZANO. Stipendi bassi da combattere con una maggiore capacità di contrattazione, attenzione ai carichi familiari e nuova modulazione dell'Irpef in base al salario. Queste le prime reazioni dei sindacati presenti alla conferenza stampa organizzata ieri dall'Ipl. «Inchiesta interessante - il giudizio del segretario provinciale Uil Toni Serafini - anche se il dato sul turismo lascia perplessi considerando che molto spesso di tratta di mansioni stagionali con vitto e alloggio gratis. Il costo della vita, però, va affrontato attraverso una riforma che permetta di graduare l'Irpef sul reddito senza perdere di vista la necessità di garantire servizi all'altezza. Da incentivare di più, invece, la lotta all'evasione». Lucida autocritica al mondo sindacale arriva da Michele Buonerba segretario provinciale Cisl: «Ci vogliono più capacità e volontà in sede di contrattazione senza lasciare spazio ad atteggiamenti che portano a ritardi biblici. Se pensiamo ai sette anni di mancato rinnovo nel settore legno dell'artigianato possiamo capire quali danni possano creare l'ostruzionismo e le difficoltà nel trovare un accordo tra le associazioni sindacali sui punti da rivendicare con i datori di lavoro. La speranza è che i maggiori poteri che saranno assegnati alle organizzazioni sindacali di maggioranza nelle aziende possano abbattere i tempi di concertazione preliminare tra le sigle». Chiude Tony Tschenett dell'Asgb: «Certe rilevazioni andrebbero condotte su lordo e non sul netto perché solo così si possono considerare aspetti legati al sistema fiscale e ai carichi familiari».
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Stipendi: il 25% è sotto i 1.200 euro
di Alan Conti
BOLZANO. Un altoatesino su quattro guadagna meno di 1.200 euro al mese e il 60% dei lavoratori ritiene il proprio stipendio inadeguato al costo della vita provinciale e auspica un aumento in busta paga tra i 200 e i 400 euro. A livello di settore, invece, volano gli stipendi nella sanità, soddisfa la scuola, mentre risultano in picchiata artigianato e turismo. Presentata ieri la ricerca sui salari 2010 condotta dall'Istituto per la promozione dei lavoratori. Dalla statistica, condotta telefonicamente su un campione di circa 1.000 altoatesini, emerge con chiarezza un quadro di scarse retribuzioni che aumentano in caso di contratto integrativo di circa il 9%. Entrando nel dettaglio, si registra una percentuale del 28,5% di dipendenti che incassano meno di 1.200 euro al mese (tutti i dati al netto) e addirittura il 14,9% rimane al di sotto dei 1.000 euro. Curiosamente analoga, 14,9%, la quota dei privilegiati con stipendi superiori ai 2.000 euro. La maggioranza, però, si inserisce nell'intervallo 1.400-1.599. Più difficile la situazione delle donne che si collocano al 27,4% sotto i 1.000 euro contro il solo 3,4% degli uomini. Al netto dei contratti part-time, invece, i lavoratori sotto i 1.200 diventano 12,6% «una percentuale - commenta il curatore dello studio Mario Giovannacci - che comprende chi lavora a tempo pieno e si ritrova sulla soglia di povertà». Passando alla distinzione tra pubblico e privato, l'Ipl ha tenuto fissa la barra della media provinciale paragonandolo a tutte le risposte ricevute al sondaggio. Risulta, così, che nel settore privato si guadagna l'1,4% in meno rispetto alla media, mentre nel pubblico si supera del 5,1% il valore generale. Lo scorporo ulteriore per ambiti professionali certifica la convenienza del sistema sanitario (+16,8%) e della scuola (+7,2%), mentre evidenzia un crollo a picco di turismo (-15,5%) e artigianato (-15,6%). Sotto media pure il gruppo degli impiegati (-4%), sostanzialmente stabili, invece, industria (+0,7%) e commercio (0,6%). «I contratti stagionali, le tredicesime e le quattordicesime sono tutti trattati in modo da avere un valore mensile di riferimento», precisano i curatori. Ulteriore sentenza che sembra risaltare dallo studio Ipl è la possibilità di maggiore guadagno in aziende di grandi dimensioni. Nelle ditte con meno di 5 addetti, infatti, si incassa mediamente una paga del 6,5% inferiore rispetto alla media provinciale, in quelle tra i 6 e i 49 dipendenti si va in deficit del 2,6%, mentre dove si superano i 50 colleghi le retribuzioni sono superiori dell'8,7%. «È una questione di produttività e di protezione da parte dei sindacati. È evidente che a livelli di microimpresa la rappresentanza è scarsa o inesistente». Non solo, lo studio dimostra che dove è presente un accordo aziendale gli stipendi sono dell'8,6% più alti. «E' lampante - propone Giovannacci - che bisogna spingere verso la contrattazione prevedendo incrementi contributivi modulabili secondo l'andamento dell'azienda immunizzando così il rischio di impresa». Chiusura con i desiderata dei lavoratori altoatesini che al 48,9% vorrebbero tra i 200 e i 400 euro in più in busta paga e addirittura il 60,2% degli intervistati considera il proprio stipendio inadeguato all'elevato costo della vita in Alto Adige.
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Viaggi: attenti ai balzelli non dovuti
4 luglio 2011 — pagina 13 sezione: Cronaca
BOLZANO. La sezione bolzanina del Centro europeo consumatori, per bocca della consulente legale Monika Nardo, prende posizione dopo la denuncia di alcune agenzie di viaggio bolzanine circa un balzello inserito dalle strutture turistiche italiane che penalizza i connazionali in arrivo con tour operatori stranieri.
La questione riguarda - in parole povere - gli italiani che hanno comprato una vacanza italiana da tuor operator stranieri.
«Noi non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione specifica, ma ricordiamo che in materia di viaggi in tutti i Paesi dell’Ue è stata da tempo attuata una direttiva comunitaria che introduce una tutela minima per gli acquirenti di un pacchetto turistico». Differenze anche di 2.000 euro a famiglia spesso richiesti all’accettazione in reception, sottoforma di sottoscrizione di tessere fedeltà, per coprire presunti costi di servizi aggiuntivi come l’animazione in lingua di cui godrebbero gli ospiti italiani.
Insomma strane cifre e balzelli da pagare magari con l’agenzia che ti spiega che occorre pagare il servizio animatori. Di fatto un appianamento in loco della differenza di prezzo che generalmente intercorre tra le offerte dei tour operator stranieri per l’Italia e le omologhe dei competitor italiani. Il Cec precisa di non aver ricevuto contestazioni anche se spesso a ripianare la cifra sono state direttamente le agenzie di viaggio cui spetta la tutela del cliente.
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domenica 24 luglio 2011
Family Card estesa a tutte le famiglie in difficoltà
Entro la fine dell’anno la family card sarà estesa a tutte le famiglie deboli particolarmente in difficoltà a causa della crisi economica, con un occhio di riguardo per chi è stato colpito da cassa integrazione o licenziamento. A darne notizia è il consigliere comunale di Sel Guido Margheri al termine della seduta della commissione viabilità di ieri mattina. “Ho avuto un colloquio con l’assessore Mauro Randi – spiega Margheri – che ha assicurato l’estensione delle agevolazioni ai nuclei familiari particolarmente provati dalla congiuntura economica sfavorevole. L’attenzione posta ai cassaintegrati e ai disoccupati è sicuramente un bel segnale e un atto lodevole”. Al momento, comunque, la carta vantaggi “Family +” emessa dal Comune di Bolzano è destinata ai genitori con tre o più figli. Concretamente si tratta di una tessera che permette agevolazioni e vantaggi su alcuni servizi erogati dalla stessa amministrazione comunale, su attività di organizzazioni e associazioni aderenti oppure sconti su beni forniti da operatori economici aderenti. Si possono ottenere, per esempio, sconti del 20% sui prodotti parafarmaceutici nelle farmacie comunali, tariffe ridotte per lido e piscina coperta e riduzioni del 20% per l’Estate Ragazzi o Bambini. Sulla pagina dedicata del sito comunale, comunque, è possibile scaricare l’intera lista dei servizi agevolati e dei negozi, numerosi e divisi per settore, che applicano tariffe vantaggiose ai possessori della tessera. La richiesta della carta, logicamente, è gratuita e va inoltrata presso il proprio centro civico di competenza.
15 chilometri di nuove ciclabili
Bolzano città a misura di bicicletta, ma vietato cullarsi sugli allori. La rete ciclabile cittadina, infatti, va completata, ampliata e migliorata dal punto di vista della sicurezza. Se gli spostamenti con la bici in città sono 20.000 a giorno e il 30% dei bolzanini utilizza il mezzo più ecologico che esista, è evidente come le segnalazioni e le esigenze di migliorie si siano moltiplicate negli ultimi anni. La seduta di ieri della commissione comunale viabilità, quindi, si è concentrata interamente sullo stato attuale e gli sviluppi futuri della rete ciclabile bolzanina alla presenza dell’assessore competente Judith Kofler Peintner e del rappresentante dell’Ufficio mobilità Ivan Moroder. “Un terzo degli spostamenti nella nostra città – quantifica il consigliere di Sel Guido Margheri – avviene sulle due ruote, per un totale di 20.000 spostamenti quotidiani e un 30% di bolzanini che utilizza la bicicletta. Considerati i 210 incidenti annui, la commissione ha analizzato lo sviluppo futuro di una rete cui calcoliamo manchino 15 chilometri per essere completata a fronte di un investimento pluriennale di 15-20 milioni di euro”. Sul tavolo, quindi, sono comparse alcune modifiche che riguarderanno viabilità e sicurezza per i ciclisti. Diverse le soluzioni di cui si conosceva la volontà e che adesso godono pure di una tempistica di realizzazione. Entro il 2012, per esempio, via Claudia Augusta saluterà la sua nuova pista ciclabile: prima sarà realizzato il tratto dall’incrocio con via Santa Geltrude alla rotonda con via Roma e successivamente si proseguirà fino al cimitero. In fase di progettazione, invece, la predisposizione di una corsia dedicata in via Vittorio Veneto nel segmento tra il Grieserhof e le caserme. Storicamente critica, invece, la zona di via Martin Knoller e via Fago che, nelle indicazioni della commissione, deve essere risolta al più presto. Capitolo importante pure quello relativo ai nuovi rioni, con Casanova protagonista. Entro l’autunno, infatti, arriverà il raccordo fino alla ciclabile che corre lungo l’Isarco, mentre a settembre 2012 i cittadini potranno contare sul collegamento con Firmian che sarà realizzato sfruttando i lavori per il canale di servizio. Trecento, invece, saranno i metri che serviranno per agganciare ponte Adige alla pista che conduce nelle direzioni di Appiano e Merano. Possibile, inoltre, l’apertura di alcuni tratti pubblici o semi pubblici come il cancello delle poste nella zona Ortles-Similaun.
Sul tema sicurezza, invece, la commissione ha elaborato alcune riflessioni da recapitare sul tavolo della giunta. Non è un mistero che a Bolzano intersezioni e zone promiscue siano i tasti dolenti di una rete comunque invidiata da molte altre realtà italiane. Corso Libertà, via Cesare Battisti, l’incrocio tra via Dante e via Cassa di Risparmio, così come numerose rotonde o strade del Centro storico sono da sempre motivo di discussione. “Bisogna intervenire – chiarisce Margheri – sia sul piano concreto con una migliore segnaletica generale sia su quello educativo ponendo attenzione al comportamento dei ciclisti. La velocità esagerata di alcuni sportivi o di chi possiede il mezzo elettrico, per esempio, può rappresentare un pericolo così come chi guida con le mani staccate dal manubrio, al telefono cellulare oppure chi trasporta troppe borse della spesa. Persino chi va troppo piano può essere d’ostacolo, quindi attenzione, per esempio, ai bambini con le rotelle”. C’è, inoltre, il rapporto con i mezzi pesanti e piste ciclabili che corrono pericolosamente affiancate ai bus: “Questi veicoli hanno dei punti di visuale cieca per il conduttore, forse sarebbe bene apporre dei segnali che lo ricordino direttamente sul bus oppure nei luoghi sensibili”. C’è spazio, inoltre, per alcune sperimentazioni future come i pit-stop per il rifornimento acqua o ricarica della batteria elettrica lungo il percorso oppure l’aumento generale di rastrelliere.
Rimangono, comunque, alcuni nodi irrisolti tra cui l’annosa questione di via della Vigna. “E’ ormai necessario che si trovi una soluzione” insiste Margheri che dopo l’estate potrebbe dare seguito alla mozione sul tema approvata qualche settimana fa con una vera e propria delibera. Delicata, infine, la questione di viale Venezia e via Fiume “considerata una priorità da tutti – chiude al vetriolo il consigliere Sel – e considerata da nessuno nella riunione di commissione”.
mercoledì 20 luglio 2011
Conferme e rivoluzioni: è il mercato Nhl
Conferme e rivoluzioni. E’ un Nhl che cambia quella che, al solito, sta affrontando l’estate oscillando tra la noia dell’assenza totale di partite e i brividi dei colpi di mercato. Scambi, salary cap, free agent e restricted free agent, sotto il solleone, sostituiscono i vari puck, score e stick. Vale la pena, però, fermarsi per una breve ricapitolazione di alcuni tra i movimenti più importanti delle ultime settimane in modo da non ritrovarsi completamente spiazzati al rientro sui pattini per i training camp di settembre e l’inizio della regular season a ottobre.
Il boom fresco fresco di giornata è la sottoscrizione del prolungamento di contratto da parte di Stamkos con i Bolts, per la gioia dei Lightning e della Ea Sport. L’annunciato nuovo uomo copertina 2012 del celebre videogioco “Nhl” ha allungato la propria permanenza a Tampa Bay di altri cinque anni dopo una serie di colloqui fruttiferi con il gm dei Lightning Steve Yzerman. Per la verità erano ben poche le possibilità che l’enorme potenziale di questo ragazzino si dirigesse verso un’altra franchigia, dato che la condizione di “restricted” permetteva ad Yzerman di pareggiare sempre e comunque qualsiasi altra offerta. I New Jersey Devils, nel frattempo, hanno annunciato il nuoco coach DeBoer sollevando qualche incertezza. Valeva la pena rimanere l’ultima squadra per distacco ad annunciare l’allenatore per portarsi in panca un coach che in tanti anni di Florida Panthers non ha mai raggiunto i playoff e sono più le volte in cui ha deluso rispetto a quelle in cui ha convinto? L’hockey, si sa, è fatto per smentire pronostici e sensazioni.
Detto che i Blackhawks si sono concentrati nell’aumentare il peso specifico sul ghiaccio con gli ingaggi di Bowmann e Montador, senza alterare il cuore del team, vale la pena segnalare la costante attenzione dei Nashville Predators nel formare difensori di altissimo profilo. Il prossimo obiettivo nella città del country si chiama Ellis che probabilmente passerà la stagione in altalena tra Ahl e Nhl, ma di cui sentiremo parlare a lungo. Non sono movimenti di mercato, invece, i veri colpi dei Penguins che finalmente cominciano a registrare i primi recuperi sul ghiaccio delle stelle Malkin e Crosby. Considerando il premio come miglior allenatore assegnato a Bylsma la scorsa stagione, si può comprendere che a Pittsburgh ci si senta a pieno titolo nella ristretta lista dei favoriti per la prossima Stanley Cup. Doppietta di un certo peso anche quella realizzata dai Minnesota Wild che da San Josè si sono fatti recapitare in pacco chiuso Setoguchi e Heatley con il chiaro obiettivo di risolvere l'atavica carestia sottoporta della franchigia montanara. Un cambio che, come spesso accade, ha preso in contropiede i giocatori: dopo un momento di smarrimento, però, sono subentrate abbastanza in fretta le nuove ambizioni. Gli Sharks, dal canto loro, hanno confermato Ferriero e incassato Havlat proprio dai Wild.
Capitolo a parte meritano i Philadelphia Flyers, autenticamente rivoltati come un calzino. Il motivo principale della rivoluzione è legato alla gabbia e alla spasmodica ricerca di un portiere che possa infondere tranquillità. In Pennsylvania non se ne vedono da anni e tutte le fiches della franchigia il prossimo anno sono finite sulla ruota di Bryzgalov, ex Coyotes e campione della Stanley, seppur in parte da backup, con i Ducks. Nome di prospettiva, abbastanza solido, ma che avrà il non facile compito di reggere tanta pressione dimostrandosi al contempo un top goalie. Rimanendo nel campo degli arrivi ha lasciato a bocca aperta l’ingaggio del mitico Jagr, cavallo di ritorno dalla Russia che ha dimostrato ai Mondiali di essere ancora decisivo. Per lui si parlava di Pittsburgh o Detroit, ma ancora una volta è uscito il coniglio dal cappello di Jaromir. Ovviamente arrivi di tale portata hanno comportato delle rinunce, assai pesanti. Un pezzo di storia dei Flyers, infatti, saluta e se ne va: Carter ai Columbus Blue Jackets e Richards ai Los Angeles Kings in cambio di Simmonds, più i saluti di Ville Leino e Versteeg.
Chi è stato considerato la pepita dei free agent, invece, è senza dubbio Richards che dopo la corte serrata di diverse franchigie ha deciso di accasarsi al Madison Square Garden con la maglia dei Rangers. Importante anche il colpo Vokoun per i Capitals, così come Bergenheim e Versteeg per i Panthers e Ville Leino ed Ehrhoff per i Sabres.I Canucks, invece, confermano Bieksa, Lapierre e Higgins
Capitolo finale dedicato ai rookie con il nome rimbalzato ovunque di Nugent-Hopkins, prima scelta del draft di quest’anno da parte degli Edmonton Oilers, ma grande attenzione attira anche Landeskog agli Avalanche e Huberdeau dei Panthers.
Alan Conti
Estate: 4.000 studenti al lavoro
Le scuole riapriranno le aule a settembre, le Università vanno incontro al tradizionale mese di chiusura di agosto, ma per gli studenti l’estate può rappresentare una grande opportunità. Messi da parte libri e quaderni, infatti, da giugno in poi si può decidere di rimpolpare il proprio curriculum vitae e allargare il bagaglio personale di conoscenze con alcuni impieghi stagionali. Lavoro, certo, ma anche volontariato o tirocini, magari abbinati a un’esperienza all’estero per esercitare una lingua straniera. Il panorama delle offerte è vastissimo, ma bisogna sviluppare una certa abilità nella ricerca attraverso i vari canali che mettono a disposizione istituzioni e privati. Se sul puro mercato del lavoro la parte del leone la fa il settore alberghiero, ecco che nell’ambito delle esperienze formative o delle attività senza scopo di lucro il ventaglio si apre verso molteplici orizzonti. Possibilità, chiaramente, si annidano pure nel commercio, nell’artigianato e nel terziario, in minor misura nell’industria. Il punto di partenza, però, è capire se a interessare è l’aspetto puramente economico oppure se può prevalere la curiosità di una nuova esperienza di vita.
IL PORTALE PROVINCIALE. Una prima piattaforma da consultare, comunque, può essere il sito http://www.provincia.bz.it/kulturabteilung/jugendarbeit/sommerjobs.asp, indirizzo tanto lungo quanto interessante della pagina dedicata alle offerte estive del servizio giovani della Ripartizione Cultura Tedesca della Provincia. Assieme ai tanti consigli pratici su età, trattamento pensionistico, redazione di un curriculum vitae, preparazione a un colloquio o semplice modo di rapportarsi con le aziende, si incontrano nutrite liste di link altoatesini, esteri e italiani da contattare. Si va dal maso in val Venosta fino all’ufficio lavoro svedese: la scelta, insomma, non manca. Tra i tanti, destano una certa curiosità il contatto con i parchi divertimenti di Gardaland, Legoland, il portale ResortJobs che offre anche lavori sulle navi o StreetLife 2005 come azienda di animazione in Toscana. Proprio sul sito del regno di Prezzemolo a Lazise, per esempio, esiste una sezione di facile consultazione che permette l’invio della propria candidatura con effetto immediato. Molto spazio viene dedicato, inoltre, alle organizzazioni locali che offrono opportunità nell’ambito della lingue straniere: si va dall’Alpha Beta al Palladio passando per Cls, Ceef o Azb. Tutta l’Europa, infine, è potenzialmente accessibile per chi intende provare un’esperienza all’estero. A sottolineare l’importanza che l’amministrazione attribuisce al settore , comunque, c’è il recente cambio di competenza dal servizio giovani tedesco alla Ripartizione Lavoro. "Al centro di tutto – spiega il responsabile Helmuth Sinn – non mettiamo la singola prestazione lavorativa, quanto l’esperienza formativa e il raccordo tra le aziende e i ragazzi. Cominciare a prendere dimestichezza con il mondo professionale è fondamentale e i numeri dicono che l’esperienza funziona. Nel 2000, infatti, l’esperimento è partito con 2.100 giovani, oggi siamo a 4.116, con un trend in aumento a parte il lievissimo calo da 4.000 a 3.800 nel 2009 in piena crisi economica. La suddivisione per settori, inoltre, vede il 33% dei giovani (1.377) nell’alberghiero, il 25% nel commercio (1.020), il 16% nell’artigianato e il 14% nell’industria (595 contatti). A completare la torta la voce “Altro” con l’8%".
ESTATE RAGAZZI. Stona la mancanza di un portale tanto completo anche in lingua italiana dove, però, si può trovare terreno fertile all’ufficio comunale del servizio tempo libero che coordina le attività di Estate Ragazzi e Bambini, storico bacino di riferimento per i diplomati che siano maggiorenni. "Nel 2011 – fanno sapere l’assessore di competenza Judith Kofler Peintner e l’ufficio competente – abbiamo 143 ragazzi impegnati come coordinatori, vice o animatori distribuiti in 11 centri, di cui 7 per l’Estate Ragazzi e 4 per l’Estate Bambini. Una forza lavoro che serve 1275 bambini, di cui 726 delle elementari e 375 delle materne".
LA BORSA LAVORO. Nulla di male, ovviamente, nell’inserire il guadagno in cima alle proprie preferenze. Così, però, diventa determinante il mercato del lavoro ben rappresentato dalla borsa provinciale al sito www.provincia.bz.it/borsalavoro. Inserendo la discrimine del lavoro stagionale (impossibile fissare un’età) salta subito all’occhio la predominanza degli impieghi nel settore alberghiero. Sono 17, infatti, le offerte per camerieri, di cui molti con la richiesta specifica di studenti o studentesse, mentre per le pulizie e aiuto generale la quota si ferma a 7. Chiudono il quadro 2 proposte per aiuto cuoco, una per cuoco, animazione bambini e lavoro al desk. In totale, insomma, 28 posti da assegnare fino a ieri sera. Da mettere subito in preventivo, comunque, la disponibilità a spostarsi dalla città dato che si tratta nella totalità dei casi di sedi nelle valli turistiche, non sempre con vitto e alloggio garantiti. E’ bene, ma vale come discorso generale, vantare una buona conoscenza del tedesco data l’ubicazione e la maggioranza della clientela di riferimento.
VOLONTARIATO IN MONTAGNA. Vivere sulla propria pelle il duro rapporto con la vita alpina e scoprire le tradizioni più profonde dell’Alto Adige sono le ricchezze che mette sul piatto il Volontariato in Montagna. Nella sostanza, con un’età minima di 16 anni si può decidere di partire e portare il proprio aiuto in qualche maso della nostra provincia che, per le sue caratteristiche orografiche, presenta terreni particolarmente difficili da coltivare. "Il nostro ufficio – spiega la coordinatrice del progetto Monika Thaler – elabora un grado di difficoltà su una scala di 60, ma generalmente si tratta di pendii un po’ troppo ripidi per il passaggio di mezzi automatizzati". In cambio della forza lavoro offerta si viene ospitati dalla famiglia proprietaria del maso, scoprendone così abitudini e vita quotidiana. L’esperienza può durare da una settimana a tre mesi e può essere fatta da soli o in gruppo. "Nel 2010 abbiamo contato 17.432 giorni di intervento distribuiti su 288 masi su tutto il territorio provinciale. Dei volontari solo il 15% arriva dall’Alto Adige e il 4,5% dall’Italia: ci piacerebbe aumentare queste quote, consigliando però un minimo di preparazione in tedesco". Degli altoatesini, però, ben il 39% è bolzanino, mentre gli under 30 che aderiscono sono addirittura il 31% su un totale che si divide al 53% in uomini e 47% donne. Per inviare la propria richiesta, comunque, basta contattare lo 0471-999309, inviare una mail a info@masidimontagna.it oppure recarsi direttamente alla sede del Volontariato in montagna. Tra le tante offerte per il volontariato non vanno sottovalutate, infine, quelle legate ai cani con i canili particolarmente attivi nel periodo estivo, ma l’amore per gli amici a quattro zampe può anche trasformasi in un’attività redditizia considerando il proliferare di offerte per il servizio di dog-sitting nei negozi specializzati tra giugno e settembre.
CONSIGLI PER TROVARE LAVORO. Trovare un lavoro è forse la prima esperienza di vita importante per chi sceglie questa strada perché impone una certa dimestichezza con il mondo professionale. Vale la pena, dunque, prendere nota di alcuni consigli degli specialisti. La ricerca, prima di tutto, deve avvenire dopo un’onesta analisi delle proprie aspirazioni o capacità: inserirsi in un ambiente che non interessa non è consigliabile. Il sistema, a questo punto, deve seguire il concetto dei “tanti ami”, ovvero provare in molteplici direzioni: dal passaparola con gli amici ai contatti su internet passando per gli annunci dei giornali oppure la consegna del curriculum vitae a mano o via mail. Ecco, proprio il racconto della vostra carriera professionale, anche se breve, gioca un ruolo fondamentale. Vietato essere troppo sintetici né troppo prolissi: la perfetta via di mezzo è il prestampato del curriculum europeo facilmente rintracciabile sul sito della Provincia ricercando “Europass Curriculum Vitae”. Nel mettersi in contatto con le aziende, invece, è importante cercare di mantenere un interlocutore in carne ed ossa: meglio, quindi, un incaricato dei vari uffici personale piuttosto che un generico indirizzo aziendale. Passando all’eventuale colloquio, invece, attenzione a mostrarsi sicuri delle proprie potenzialità, ma non arroganti e senza la frenesia di volersi mettere in mostra. L’ultimo ingrediente necessario, infine, è un tocco di fortuna.
domenica 17 luglio 2011
Scuola: futuro bilingue e con il patentino
Classi bilingui in tutte le scuole italiane dell’Alto Adige e certificazione linguistica pari al patentino B per tutti gli studenti che conseguono il diploma. L’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini fissa, a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati statistici di fine anno scolastico, l’asticella della misure concrete che la politica intende adottare nell’ambito dell’istruzione plurilingue. La riflessione sui mesi passati, quindi, ben presto si trasforma in uno sguardo verso un futuro fissato entro il termine della legislatura nel 2013, quindi tra appena due anni. "Al momento – le parole dell’assessore – siamo in una fase di ampliamento del potenziamento linguistico, per cui a breve intendiamo attivare le classi bilingui nelle primarie di tutto il territorio per rispetto del concetto di pari opportunità. Le punte d’eccellenza hanno portato avanti la sperimentazione e continueranno a esserci, ma ora vogliamo innalzare il livello generale dell’offerta allargandola il più possibile". Non è un mistero, però, che tra i docenti serpeggi preoccupazione: in campo si gioca una partita che mette in palio una buona fetta di occupazione. "Conosciamo la situazione e siamo consci della necessità di trovare un punto d’equilibrio. Credo che una formula basata su 9-10 ore di insegnamento veicolare settimanale possa essere azzeccata. Non dimentichiamoci, comunque, che i numeri delle iscrizioni alla scuola primaria segnalano una costante crescita, quindi il bacino occupazionale resta solido". Non di solo elementari, però, può vivere la scuola altoatesina: "Vero – conferma Tommasini – e non a caso la sperimentazione comincerà a entrare anche alle medie dal prossimo anno. E’ nostra intenzione, comunque, stabilire degli obiettivi concreti da raggiungere sulla base delle certificazioni linguistiche. Sarà nostro preciso impegno, per esempio, condurre gli studenti a incamerare un attestato di conoscenza linguistica certificata pari al patentino B a conclusione delle scuole superiori: a breve presenteremo un documento ufficiale che stabilisca con precisione tutti gli step in relazione ai diversi gradi scolastici. In questo modo potremmo anestetizzare l’ansia da patentino e rendere i curriculum dei nostri ragazzi più solidi su scala europea". Le superiori, intanto, prossimo anno testeranno con mano la riforma. "Credo sia stato fatto un buon lavoro con il biennio unitario e la divisione nelle tre colonne di licei, istituti tecnici e professionali I primi dati sulle iscrizioni, intanto, indicano un’inversione di tendenza con un rallentamento del processo di liceizzazione. Dal punto di vista linguistico, invece, cercheremo di aumentare gli scambi con varie formule sia tra docenti sia tra i ragazzi. Qui, però, avremmo bisogno della collaborazione dell’Intendenza tedesca". Passiamo, infine, alla scuola dell’infanzia "dove proporrò un patto con le famiglie che le impegni, per esempio, a dedicare a casa 10-15 minuti a giochi nella seconda lingua. La società ci sta molto aiutando in questo cambiamento, ma abbiamo bisogno di una fattiva collaborazione con l’extrascuola per essere realmente efficaci. Gli accordi con il tessuto famigliare potranno poi essere uno strumento di coinvolgimento ampliabile".
Ieri, però, è stata anche giornata di numeri con le statistiche presentate a bilancio dell’annata appena conclusa al termine degli esami di Maturità. Proprio quest’ultimi hanno catalizzato l’attenzione con il 98,4% degli studenti che ha superato la prova e una provenienza del 54% dai licei, del 28,7% dagli istituti tecnici e del 17,1% dalle professionali. In totale si tratta di 884 ragazzi su 898 che hanno concluso positivamente il ciclo. Per quanto riguarda le votazioni finali, si registra un aumento dei punteggi alti con un 23,4% che si attesta tra l’81 e il 99, mentre sono 35 i ragazzi usciti con 100 e solo tre capaci di centrare pure la lode. Decresce del 2,46%, invece, il totale delle valutazioni tra il 61 e il 70. Fa riflettere, inoltre, il dato che vede la prima classe delle superiori come la più difficile con il 19,3% di studenti non ammessi e il 28,3% con sospensione di giudizio. "Dobbiamo migliorare – commenta la sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei – i processi di orientamento per abbassare questa soglia di errore. La riforma, in questo senso, può aiutarci". Analogo problema è stato registrato nella scuola tedesca "dove una politica di potenziamento dell’orientamento – spiega l’assessore Sabina Kasslatter Mur – sta cominciando a dare risultati migliori". Altro dato espressivo è il 15,84% di studenti sospesi in tedesco nella classe quarta delle superiori: spia evidente che a un soffio dalla conclusione del ciclo diversi ragazzi non raggiungono livelli sufficienti nell’apprendimento della seconda lingua. Uno sguardo, infine, agli esami di terza media superati dal 94% degli scolari, di cui il 5,3% addirittura con il massimo del punteggio. Il voto più quotato è stato il 6 ottenuto dal 29,9% degli scrutinati, anche se la tendenza rispetto all’anno scorso vede un livellamento verso i gradi medio-alti della scala valutativa e un contestuale abbassamento di eccellenze e situazioni particolarmente critiche.
Bolzanini: Grecia e Spagna le preferite
L’Italia che applica balzelli ai connazionali in arrivo con tour operator stranieri è solo l’ultimo colpo a un’immagine piuttosto compromessa del Belpaese tra gli altoatesini. E’ piuttosto raro, infatti, che le scelte di viaggio in agenzia si orientino verso il nostro Stivale dato il rapporto qualità/prezzo inferiore ad altri Paesi. “Le mete preferite – spiega Silvano Dondio di “Auriga Travel” – quest’anno sono Grecia e Spagna, mentre un crollo verticale si è registrato sulle destinazioni nordafricane. Per intenderci noi calcoliamo un -90% per la Tunisia e un -80% per l’Egitto: la gente ha paura delle tensioni politiche e non ne vuole proprio sapere. Piuttosto in crescita, invece, la Turchia, mentre tra le alternative spuntano Croazia o Cipro”. A livello generale, però, i bolzanini non rinunciano alle ferie: “No, piuttosto abbassano budget e durata che potremmo mediamente fissare in 2.500 euro per una settimana a famiglia. Bisogna, però, sfatare il falso mito di una Grecia assai più economica a causa della crisi perché in un Paese in cui la benzina costa 1,90 euro la vita e i servizi sono rimasti cari. E’ meglio non aspettarsi, quindi, dei prezzi stracciati sul mar Egeo, anche se in ascesa alcune nuove isole con Karpathos o Folegandros su tutte”. Deboli pure le rotte esotiche “ma oggettivamente non è la stagione migliore, mentre funzionano gli Stati Uniti con il dollaro favorevole, il Canada e mete alternative come Madagascar o Namibia. Ad alto tasso di soddisfazione, invece, sono i tour nel Nord Europa, anche se il prezzo comincia a salire”. Attenzione alla formula scelta perché il last minute non attira più così tanto. “Bisogna essere sinceri – ammonisce Dondio – e chiedersi come mai compaiano sul mercato pacchetti 2X1 oppure listini stracciati. La risposta è legata a soluzioni scadenti oppure richieste iniziali troppo alte. Dai Last Minute, infatti, non ci guadagna quasi nessuno, quindi il consiglio dell’agenzia viaggi diventa in questo caso fondamentale, a meno di non volersi accollare il rischio di una sistemazione non all’altezza. Il sistema del “Prenota Prima”, invece, con garanzie contro gli aumenti del carburante e sconti di favore ha incontrato il favore di molto pubblico e le prenotazioni di marzo o aprile sono state più numerose degli anni precedenti”. Chiusura con una riflessione sui tour operator: “Noi cerchiamo di muoverci appoggiandoci ad aziende sicure perché, purtroppo, questo mondo imprenditoriale corre dei forti rischi in Italia rispetto a un sistema complessivamente più solido che possiamo trovare in Germania. Senza creare allarmismo, il consiglio è sempre quello di avere cautela nello scegliere le proprie vacanze per non trovarsi delusi in un secondo momento”.
Viaggi in Italia con tour operator straniero? Arriva il balzello!
Viaggiare in Italia sfruttando i migliori prezzi proposti dai tour operatori stranieri? Possibile, ma attenzione che ai desk d’accettazione delle varie strutture dello Stivale è pronta a scattare la tagliola della differenza da pagare o del respingimento. La vicenda, denunciata da alcune agenzie viaggi cittadine, ha dell’incredibile e sta mandando su tutte le furie moltissimi altoatesini in vacanza oltre, ovviamente, agli operatori del settore. Il meccanismo, difatti, solleva diverse perplessità se analizzato nel dettaglio. "Molte strutture o villaggi italiani – chiariscono Patrizia e Claudia Zucchi dell’omonima agenzia viaggi – sono gestite in cooperazione da tour operator nostrani e stranieri, quindi ad offrire i pacchetti troviamo anche i competitor di altre nazionalità. Data la nostra vicinanza geografica, in Alto Adige arrivano le proposte di operatori tedeschi come, per esempio, “Thomas Cook”, “Neckermann” oppure “Tui”: normalmente si tratta di soluzioni più convenienti rispetto ai prezzi richiesti dalle italiane, specialmente nelle strutture sul territorio nazionale". Evidente, dunque, che molti clienti si orientino verso una soluzione che permetta di risparmiare qualcosa considerato che a decollare da Milano o da Monaco la differenza è nulla. Non solo, esiste pure la possibilità di acquistare unicamente il soggiorno e comporsi il proprio volo sfruttando le offerte delle compagnie low cost unendosi al tour operator solo a destinazione. E’ proprio una volta arrivati, però, che si scopre la sorpresa. "Da quest’anno – continuano da “Zucchi” – molte strutture nazionali chiedono il pagamento della differenza quando alla registrazione si accorgono della residenza italiana abbinata a un tour operator straniero. Parliamo di cifre fino a 2.000 euro, conforme il numero di ospiti. E’ successo, addirittura, che alcuni clienti venissero respinti oppure costretti ad acquistare una tessera fedeltà per colmare il gap con le tariffe fissate dagli operatori italiani". Esisterà, però, una motivazione o quantomeno una causale? "La giustificazione è che i connazionali usufruiscono di servizi in lingua come animazione e miniclub che, rivolgendosi ai tour operator stranieri, non pagano. La contraddizione, però, è che nel resto dell’Europa unita questo non avviene, mentre il paradosso prevede il controllo delle competenze linguistiche di tutti perché un germanico che conosce l’italiano, evidentemente, sfrutta gli stessi servizi". Il pensiero corre anche ai tanti altoatesini di lingua tedesca. "Alcuni – conferma Claudia Zucchi – prediligono viaggiare con i gruppi tedeschi per ovvie ragioni, ma essendo residenti italiani sono chiamati a saldare la differenza". Com’è possibile, però, che questi balzelli compaiano dal nulla? "Non lo sappiamo e ci stiamo coordinando tra le varie agenzie per chiedere delle spiegazioni. Se proprio ci deve essere questa spesa, infatti, pretendiamo venga resa esplicita nei cataloghi e nei regolamenti, dato che oggi non appare da nessuna parte. La prassi deve passare attraverso la stesura di una norma di cui, per inciso, andrebbe verificata la tenuta legale sotto il profilo di un’Europa libera sul mercato e senza protezionismi di Stato. Logico, infatti, che nel caso di una regola simile sarebbero i tour operator stranieri a subire un danno di mercato". Nel frattempo, però, a rimanere con il cerino in mano sono le stesse agenzie di viaggi o i turisti fai da te. "Noi – conclude Claudia Zucchi – dobbiamo tutelare i nostri clienti, quindi di norma rifondiamo questa spesa che per noi rappresenta comunque un danno. Chi compra il pacchetto sul web per conto proprio, invece, si trova a riempire la differenza di tasca propria, a meno di essere respinti e rovinare la vacanza. Assurdo". Conferme, infine, arrivano pure da Silvia Schwembacher dell’agenzia “Artika”: "Lavoriamo molto con clientela e tour operator tedeschi e devo ammettere che ci è capitato, purtroppo, di dover fronteggiare il pagamento di una tessera club. Quantificando siamo nell’ordine dei 400 euro per 5 persone: non tantissimo, ma comunque una scocciatura".
sabato 16 luglio 2011
Parte la class action dei consumatori
15 luglio 2011 — pagina 17 sezione: Cronaca
BOLZANO. Aprire la strada ai cittadini per la richiesta di risarcimento in caso di disservizio da parte di società e cooperative controllate o assegnatarie di appalti degli enti pubblici. È questo l’obiettivo di una class action deliberata dal Centro tutela consumatori utenti.
La class action è stata affidata all’avvocato Roberto Keller in seguito al disagio legato alla raccolta dei rifiuti umidi denunciato da alcuni residenti nelle zone di via Montello, via Max Valier e via Gaismair. Una battaglia legale che mette sul tavolo qualcosa in più del fastidio dovuto al mancato conferimento del bidone cercando di aprire una breccia verso i risarcimenti nei molteplici settori in cui il servizio è demandato terzi. Lo spettro d’interesse, quindi, è molto ampio e potrebbe abbracciare snodi fondamentali come i trasporti o l’energia. In caso di decisione favorevole da parte dei giudici, infatti, qualsiasi disservizio sarebbe da rimborsare secondo precisi parametri stabiliti in contrattazione precedente l’appalto.
Spiega il presidente del Ctcu Maurizio Albrigo: «Il disagio del mancato conferimento di alcuni bidoni dei rifiuti umidi è stato segnalato da una decina di famiglie. Il contenuto, particolarmente maleodorante d’estate, non è stato svuotato dalla cooperativa “Mebo” per dieci giorni. Ogni volta i cittadini portavano diligentemente il bidoncino al bordo della strada, ma nessuno si occupava di liberarlo. Esasperati, si sono rivolti a noi e finalmente la situazione si è sbloccata».
L’episodio ha rappresentato la proverbiale goccia scivolata nel vaso colmo: «Come Ctcu - continua Albrigo - abbiamo riflettuto sull’assenza di garanzie per i consumatori determinata dal mancato aggancio delle attività delle cooperative o delle società alla “Carta della Qualità” prescritta dalla Finanziaria 2008 per le amministrazioni».
Nel dettaglio cosa significa estendere il collegamento alla Carta? «Permettere legalmente ai cittadini di richiedere un rimborso legato al disagio causato da disservizi. Il tutto secondo modalità e parametri di efficienza che la stessa Carta stabilisce a seconda del lavoro che viene affidato alle cooperative. Fino ad oggi il Comune si è giustificato del mancato legame sostenendo l’estraneità a questo meccanismo di organi come le coop. Con questa class action, quindi, intendiamo verificare la correttezza legale di questo atteggiamento». Si tratta della prima iniziativa di questo genere a livello provinciale e, nel caso fosse accolta, potrebbe comportare alcuni cambiamenti sostanziali. «Nell’episodio del mancato conferimento dell’umido, per esempio, i cittadini potrebbero chiedere un rimborso in euro secondo parametri prestabiliti. La sostanza è consegnare nelle mani dei consumatori contribuenti uno strumento più efficace della semplice protesta».
Le antenne di cooperative, società in house e controllate, dunque, sono belle dritte: «Sotto lo stesso cappello troviamo, tra le tante, Sad, Sasa, Sel o Seab: è evidente che si tratterà di una scelta chiave nei rapporti con l’utenza», chiude il presidente del Ctcu.
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Alan Conti
Via Museo: dai macellai al franchising
BOLZANO. La strada più glamour e rinomata di Bolzano? Via dei macellai. Nessun errore, ma solo una spolverata alla patina che il tempo ha depositato sull'odierna via Museo che, un tempo, si chiamava appunto "Fleischgasse". In un Centro che vedeva la sua odonomastica caratterizzata dalle attività che si affacciavano in serie sulle singole strade, è evidente come i tranci di carne avevano una precisa collocazione dopo ponte Talvera. E' proprio il commercio a segnare ancora oggi in modo lampante la distanza secolare della moderna via Museo da quella di un secolo o anche solo di venti anni fa. Se il primo cambiamento di un certo spessore è stata l'introduzione della varietà d'offerta con l'arrivo di piccoli alimentari, panifici e articoli vari, la rivoluzione copernicana degli ultimi anni è senz'altro da ascrivere alla proliferazione di franchising e grande distribuzione. All'orizzonte, inoltre, si profilano giganti della globalizzazione come H&M e se la modernizzazione delle grandi catene è richiesta dagli stessi cittadini sull'altro piatto della bilancia bisogna mettere in conto una perdita dell'elemento storico e tradizionale. Come ponte tra i decenni scegliamo una fonte sicura affidandoci alle parole di Elmar Streitberger, titolare dell'omonimo locale di via Museo ed erede di una famiglia che ottenne la licenza per bar pasticceria nel 1919, esattamente nell'anno di passaggio dell'Alto Adige in Italia. La licenza scritta in tedesco a matita del Regno austro-ungarico che espone nel suo piccolo museo dei ricordi nella sala interna del bar è documento sufficiente ad accreditarne la memoria storica. «Dei commercianti di lunghissima tradizione in via Museo - comincia Streitberger - siamo rimasti in pochissimi. Noi dal 1919, la gioielleria Ranzi dal 1884, la pasticceria Hofer e i casalinghi Pickel che hanno festeggiato da poco il 150esimo. Tutto è cambiato in questa strada, ma io continuo scherzosamente a chiamarla la Fifth Avenue dell'Alto Adige». I generi alimentari, forse, sono il settore in cui il commercio si è modificato di più strutturalmente e via Museo ne è esempio perfetto: le tante botteghe specializzate oggi sono sintetizzate nel solo Despar all'angolo con piazza Erbe. Proprio vicino all'attuale supermercato, per esempio, trovava spazio la rivendita mista Schaller, Hackhofer, il Caffè Meinl e all'angolo con vicolo Erbe, in passato chiamata via Cavallari per la specializzazione in carne equina, si affacciava la casa del caffè Hausbrand di proprietà di un triestino. Alimentari generali anche scendendo le scale dell'attuale negozio di abbigliamento Giro del Mondo di fronte all'entrata del museo archeologico, mentre tra le storiche botteghe rientrava la salumeria Sartori di cui ci racconta tutto Cecilia Sartori. «Abbiamo tenuto le serrande aperte al civico 40, al posto dell'attuale Kiro's, per 38 anni tra il 1950 ed il 1988 ma era una via Museo totalmente differente. Ciascuno aveva una cura maniacale della propria bottega, senza il massimalismo che contraddistingue alcune grandi catene moderne. Ogni salamella poteva essere decisiva per noi e meritava il massimo dell'attenzione. Il sistema alimentare era differente e dove oggi c'è Ratschiller, per esempio, trovava posto la Casa del Formaggio gestita da un veronese». Va citato, inoltre, lo storico panificio Plattner che oggi ha lasciato il posto a Exom. Cambiata pure la ristorazione: «Al posto di Bruschi - continua Streitberger - c'era il bar Milano che coagulava al suo interno la gioventù italiana, mentre da me venivano più i tedeschi. Il ristorante Uva Bianca, invece, prima si affacciava con la sala direttamente sulla strada e oggi è indietreggiato». Qua e là spuntano, tra i tanti, i ricordi di vecchi negozi: «Al posto di Intimissimi trovava spazio l'ottico Leitner che si è poi spostato di fronte occupando i locali della rivendita di confezioni Gruber. Nell'odierno Despar, invece, lavorava il bar Holzner e dall'altra parte, dove oggi troviamo Spizzico, brillavano i gioielli del conosciuto Tschager». Poi non vanno dimenticati il negozio di giocattoli Bambie (nell'odierno Max&Co) o lo storico Coin, dove oggi campeggia un negozio di abbigliamento cinese e nel tempo si sono susseguiti gli sportivi Tacconi e Giacomelli. Nella zona alta della strada hanno fatto storia pure i tessuti Dalle Lucche, la pellicceria vicina alla storica sede della Banca d'Italia oppure, al civico 38, il tappezziere che aprì la serranda per la prima volta nel 1800. Oggi, in conclusione, è chi resiste ad andare controtendenza. «Al mio posto - continua Streitberger - poteva venire McDonald's, ma mi sono opposto. La speranza è di trasmettere la passione anche a mio figlio». Dell'antica via dei Macellai oggi rimane il piccolo avamposto gestito da Daniele Pinzerato di fronte alla pasticceria Hofer. «Siamo operativi dal 1959 e qui tutto cambia molto in fretta, ma la costante di un passaggio continuo, fortunatamente, non è mai venuta a mancare. Il nostro zoccolo duro, comunque, è sempre stato legato ai bolzanini, quindi abbiamo potuto mantenere con soddisfazione la nostra attività nel tempo». Chi ha aperto da poco, invece, è il negozio dedicato al cashmere Duca di Valtorta, dove troviamo Renate Rosendorfer: «Forse siamo tra i pochi che ancora tentiamo l'avventura senza grossi marchi alle spalle. Via Museo, però, merita l'investimento, anche perché commercialmente resta molto appetibile».
Raccolta permessa solo nei giorni pari
BOLZANO. La Provincia ha regolamentato la raccolta dei funghi sul territorio altoatesino con la L.P. 18 del 19 giugno 1991 inserendo alcune tra le norme più severe a livello nazionale e con una distinzione tra residenti o meno nei singoli comuni. Per tutti, comunque, è permessa la raccolta solo nei giorni pari, dalle 7 alle 19 nelle zone non sottoposte a tutela, mentre per i proprietari è permessa la raccolta sui propri terreni senza limitazioni. Il trasporto dei funghi deve essere predisposto all'interno di un contenitore rigido, aperto e areato. Chi volesse mettersi alla ricerca nei boschi di un Comune amministrativo differente dal proprio è obbligato a versare una tassa quotidiana di 8 euro presso tutti gli uffici postali o organizzazioni turistiche locali garantendosi il diritto a una raccolta massima di 1 chilo di funghi per persona a partire dai 14 anni. E' bene ricordarsi, inoltre, di portare con sé un documento d'identità valido e il cedolino di quietanza del pagamento. I residenti nel Comune di pertinenza, invece, sono esentati dall'imposta se portano con sé un documento e possono permettersi fino a 2 chili pro capite di raccolto. Particolarmente dure le sanzioni che prevedono 57 euro per il mancato pagamento della tassa e 34 euro per ogni chilo in più rispetto al permesso (51 euro nelle zone soggette a vincolo paesaggistico). Il danneggiamento del terreno può costare tra i 34 e i 97 euro, mentre il trasporto in contenitori non adeguati comporta una sanzione tra i 46 e i 126 euro. Il versamento parziale della quietanza è punito con 20 euro, identica pena per la mancata esibizione del documento, mentre il rifiuto al controllo comporta l'esborso di 161 euro e l'opposizione alla confisca il raddoppio della sanzione. Maggiori informazioni si possono trovare all'indirizzo web provincia.bz.it/foreste o al numero 0471/415310. In via Amba Alagi 33 ogni lunedì dalle 16.30 alle 17.30 e dal 25 luglio al 28 ottobre anche in tutti i giorni pari, è possibile far controllare gratuitamente il proprio raccolto. Info allo 0471/909223. 14 luglio 2011
Partita la stagione dei fungaioli
BOLZANO. Temporali improvvisi: un clima perfetto per chi si prepara alla stagione della raccolta dei funghi. E i boschi altoatesini iniziano a riempirsi di miceti. A iniziare dai porcini (brise nella vulgata) e dai finferli. L'Alto Adige, si sa, è terra di pellegrinaggio per gli appassionati di micologia o i semplici fungaioli stagionali che approfittano di un territorio particolarmente ricco abbinato a paesaggi naturali mozzafiato. Ma cercare funghi non è solo un divertente passatempo: richiede un minimo di preparazione e precauzione. L'emergenza nucleare di Fukushima, per esempio, ha allarmato il mondo della micologia locale che, attraverso l'attività di 20 soci della sezione bolzanina dell'Associazione Micologica Bresadola, ha approfondito alcune ricerche sui funghi già monitorate dal passaggio della nube tossica di Chernobyl. I dati sono più che rassicuranti considerando che l'emergenza giapponese ha avuto un impatto sul territorio locale pari a 1/1000 di quella ucraina. E' ancora quella della nube tossica del 1986, dunque, la radioattività analizzata dai micologi aiutati dal laboratorio provinciale dell'Appa. Come detto, nessuno dei funghi commestibili comuni presenta valori preoccupanti oltre la soglia di 6.000 Bequerel per chilo a fresco. Attenzione, però, alla caperata (Rozites-Cortinarius Caperata) che registra valori elevati in vari siti, pur non superando mai il limite di pericolo. Assoluta tranquillità, invece, per i porcini che rientrano in una categoria di funghi ipocaptanti, ovvero con scarsa inclinazione naturale all'assorbimento degli isotopi radioattivi, così come finferli e finferle che rientrano nel gruppo dei mesocaptanti. «In ogni caso - precisa la micologa dell'associazione "Bresadola" Maria Fresi - è bene evitare sempre di mangiarne grandi quantità. Non è solo una questione legata alla radioattività, ma alla tipologia stessa di questo alimento». Prese le dovute precauzioni sanitarie e rispettate le norme può cominciare la parte più divertente: la ricerca vera e propria nel bosco. Come vuole la tradizione, è impossibile strappare agli appassionati consigli sui luoghi dove trovarne di più, men che meno sulle colonne di un giornale, però è la stessa Fresi a regalare qualche dritta utile. «Sono davvero tante le zone che possono essere considerate perfette per la raccolta, ma non esistono trucchetti particolari se non quello di prestare grande attenzione all'habitat naturale delle specie. Schema e condizioni di crescita, uniti a una certa conoscenza del bosco, sono gli elementi che possono fare la differenza». Registrata sul web una dritta da verificare sulla copiosa presenza di romaria in val di Fassa e ombrelloni in val Sarentino, vale la pena curiosare proprio alla voce "habitat" per cominciare a orientarsi. Brise e porcini prediligono boschi di querce, faggi, castagni e conifere e, seppur ancora scarsi in questo periodo, terranno compagnia fino ad autunno inoltrato. Gli esperti sono pronti a giurare che la varietà migliore sia quella che cresce all'ombra di castagni e rovere. Molto quotati sono pure i finferli (gallinacci) che si trovano a circoli o gruppi ai piedi di latifoglie o aghifoglie, mentre le finferle amano le conifere. Nei prati o campi aperti, la speranza è di incrociare gli ombrelloni (o mazze di tamburo), presenti anche loro tra conifere o latifoglie. Molta attenzione, però, nel consumo di questa specie che, come molte altre, è tossica se cruda e quindi necessita di cottura prolungata. Identico discorso per i chiodini che con sanguigni e cappuccini chiudono il cerchio dei funghi commestibili più diffusi. «E' molto importante - continua Fresi - che si rispetti il bosco senza danneggiare tutto quello che potrebbe non interessare la nostra raccolta». Con i funghi non si scherza mai, «quindi è bene mangiare e portar via solo quello che si conosce alla perfezione oppure portare il raccolto al controllo gratuito di via Amba Alagi. Esistono specie che si possono confondere con una certa facilità, e in alcuni casi un errore può portare a danni irreparabili a diversi organi». (a.c.)
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