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mercoledì 27 luglio 2011
Disabili: chiude la casa-famiglia di via Dalmazia
26 luglio 2011 — pagina 18 sezione: Cronaca
BOLZANO. A gennaio chiuderà i battenti la casa-famiglia “Phoenix”, un appartamento Ipes di via Dalmazia che da una decina d’anni ospita tre disabili assistiti 23 ore al giorno su 24 dal personale qualificato della Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). La decisione, figlia della volontà istituzionale di favorire uno sviluppo autonomo dei soggetti più deboli e di un possibile risparmio economico, ha diviso in due gli ospiti e sollevato diverse perplessità attorno al ruolo degli assistenti che operano nella struttura. «La Provincia vuole rendere autonomo un disabile bisognoso di assistenza», l’accusa tagliente di Mirco Tosini, residente di “Phoenix”, che critica una novità che potrebbe cambiargli la vita costringendolo a un passo indietro nel ritorno a casa dai propri genitori. «Palazzo Widmann pagherà fino a un massimo di nove ore al giorno di assistenza, 570 euro per l’accompagnamento e 400 euro di pensione di invalidità da aggiungere all’eventuale stipendio, quindi il supporto economico rimane consistente. Il problema è che così facendo si tolgono al disabile due sicurezze importanti: l’assistenza giornaliera continuativa 24 ore su 24 e la possibilità di non sentirsi soli essendo parte di una piccola comunità». Tosini, quindi, non nasconde una certa incertezza per il futuro: «Dopo sette anni che abito in questa struttura non posso negare un poco di apprensione per quello che potrebbe accadere nel 2012. Continuo a ripetermi che ce la farò organizzandomi la mia vita come facevo all’università e tornando a casa da mamma e papà. Certo che dopo tutta la fatica fatta per staccarmi, tornare dai genitori non è propriamente un successo. Direi, anzi, che si tratta dell’opposto concetto di “vita indipendente” tanto caro alla Provincia». Stoccata avvelenata, quindi, in direzione palazzo Widmann. «La tanto pubblicizzata volontà di coinvolgere il disabile nella società - conclude Tosini - si trasforma, nel concreto, in un rinchiuderlo nella sua casetta in attesa che il suo assistente arrivi. Magari dopo tre ore...». Stefano Minozzi, coinquilino di Tosini, tesoriere della Uilm e responsabile del progetto “Phoenix” è assai mai meno drastico. «La linea di principio della Provincia non mi dispiace e so di trovarmi in disaccordo con alcuni miei compagni. Al momento, comunque, si tratta di una situazione da definire, con molti punti che andranno chiariti. Il contratto della casa-famiglia scade a gennaio e abbiamo sempre proceduto a rinnovi annuali. Questa volta, evidentemente, si andrà verso una soluzione differente. Personalmente, per esempio, non ritengo necessaria un’assistenza di 23 ore su 24 e potrei tranquillamente accontentarmi di qualcosa in meno se tutto venisse inquadrato in un percorso di progressiva autonomia. Certo che sarà da chiarire la posizione del nostro personale attuale perché sarebbe un peccato perdere tanta professionalità a favore di un generico badante. Cercheremo, in questo senso, un punto d’incontro con la Provincia».
Dall’Ufficio soggetti portatori di handicap provinciale, intanto, interviene la direttrice Luciana Fiocca. «Stiamo semplicemente valutando in che modo possiamo promuovere l’autonomia personale di questi cittadini, seguendo un percorso consono a un progetto di vita indipendente. La struttura “Phoenix” è, al momento, a carico nostro così come lo sono spese e assistenze di un soggetto a casa propria. Non si tratta, dunque, di uno smantellamento o di una manifestazione di disinteresse al solo scopo di un risparmio economico. Le stesse cifre citate da Tosini, inoltre, sono da verificare perché potrebbero essere frutto di un fraintendimento».
Sul tavolo, infine, la questione del personale: «Ognuno sceglie la persona cui affidare la propria assistenza che, solitamente, può essere un badante o un familiare. Sopra i 1.800 euro, però, l’amministrazione provinciale chiede delle attestazioni specifiche per una questione di trasparenza. In ogni caso l’argomento sarà affrontato nei prossimi incontri in calendario con gli utenti».
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Alan Conti
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