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lunedì 25 luglio 2011
Stipendi: il 25% è sotto i 1.200 euro
di Alan Conti
BOLZANO. Un altoatesino su quattro guadagna meno di 1.200 euro al mese e il 60% dei lavoratori ritiene il proprio stipendio inadeguato al costo della vita provinciale e auspica un aumento in busta paga tra i 200 e i 400 euro. A livello di settore, invece, volano gli stipendi nella sanità, soddisfa la scuola, mentre risultano in picchiata artigianato e turismo. Presentata ieri la ricerca sui salari 2010 condotta dall'Istituto per la promozione dei lavoratori. Dalla statistica, condotta telefonicamente su un campione di circa 1.000 altoatesini, emerge con chiarezza un quadro di scarse retribuzioni che aumentano in caso di contratto integrativo di circa il 9%. Entrando nel dettaglio, si registra una percentuale del 28,5% di dipendenti che incassano meno di 1.200 euro al mese (tutti i dati al netto) e addirittura il 14,9% rimane al di sotto dei 1.000 euro. Curiosamente analoga, 14,9%, la quota dei privilegiati con stipendi superiori ai 2.000 euro. La maggioranza, però, si inserisce nell'intervallo 1.400-1.599. Più difficile la situazione delle donne che si collocano al 27,4% sotto i 1.000 euro contro il solo 3,4% degli uomini. Al netto dei contratti part-time, invece, i lavoratori sotto i 1.200 diventano 12,6% «una percentuale - commenta il curatore dello studio Mario Giovannacci - che comprende chi lavora a tempo pieno e si ritrova sulla soglia di povertà». Passando alla distinzione tra pubblico e privato, l'Ipl ha tenuto fissa la barra della media provinciale paragonandolo a tutte le risposte ricevute al sondaggio. Risulta, così, che nel settore privato si guadagna l'1,4% in meno rispetto alla media, mentre nel pubblico si supera del 5,1% il valore generale. Lo scorporo ulteriore per ambiti professionali certifica la convenienza del sistema sanitario (+16,8%) e della scuola (+7,2%), mentre evidenzia un crollo a picco di turismo (-15,5%) e artigianato (-15,6%). Sotto media pure il gruppo degli impiegati (-4%), sostanzialmente stabili, invece, industria (+0,7%) e commercio (0,6%). «I contratti stagionali, le tredicesime e le quattordicesime sono tutti trattati in modo da avere un valore mensile di riferimento», precisano i curatori. Ulteriore sentenza che sembra risaltare dallo studio Ipl è la possibilità di maggiore guadagno in aziende di grandi dimensioni. Nelle ditte con meno di 5 addetti, infatti, si incassa mediamente una paga del 6,5% inferiore rispetto alla media provinciale, in quelle tra i 6 e i 49 dipendenti si va in deficit del 2,6%, mentre dove si superano i 50 colleghi le retribuzioni sono superiori dell'8,7%. «È una questione di produttività e di protezione da parte dei sindacati. È evidente che a livelli di microimpresa la rappresentanza è scarsa o inesistente». Non solo, lo studio dimostra che dove è presente un accordo aziendale gli stipendi sono dell'8,6% più alti. «E' lampante - propone Giovannacci - che bisogna spingere verso la contrattazione prevedendo incrementi contributivi modulabili secondo l'andamento dell'azienda immunizzando così il rischio di impresa». Chiusura con i desiderata dei lavoratori altoatesini che al 48,9% vorrebbero tra i 200 e i 400 euro in più in busta paga e addirittura il 60,2% degli intervistati considera il proprio stipendio inadeguato all'elevato costo della vita in Alto Adige.
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