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sabato 16 luglio 2011
Partita la stagione dei fungaioli
BOLZANO. Temporali improvvisi: un clima perfetto per chi si prepara alla stagione della raccolta dei funghi. E i boschi altoatesini iniziano a riempirsi di miceti. A iniziare dai porcini (brise nella vulgata) e dai finferli. L'Alto Adige, si sa, è terra di pellegrinaggio per gli appassionati di micologia o i semplici fungaioli stagionali che approfittano di un territorio particolarmente ricco abbinato a paesaggi naturali mozzafiato. Ma cercare funghi non è solo un divertente passatempo: richiede un minimo di preparazione e precauzione. L'emergenza nucleare di Fukushima, per esempio, ha allarmato il mondo della micologia locale che, attraverso l'attività di 20 soci della sezione bolzanina dell'Associazione Micologica Bresadola, ha approfondito alcune ricerche sui funghi già monitorate dal passaggio della nube tossica di Chernobyl. I dati sono più che rassicuranti considerando che l'emergenza giapponese ha avuto un impatto sul territorio locale pari a 1/1000 di quella ucraina. E' ancora quella della nube tossica del 1986, dunque, la radioattività analizzata dai micologi aiutati dal laboratorio provinciale dell'Appa. Come detto, nessuno dei funghi commestibili comuni presenta valori preoccupanti oltre la soglia di 6.000 Bequerel per chilo a fresco. Attenzione, però, alla caperata (Rozites-Cortinarius Caperata) che registra valori elevati in vari siti, pur non superando mai il limite di pericolo. Assoluta tranquillità, invece, per i porcini che rientrano in una categoria di funghi ipocaptanti, ovvero con scarsa inclinazione naturale all'assorbimento degli isotopi radioattivi, così come finferli e finferle che rientrano nel gruppo dei mesocaptanti. «In ogni caso - precisa la micologa dell'associazione "Bresadola" Maria Fresi - è bene evitare sempre di mangiarne grandi quantità. Non è solo una questione legata alla radioattività, ma alla tipologia stessa di questo alimento». Prese le dovute precauzioni sanitarie e rispettate le norme può cominciare la parte più divertente: la ricerca vera e propria nel bosco. Come vuole la tradizione, è impossibile strappare agli appassionati consigli sui luoghi dove trovarne di più, men che meno sulle colonne di un giornale, però è la stessa Fresi a regalare qualche dritta utile. «Sono davvero tante le zone che possono essere considerate perfette per la raccolta, ma non esistono trucchetti particolari se non quello di prestare grande attenzione all'habitat naturale delle specie. Schema e condizioni di crescita, uniti a una certa conoscenza del bosco, sono gli elementi che possono fare la differenza». Registrata sul web una dritta da verificare sulla copiosa presenza di romaria in val di Fassa e ombrelloni in val Sarentino, vale la pena curiosare proprio alla voce "habitat" per cominciare a orientarsi. Brise e porcini prediligono boschi di querce, faggi, castagni e conifere e, seppur ancora scarsi in questo periodo, terranno compagnia fino ad autunno inoltrato. Gli esperti sono pronti a giurare che la varietà migliore sia quella che cresce all'ombra di castagni e rovere. Molto quotati sono pure i finferli (gallinacci) che si trovano a circoli o gruppi ai piedi di latifoglie o aghifoglie, mentre le finferle amano le conifere. Nei prati o campi aperti, la speranza è di incrociare gli ombrelloni (o mazze di tamburo), presenti anche loro tra conifere o latifoglie. Molta attenzione, però, nel consumo di questa specie che, come molte altre, è tossica se cruda e quindi necessita di cottura prolungata. Identico discorso per i chiodini che con sanguigni e cappuccini chiudono il cerchio dei funghi commestibili più diffusi. «E' molto importante - continua Fresi - che si rispetti il bosco senza danneggiare tutto quello che potrebbe non interessare la nostra raccolta». Con i funghi non si scherza mai, «quindi è bene mangiare e portar via solo quello che si conosce alla perfezione oppure portare il raccolto al controllo gratuito di via Amba Alagi. Esistono specie che si possono confondere con una certa facilità, e in alcuni casi un errore può portare a danni irreparabili a diversi organi». (a.c.)
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