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domenica 17 luglio 2011
Viaggi in Italia con tour operator straniero? Arriva il balzello!
Viaggiare in Italia sfruttando i migliori prezzi proposti dai tour operatori stranieri? Possibile, ma attenzione che ai desk d’accettazione delle varie strutture dello Stivale è pronta a scattare la tagliola della differenza da pagare o del respingimento. La vicenda, denunciata da alcune agenzie viaggi cittadine, ha dell’incredibile e sta mandando su tutte le furie moltissimi altoatesini in vacanza oltre, ovviamente, agli operatori del settore. Il meccanismo, difatti, solleva diverse perplessità se analizzato nel dettaglio. "Molte strutture o villaggi italiani – chiariscono Patrizia e Claudia Zucchi dell’omonima agenzia viaggi – sono gestite in cooperazione da tour operator nostrani e stranieri, quindi ad offrire i pacchetti troviamo anche i competitor di altre nazionalità. Data la nostra vicinanza geografica, in Alto Adige arrivano le proposte di operatori tedeschi come, per esempio, “Thomas Cook”, “Neckermann” oppure “Tui”: normalmente si tratta di soluzioni più convenienti rispetto ai prezzi richiesti dalle italiane, specialmente nelle strutture sul territorio nazionale". Evidente, dunque, che molti clienti si orientino verso una soluzione che permetta di risparmiare qualcosa considerato che a decollare da Milano o da Monaco la differenza è nulla. Non solo, esiste pure la possibilità di acquistare unicamente il soggiorno e comporsi il proprio volo sfruttando le offerte delle compagnie low cost unendosi al tour operator solo a destinazione. E’ proprio una volta arrivati, però, che si scopre la sorpresa. "Da quest’anno – continuano da “Zucchi” – molte strutture nazionali chiedono il pagamento della differenza quando alla registrazione si accorgono della residenza italiana abbinata a un tour operator straniero. Parliamo di cifre fino a 2.000 euro, conforme il numero di ospiti. E’ successo, addirittura, che alcuni clienti venissero respinti oppure costretti ad acquistare una tessera fedeltà per colmare il gap con le tariffe fissate dagli operatori italiani". Esisterà, però, una motivazione o quantomeno una causale? "La giustificazione è che i connazionali usufruiscono di servizi in lingua come animazione e miniclub che, rivolgendosi ai tour operator stranieri, non pagano. La contraddizione, però, è che nel resto dell’Europa unita questo non avviene, mentre il paradosso prevede il controllo delle competenze linguistiche di tutti perché un germanico che conosce l’italiano, evidentemente, sfrutta gli stessi servizi". Il pensiero corre anche ai tanti altoatesini di lingua tedesca. "Alcuni – conferma Claudia Zucchi – prediligono viaggiare con i gruppi tedeschi per ovvie ragioni, ma essendo residenti italiani sono chiamati a saldare la differenza". Com’è possibile, però, che questi balzelli compaiano dal nulla? "Non lo sappiamo e ci stiamo coordinando tra le varie agenzie per chiedere delle spiegazioni. Se proprio ci deve essere questa spesa, infatti, pretendiamo venga resa esplicita nei cataloghi e nei regolamenti, dato che oggi non appare da nessuna parte. La prassi deve passare attraverso la stesura di una norma di cui, per inciso, andrebbe verificata la tenuta legale sotto il profilo di un’Europa libera sul mercato e senza protezionismi di Stato. Logico, infatti, che nel caso di una regola simile sarebbero i tour operator stranieri a subire un danno di mercato". Nel frattempo, però, a rimanere con il cerino in mano sono le stesse agenzie di viaggi o i turisti fai da te. "Noi – conclude Claudia Zucchi – dobbiamo tutelare i nostri clienti, quindi di norma rifondiamo questa spesa che per noi rappresenta comunque un danno. Chi compra il pacchetto sul web per conto proprio, invece, si trova a riempire la differenza di tasca propria, a meno di essere respinti e rovinare la vacanza. Assurdo". Conferme, infine, arrivano pure da Silvia Schwembacher dell’agenzia “Artika”: "Lavoriamo molto con clientela e tour operator tedeschi e devo ammettere che ci è capitato, purtroppo, di dover fronteggiare il pagamento di una tessera club. Quantificando siamo nell’ordine dei 400 euro per 5 persone: non tantissimo, ma comunque una scocciatura".
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