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domenica 31 luglio 2011
Il mondo cattolico: il nuovo presule coinvolga anche giovani e immigrati
29 luglio 2011 — pagina 03 sezione: Cronaca
BOLZANO. Nella scia di Karl Golser, ma con la capacità di proporre temi nuovi e condurre la Chiesa nelle sfide che si presenteranno in futuro. Parroci e personalità vicine al mondo ecclesiastico salutano la nomina di Ivo Muser all’episcopato con una composta soddisfazione e grande curiosità circa i temi forti del nuovo corso.
Un primo dato certo è che subentrare a una personalità come Golser non sarà facile. «Si diceva la stessa identica cosa dopo Egger - commenta don Olivo Ghezzi, parroco di Regina Pacis - e poi abbiamo scoperto la personalità di Golser». Parole di apprezzamento a Muser arrivano da don Luigi Cassaro, parroco del SS.Rosario di Oltrisarco. «Persona che stimo moltissimo e di cui condivido pienamente il rimando alla figura di Gesù. Inutile perdersi in tanti discorsi: il problema della chiesa è il rapporto con la fede e con lo stesso Cristo. Spesso si tende a ridurre tutto ai semplici comportamenti morali, ma la questione non è fare o meno qualcosa, ma il perché di determinate scelte. L’agenda dell’episcopato è inutile immaginarla adesso perché nessuno può prevedere quali saranno realmente le sfide che sarà chiamato a vincere». Ancora una volta, la scelta del vescovo avviene all’interno della parte più “accademica” della chiesa. «Generalizzando - interviene Ulderico Quaresima - esistono sostanzialmente una sezione teologica e una pastorale, la prima più attenta all’aspetto teorico e la seconda al pratico. Il vescovo, negli ultimi anni, è sempre stato scelto tra le fila del primo gruppo, quindi con la stessa forma mentis. La vera sfida, comunque, sarà quella di coinvolgere le famiglie perché sempre più abbiamo genitori che portano i figli al catechismo, ma non esercitano la fede in casa: è il segno di un sentirsi parte della comunità, ma non in modo totale». Da presidente del club “La Ruga” Maria Grazia Zanetti ha passato molti anni a contatto con il mondo parrocchiale a Oltrisarco. «Non sempre i laici sono trattati con la dovuta riconoscenza o considerazione e ho visto persone valide poco valorizzate. Questo deve cambiare, mentre mi auguro che il vescovo cerchi un contatto continuo con il mondo scolastico per cominciare presto a costruire un sentimento di comunità». «Il primo intervento pubblico di Muser - interviene Enio Marcelli, consiglio parrocchiale di Don Bosco - ha lasciato un’impressione di gran preparazione. A pescare sempre nel mondo della teologia, però, si corre il rischio di perdere di vista la realtà: toccherà a Muser cancellare queste preoccupazioni come fatto da Golser. La Chiesa delle origini, comunque, sceglieva i propri presbiteri selezionando i più saggi tra i laici: un ritorno alle radici, in un’ottica di crisi delle vocazioni, potrebbe essere positivo». Francesco Comina, coordinatore del Centro Pace, vuole una Chiesa inserita pienamente nel contemporaneo. «Bisogna insistere sulle questioni ambientali, di bioetica, prendere posizione contro le derive nazionalistiche e porsi come interlocutore pienamente aperto alla società attuale. Va potenziato, nell’ambito dell’immigrazione, il dialogo interreligioso». È membro di consiglio parrocchiale pure l’ex sindaco Giovanni Salghetti: «Muser sarà chiamato a dare forza a valori fondamentali come solidarietà e convivenza. L’età media dei sacerdoti, 65 anni, è un riflesso del mondo contemporaneo, ma avvicinarsi alla società è un impegno che non può che ripagare». Chiusura con le parole di Giovanni Benussi, ex presidente San Vincenzo: «Muser è molto preparato, garantisce un alto grado di spiritualità. Importante possa lavorare con fiducia perché non sarà facile subentrare a Golser, capace in poco tempo di lasciare un’impronta indelebile». (a.c.)
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