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venerdì 23 luglio 2010
Cade in bici: muore dopo sei giorni
Alto Adige — 21 luglio 2010 pagina 13 sezione: CRONACA
BOLZANO. Strisciando la gomma della bicicletta sul dosso ha perso l’equilibrio e, cadendo, ha sbattuto fatalmente la testa. Dopo sei giorni di coma ha perso la vita Erich Madlaner, pensionato di 66 anni residente ad Aslago. L’incidente è avvenuto in via Castel Flavon davanti alle scuole “Egger Lienz”. La botta alla tempia sull’asfalto ha causato un’emorragia cerebrale troppo vasta per riuscire a salvare il bolzanino, residente in via Nicolodi, nonostante un’operazione immediata. Madlaner, pensionato dopo 30 anni di servizio presso l’Azienda Energetica e molto conosciuto nel rione, era un cliclista esperto in perfetta forma fisica e percorreva quel tratto di strada tutti i giorni. A dare notizia della tragedia è il mensile del quartiere “Taxi” che raccoglie l’amarezza di una fatalità forse evitabile di una mattina di metà giugno. A tradire il pensionato, infatti, potrebbe essere stato l’asfalto reso scivoloso dalla pioggia e l’ombrello che teneva in una mano mentre pedalava sulla sua bicicletta elettrica. Gli stessi residenti, inoltre, confermano la pericolosità di quel dosso che arriva esattamente dopo un curvone in discesa che fa guadagnare velocità. Che la fiducia dei ciclisti non sia totale lo si capisce anche dal fatto che praticamente tutti, quando possono, cercano di evitare il rialzo allaragando la traiettoria verso il parcheggio vicino, se libero, oppure tentando di infilare la gomma esattamente nel pertugio che separa la carreggiata dalla transenna del marciapiede, come sembra abbia fatto Madlaner. Qualche giorno prima, comunque, nello stesso punto era scivolato un ragazzino provocandosi un esteso ematoma al ginocchio e danneggiando la propria bici, mentre un altra persona è caduta dalla bici e ha dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. In poco meno di un mese, quindi, si contano tre incidenti, di cui uno mortale: normale che il quartiere abbia rivolto diverse lamentele in Comune per chiedere di creare un rallentamento, necessario per la sicurezza delle scuole, attraverso un rialzo dell’asfalto più dolce dell’attuale ostacolo. L’amministrazione, comunque, appena saputo dell’incidente ha provveduto, l’altro giorno, a montare alcuni bulloni nuovi per fissare meglio la struttura del dosso che, evidentemente, necessitava di manutenzione. Amici e conoscenti della vittima, però, non riescono a darsi pace: «Veniamo spesso in questo luogo - raccontano Ignaz Oberegger e Rainer Wallnhöfer - e ci chiediamo come sia possibile lasciare un simile pericolo dopo quello che è successo. Ci sono motorini e biciclette che occupano la carreggiata in senso opposto pur di evitare di passare sopra il dosso: è evidente che la gente ha paura. Sostituire qualche bullone non è sufficiente su una struttura che ancora oggi continua a staccarsi a pezzi. Chiediamo che il Comune intervenga il più presto possibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
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