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venerdì 9 luglio 2010
Lavoro: aumenta il «burnout»
Alto Adige — 07 luglio 2010 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. I luoghi di lavoro diventano sempre meno rilassanti, con orari frenetici e stress esponenziale. Sono queste le cause principali che hanno portato negli ultimi anni all’impennata di casi di “burnout”: problemi pischici causati dall’accumulo di stress sul lavoro. Una crescita costante che la Fondazione “Vital” da per sicura anche all’interno delle aziende altoatesine. Proprio per questo ha avviato un programma di promozione della salute nelle imprese, basato su un’indagine conoscitiva di ogni singola azienda che ha già coinvolto 18 ditte provinciali per un totale di quasi 6.000 dipendenti. Tutte hanno ricevuto la certificazione di “impresa sana”. «Il burnout - spiega il presidente della Fondazione “Vital” Franz Plörer - è un fenomeno di cui nella nostra terra si parla ancora poco e sul quale mancano dei dati certi. Tutto lascia presagire, però, che la nostra situazione sia del tutto simile a quella registrata in paesi come Austria, Germania e Svizzera dove si registra un fenomeno in costante crescita, sopratutto tra le donne». Sono le lavoratrici, infatti, le più esposte al rischio. «Devono sobbarcarsi un carico multiplo, dovendo provvedere alla professione, all’educazione dei figli e ai lavori domestici». Tra i motivi di questa sindrome c’è certamente la difficile equazione tra i compiti sempre più complessi che richiede la società e il poco tempo a disposizione. Le statistiche internazionali posizionano il burnout al quarto posto tra le cause di assenza dal lavoro quando solo alla fine dei primi anni Novanta era molto raro che le giornate di malattie concesse ai lavoratori dipendenti fossero causate da disturbi psichici. Per quanto concerne il genere femminile il disagio psichico raggiunge addirittura il terzo posto della classifica. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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