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mercoledì 21 luglio 2010
Pochi laureati in discipline scientifiche. L Alto Adige è il fanalino di coda in Italia
Alto Adige — 20 luglio 2010 pagina 03 sezione: CRONACA
BOLZANO. L’Alto Adige soffre della mancanza di risorse umane per progredire in termini di innovazione e sperimentazione. A stabilirlo è uno studio dell’Istat che ha semplicemente calcolato il numero di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti e ha stilato una corrispondente classifica. La nostra provincia risulta impietosamente agli ultimi posti con un valore di soli 1,2 laureati, lontano anni luce dal 17,7 del Friuli, ma anche dal 12,9 del Trentino. Basta spostarsi di pochi chilometri, quindi, per trovare dieci laureati in più ogni mille abitanti a disposizione della crescita di imprese e aziende del territorio. La stessa media nazionale si attesta al 12,2, valore attorno al quale gravitano anche le regioni più industrializzate del Paese come Veneto (12,7) o Lombardia (14,8). Le pmi altoatesine, quindi, partono con un forte handicap nella corsa alla capacità innovativa nonostante la possibilità di collaborare con enti esterni e la capacità di fare sistema implementata negli ultimi anni sul territorio. Il calo di produttività economica, quindi, rischia di essere letto anche alla luce della mancanza di capitale umano scarsamente qualificato e tocca alla politica, ora, trovare delle soluzioni per recuperare velocemente il terreno perduto. Si inserisce in questo contesto la prima riunione della Consulta per la ricerca e l’innovazione in programma oggi. L’organo nominato la scorsa settimana dalla giunta provinciale si prefigge l’obiettivo di delineare le linee guida per lo sviluppo dell’innovazione incentivando le scienze all’interno di un piano di sviluppo pluriennale. Rientra nel discorso anche il mantenimento della competitività del sistema Alto Adige alla luce delle ultime novità adottate. Dalle agevolazioni sull’Irap al lavoro di supporto del Tis, passando per le collaborazioni con gli enti internazionali ed italiani e gli aiuti alle start-up dell’imprenditoria: tutto verrà passato al setaccio per capire dove e come migliorare i meccanismi economici provinciali. All’ordine del giorno anche l’integrazione tra le varie anime dell’innovazione altoatesina. Tis, Eurac, Fraunhofer, Iit Laimburg e la Lub sono tutti organismi che necessitano di una connessione stretta tra loro e con la Provincia: la Consulta, nelle intenzioni, dovrebbe fungere proprio da collante. Un occhio di riguardo sarà rivolto anche alle associazioni di categoria come Apa, Cna o Bauernbund che ultimamente si affacciano sul panorama dell’innovazione attivando specifici sportelli informativi. Tangente a tutti questi discorsi, ovviamente, si affaccia il progetto del Parco Tecnologico negli spazi dell’ex Alumix al centro dell’agenda politica degli ultimi giorni. Evidente come i rappresentanti della giunta provinciale, il presidente Luis Durnwalder e gli assessori competenti Sabine Kasslatter-Mur e Roberto Bizzo, spingeranno sulla necessità di un luogo fisico che funzioni da rampa di lancio per aumentare il livello di scambi e competitività. A confrontarsi con loro gli specializzati componenti della Consulta Walter Lorenz (Lub), Werner Stuflesser (Accademia Europea), Michael Oberhuber (Centro di Laimburg), Alfredo Guarriello (Tis), Irmgard Lantschner (Camera di Commercio), Silvia Vogliotti (Istituto promozione dei lavoratori), Christina Muhringer, Irene Unterkofler e Paolo Gasperi (in rappresentanze dei diversi settori economici presenti sul territorio), Nikolaus Tribus (settori economici), Tony Tschenett e Sandro Fraternali (sindacati), Heidi Siebenforcher e Giovanni Polonioli (Consorzio dei Comuni), Tilmann Mark, Josef Dalla Via, Franco Bontempi e Susanna Vetturelli (rappresentanti designati dalla giunta provinciale). (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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