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domenica 25 luglio 2010

Messner: «Diffida di stampo fascista»


Alto Adige — 24 luglio 2010 pagina 04 sezione: CRONACA

BOLZANO. È molto dura la reazione degli alpinisti sulle ultime vicende scaturite dalla rottura delle trattative sull’asse Bolzano-Roma per il ripristino dei cartelli bilingui sui sentieri. Reinhold Messner non usa mezzi termini: «La procedura della diffida mi sembra proprio di stampo fascista. Mi sono sempre battuto per un Alto Adige che faccia parte dell’Italia e possa battere la bandiera della convivenza, ma questa volta mi sono proprio arrabbiato. Le parole del ministro Fitto, oltretutto, sono molto pericolose perchè potrebbero alimentare sentimenti anti italiani nella nostra provincia. Un simile provvedimento serve solo a sostenere le forze di destra e chi marcia sull’ideologia dell’autodeterminazione». Il re degli ottomila non esita, comunque, a indicare l’Alpenverein come colpevole. «Ha sbagliato ad installare quei cartelli. Sono stato a Plan de Corones e ho trovato un’indicazione con la sola dizione “Kronplatz”. Stiamo scherzando?». Messner, poi, prova a proporre una soluzione per uscire dall’empasse: «Mettiamo in due lingue valli, paesi e città, ma non ha alcun senso tradurre i nomi di masi e prati». Durissima anche la reazione del “collega” Hans Kammerlander: «Il governo ha assunto un atteggiamento fascista portando avanti una vera e propria provocazione istituzionale. Invece di imporre la traduzione di tutti i nomi, infatti, sarebbe meglio tradurre solo termini come malga, sentiero o lago». Anche nelle parole di Kammerlander rispunta il fantasma di Tolomei. «La traduzione fatta cent’anni fa, che comprendeva anche i masi e i prati, è stata una porcata. Chiunque abbia studiato un poco di storia del Sudtirolo non potrebbe affermare tranquillamente il contrario senza essere conscio di essere in torto. Tornare ad imporre questi nomi significa rinnovare l’errore e provocare una parte della popolazione provinciale». L’alpinista, poi, parla a nome della categoria: «Come guida alpina e a nome di molti colleghi posso assicurare che ci sono molti toponomi italiani che veramente nessuno conosce. Imponendoli si creerebbe solo una grande confusione che non serve a nessuno, men che meno ai molti turisti italiani che arrivano». Diametralmente opposta l’opinione di Cesare Maestri: «Siamo in Italia e c’è una legge che parla chiaro».(a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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