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venerdì 16 luglio 2010

I baristi cinesi: troppi pregiudizi, rispettiamo le regole e lavoriamo


Alto Adige — 15 luglio 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. «È ingiusto attaccarci a priori senza conoscerci». I cinesi dei bar si difendono dalle accuse e dalla polemica che si è scatenata negli ultimi giorni attorno alle loro attività. Allineati alla posizione del sindaco Luigi Spagnolli rivendicano il loro diritto, rispettando le regole, ad essere considerati normali attori del mercato bolzanino. Assenti, invece, le aperture verso le associazioni di categoria locale, viste come estranee e poco propense al confronto e al dialogo. «A Bolzano ci troviamo molto bene - le parole di Shiqi Lin del bar “Hollywod” in viale Trieste - e lavoriamo regolarmente come tutti gli altri esercenti della città. Siamo qui da tre anni: inizialmente non è stato facile ambientarsi, oggi va molto meglio e abbiamo un ottimo rapporto con i clienti del quartiere». Lin si fa serio, però, quando riportiamo del malcontento e la diffidenza che aleggiano talvolta intorno alle attività cinesi. «Non mi infastidisce perchè non me ne curo. Finchè noi facciamo bene il nostro lavoro non temiamo gli attacchi di chi, forse, deve solo conoscerci meglio». Da tre anni a Bolzano per gestire il Cafè “Verona” c’è Awan Chen: «Un’attività che ci regala soddisfazioni e ci permette di essere sempre più integrati sul territorio». Tutto bene, ma farebbe piacere un confronto approfondito con le associazioni di categoria? «Io gestisco il locale con mia sorella: mi sta bene così». Lulu Zhu e Qiao Yan si muovono dietro al bancone del bar “Pia” di piazzetta Bersaglio e ci raccontano una delle caratteristiche peculiari dei bar gestiti da cinesi: «La conduzione familiare è per noi, oltre che una comodità, un aspetto culturale importante. Logico che cerchiamo di mantenerlo». Non mancano, però, preoccupazioni da parte di alcuni esercenti. «Al di là della possibilità di confrontarci penso che l’importante sia che ognuno faccia bene il suo lavoro, poi decretare il successo o meno di un’attività spetta ai bolzanini». Chiude la rassegna Hao Hao Zhu che da poco gestisce il bar-ristorante “Hong-Kong”. «È molto difficile rompere il ghiaccio ed imporsi. In questa strada, poi, ci sono molti esercizi di connazionali». Per molti, però, questo aspetto non rientra affatto tra quelli positivi. «Non mi sembra che a Bolzano ci siano così tanti cinesi. Entrare nelle associazioni di categoria? Ho come l’impressione che gli italiani parlino solamente con gli italiani e i cinesi, di conseguenza, con i cinesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

1 commento:

  1. ..più che le regole ecc...
    quello che "infastidisce" molte persone, è spesso quella specie di "incompetenza" che c'è da parte dei cinesi.
    Loro vengono da tutt'altro posto con tutt'altre usanze ecc.
    Spesso, si va in un bar gestito dai cinesi, e ci si trova a dovergli spiegare come si fa un veneziano o un hugo o altro. Cosa che non mi sembra normale in un bar (anche perché il cliente non è obbligato a sapere come si fa quel che beve). Spesso gli devi spiegare cosa vuol dire un caffè corto o altre cose "basilari" (una volta abbiamo chiesto un Holundersaft e ci è arrivato lo sciroppo di sambuco puro in bicchierino da amaro...a giudicare dalla bottiglia a loro sembrava un liquore..)

    Quindi dovrebbero forse prepararsi di più prima e non sul campo.
    D'altronde, se chiunque di noi dall'oggi al domani decidesse di mettersi a fare involtini primavera, ravioli al vapore e quant'altro, non penso avrebbe un gran successo. Ma semplicemente perché "non è il suo campo" e perché e non siamo preparati a riguardo.

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