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venerdì 9 luglio 2010

Cisl: il patentino è ancora illiberale


Alto Adige — 08 luglio 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. «La norma d’attuazione sulle certificazioni linguistiche è carente e non risolve il problema di fondo per il libero accesso al lavoro: togliere dalle mani della politica il monopolio del bilinguismo». A dirlo è l’avvocato Gianni Lanzinger, protagonista del caso Angonese che nel 2000 in sede di Corte di Giustizia delle Comunità Europee bollò come discriminatorio il meccanismo del patentino per l’accesso ai posti di lavoro in Provincia. Una causa fortemente sostenuta dal sindacato della Cisl e che rappresenta un caso studiato in moltissime università europee come esempio di comportamento discriminatorio di uno Stato verso un suo stesso cittadino. La sentenza, di fatto, rappresentò il germe che dieci anni dopo ha portato alla norma d’attuazione della Commissione dei Sei sull’equipollenza onde evitare l’incorrere in procedure d’infrazione europee. Un documento, però, che il sindacato giudica frettoloso e lacunoso. «In tutta Europa - specifica Lanzinger - esistono gli enti certificatori che stabiliscono il grado di conoscenza delle lingue straniere. Qui non bastano: è pur sempre l’Ufficio di bi- e trilinguismo che deve vagliare la certificazione con il rilascio del patentino. Non solo, la nostra Provincia non riconosce minimamente il percorso di studi e gli attestati di studio universitario per cui si incorre nel paradosso che un laureato in lettere in Italia debba lo stesso presentarsi presso un ente per documentare che, effettivamente, conosce la lingua italiana». Altra anomalia è la completa mancanza di specifiche relative alla scuola ladina «che a tutti gli effetti è bilingue visto l’insegnamento veicolare, ma che non trova alcuna considerazione speciale nel documento». Una norma che Lanzinger non esita a definire illiberale «perchè rimane pur sempre la politica l’organismo che decide sulle certificazione e effettua, di fatto, una preselezione ingiusta. Senza contare che la stessa equiparazione dei gradi del patentino con quella che è la griglia europea è considerata anomala dai linguisti. Tutto questo succede perchè anche le valutazioni tecniche sono state fatte dai politici» «Ci hanno messo dieci anni per produrre dieci righe di norma d’attuazione» il commento caustico del segretario provinciale della Cisl Michele Buonerba «e sono riusciti nell’impresa di redarre un documento che recepisce solo parzialmente la sentenza Angonese. Lo stesso requisito di accesso dei due anni di residenza in provincia è discutibile». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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