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martedì 13 luglio 2010

Gli italiani all Svp: sì al dialogo sui nomi


Alto Adige — 12 luglio 2010 pagina 08 sezione: CRONACA

BOLZANO. La Svp tira il freno sulla legge in materia di toponomastica che vuole portare in consiglio provinciale. Il capogruppo Pichler Rolle punta ad un nuovo giro d’orizzonte con tutti i partiti. Proposta accolta favorevolmente dall’opposizione italiana ed anche dal Pd. Ma pur con qualche distinguo, la richiesta rimane quella del bilinguismo per buona parte dei nomi relativi alla segnaletica di montagna. L’apertura del capogruppo provinciale dell’Svp Elmar Pichler Rolle verso gli altri partiti del Consiglio in materia di toponomastica trova le prime sponde interessate. Pronti a sedersi al tavolo ci sono Riccardo Dello Sbarba (Verdi), Maurizio Vezzali (Pdl) ed Elena Artioli (Lega Nord), anche solo per sentire quali siano le proposte della Stella alpina e ribattere con le proprie. I Verdi, per esempio, da tempo hanno consegnato un disegno di legge preciso sulla toponomastica: documento che porteranno sicuramente al tavolo della discussione con il partito di maggioranza. «Siamo ben contenti - spiega Dello Sbarba - di poterci incontrare e mostrare nuovamente la nostra proposta, frutto di attente analisi di giuristi ed esperti. È una buona notizia, inoltre, che la presentazione della loro proposta possa slittare a settembre». La distinzione tra micro e macro toponomastica che orienta l’Svp viene sostituita dai Verdi con i concetti di “interesse pubblico” ed “utilizzo privato”. «Il nostro ddl - continua Dello Sbarba - parte dal presupposto della cancellazione del decreto nazionalista di Tolomei per affrontare nuovamente la questione. Bisogna differenziare, infatti, tra la toponomastica di interesse pubblico, prevista da norme internazionali e legata, per esempio, ad esigenze di sicurezza e i nomi di carattere strettamente privato. Sulla prima non esiste mediazione: va interamente proposta in due o tre lingue, mentre la seconda può tranquillamente rimanere senza regolamentazione e restare a discrezione, per l’appunto, dei privati. Non dimentichiamoci, infatti, che stiamo parlando di 400.000 nomi e che ogni mese ne nasce un nuovo centinaio: impensabile pensare di mettere tutto sotto controllo». Il nodo, però, si sposterebbe sulla definizione di interesse pubblico. «Dovrebbe occuparsene, caso per caso, una commissione paritetica guidata da un ladino». Contenta anche Elena Artioli della Lega Nord: «Finalmente si apre un dialogo. È dal presunto Tavolo della Convivenza che aspettiamo un confronti. Noi pretenderemo che vengano garantite le indicazioni nelle due lingue: non possiamo accettare che i turisti italiani non sappiano dove andare e che, addirittura, il numero di emergenza venga segnalato solo in tedesco. Nessuno si sogna, comunque, di ipotizzare la traduzione anche dei nomi propri». Più cauto il consigliere del Pdl Maurizio Vezzali: «Ben venga il confronto, ma vediamo cosa vogliono proporci. È evidente che ci sono dei paletti che manterremo fermi: i sondaggi comunali, per esempio, non sempre possono essere un criterio valido». Meno disponibilità, invece, si registra sulla rimozione dei cartelli sbagliati dall’Alpenverein. «L’Avs aveva l’obbligo di installarli bilingui, come previsto dalle norme, ed è giusto che vengano sostituiti al più presto» l’opinione di Dello Sbarba. Si spinge più in là Vezzali: «Non solo rimozione immediata, ma la sostituzione va fatta pagare a chi ha sbagliato, specialmente se viene confermato l’utilizzo di soldi pubblici. Non nascondiamoci: molto spesso i cartelli sono stati cambiati anche senza essere in uno stato di degrado». Provocatoria, infine, la proposta di Artioli: «Non vogliono spegnere altri soldi? Benissimo, momentaneamente possiamo dotarci di pennarelli o pittura bianca e aggiugere i nomi in piccolo. Lo spazio c’è, come hanno dimostrato le iniziative singole di alcuni turisti. Una volta deteriorati riposizioniamo i cartelli corretti. Rimane, comunque, il gigantesco danno d’immagine alla nostra terra». Per Mauro Minniti, consigliere provinciale del Pdl «il momento non è opportuno per portare in aula disegni di legge sulla toponomastica». Secondo Minniti è comunque da apprezzare che «la Svp voglia parlare dell’argomento con tutte le forze politiche, ma bisogna partire dal presupposto che se c’è una toponomastica da ufficializzare è quella tedesca e ladina, come prescrive lo Statuto d’autonomia». Per Guido Margheri, infine, «la cartellonistica relativa ai sentieri è illegittima per tre quarti, come ha rilevato l’inchiesta della magistratura relativa al nostro esposto». Perciò dev’essere sostituita in un periodo di tempo non superiore a quello occorso per la sua realizzazione e cioè in non più di tre anni», conclude l’esponente della Sel. (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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