Occhio ai primi sintomi di alcolismo |
BRESSANONE. Ammettere di avere un problema con l’alcol è un passo importante e farlo nella propria lingua può aiutare. Nel percorso di chi vuole uscire da una dipendenza, infatti, bisogna prestare attenzione a ogni dettaglio ed è per questo che l’ambulatorio “Hands”si appresta ad attivare anche a Bressanone gruppi di auto aiuto in lingua italiana, come già avviene in altre sedi provinciali. Nei locali brissinesi dell’associazione in via Bastioni Maggiori, infatti, fino ad oggi questa forma di terapia veniva offerta solamente in tedesco. L’occasione è buona per affrontare di petto il problema dell’alcolismo con esperti come la psicologa Eva Roner. "Nel momento in cui una persona si accorge di avere un consumo eccessivo di alcol può tentare di regolare da sè frequenza e quantità di bevande alcoliche, ma se un simile tentativo dovesse fallire allora noi dobbiamo farci trovare pronti". Il primo step può essere quello di rivolgersi al Servizio per le Dipendenze in via Dante, ma prima è necessaria una non sempre facile presa di coscienza dell’utente. "Diciamo che alcuni indicatori che ci segnalano una situazione a rischio possono essere sintomi di astinenza come tremore, perdita di controllo sui propri comportamenti, osservazioni critiche da parte di persone a noi vicine oppure vuoti di memoria". Ci sono, inoltre, metodi molto più empirici. "Una situazione classica – continua Roner – è quella di prefiggersi il consumo di una singola birra al bar e poi non essere mai in grado di concretizzare il proprio proposito bevendo quantità di molto maggiori. E’ un campanello d’allarme che va ascoltato". Attenzione anche ai classici “spacconi”, molto in voga nel mondo dei giovanissimi. "In molti si vantano di poter reggere grandi dosi di alcolici senza risentirne. Bene, si tratta di un segnale per nulla positivo perché indica un’abitudine del fisico a una sostanza che comunque è tossica e provoca danni ingenti. Significa, oltretutto, che per ricercare quell’effetto “gradevole” della sbornia sarà necessario andare oltre alcuni limiti, spostando sempre più in là l’asticella del pericolo". Non è affatto vero, comunque, che l’alcol produce solo effetti positivi sulla mente. "Tutti conosciamo l’euforia, il rilassamento, distensione e la scioltezza nelle relazioni sociali, ma siamo altrettanto a conoscenza di stanchezza, nausea, riduzione della concentrazione e delle inibizioni, perdita dell’equilibrio, vomito o emicrania. Non lasciamoci ingannare, quindi, da un singolo lato della medaglia". Ci saranno, però, dei dati oggettivi ai quali prestare attenzione? "Le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – chiude la psicologa Roner – parlano di consumo moderato o a basso rischio con due bevande alcoliche al giorno per la donna e tre per l’uomo, intendendo come unità di misura un bicchiere standard (per esempio da 0,125 litri di vino). Si tratta, tuttavia, di quantità riferite a persone adulte e sane, quindi non possono essere trasferite automaticamente ad adolescenti, malati di fegato, diabetici o afflitti da altre patologie. Almeno due giorni la settimana, inoltre, viene consigliato di astenersi completamente. L’unica formula veramente infallibile, comunque, rimane una sola: zero consumo, zero rischio".
Per ogni tipo di informazione sull’attività di Hands a Bressanone si può chiamare il numero 0472/837112 dalle 16 alle 17.30 ogni secondo e quarto martedì del mese.
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