La tastiera è strumento essenziale |
BOLZANO. Certezza pressochè assoluta d’impiego, soddisfazione assicurata verso docenti o il proprio corso di studio e stipendio futuro piuttosto lauto. Dai dati distribuiti dalla facoltà di Informatica della Lub, i 10 anni di vita sembrano, in ordine di importanza, davvero l’ultimo motivo di una lunga serie per festeggiare. Al di là dello spirito, però, il decennale della attività diventa chiaramente l’occasione perfetta per la presentazione di alcuni numeri che fanno di questo percorso di studio uno dei più promettenti e rassicuranti dell’intera offerta formativa bolzanina, ma anche internazionale. Lo scotto da pagare, se così vogliamo chiamarlo, è quello di una preparazione linguistica, soprattutto inglese, che rasenti la perfezione e la naturale inclinazione a viaggiare perché spesso le strade dell’eccellenza informatica portano fuori dall’Italia. Le celebrazioni organizzate nella giornata di ieri in ateneo, comunque, non si sono limitate al classico discorso compiacente con applauso annesso, ma hanno preso la forma di un vero e proprio convegno, con tanto di stand esterni delle aziende specializzate e interventi sui temi principali delle ricerca di settore.
Tornando ai dati del nucleo di valutazione, invece, spicca lo 0% nella casella dei laureati usciti dalla facoltà bolzanina che, a distanza di un anno dall’alloro, sono ancora in cerca di un impiego. La certezza del posto di lavoro, quindi, è una realtà più che uno spot il che, in tempi di crisi occupazionale, pare un’oasi nel deserto. Il settore certamente aiuta, ma non è tutto se a Verona il dato sale al 4,4% e a Trento addirittura al 15,4%. Non si tratta, oltretutto, di lavori di poco conto se consideriamo che la media sul guadagno mensile si fissa per i laureati bolzanini a 1.513 euro contro i 1.178 dei trentini e i 919 euro per i veronesi. Da qui al Veneto, insomma, ballano 600 euro al mese in busta paga, circa 7.800 euro annuali: non poco per chi ambisce a costruirsi un futuro economicamente solido nonostante i venti di crisi economica che spirano. Buone notizie anche alla voce “durata media degli studi dei laureati triennali” che si calcola a Bolzano in 3,9 anni, a Trento in 4,1 e a Verona in 5,1. Pare logica conseguenza, a questo punto, l’ottimo grado di soddisfazione raccolto dagli studenti con il 90,1% che si dichiara contento della facoltà e il 95,8% che lo è anche dei propri professori. Tre anni fa le percentuali erano rispettivamente di 85,8% e 93,7%, quindi si percepisce una leggera crescita.
La facoltà più moderna per definizione, però, non può fermarsi a crogiolarsi nei numeri e deve porsi nuovi obiettivi. "Festeggiamo un evento importante – le parole del presidente di facoltà Giancarlo Succi – e giustamente è il momento per fare i bilanci. In futuro, però, puntiamo a iniziare nuove attività e rafforzare le collaborazioni con chi ha lavorato con noi". I dato sulla ricerca, intanto, sottolineano una certa predilezione per i soggetti esterni dove è stato speso l’89% dei finanziamenti, pari a 5.227.860 euro. Nel dettaglio si tratta di 12 progetti europei (3.241.273 euro, 62% del totale), nazionali (784.179 euro, 15%) e in conto terzi (1.202.408 euro, 23%). Ad uso interno, insomma, rimangono le briciole di 646.140 euro e un poco lusinghiero 11%: forse è il caso di riequilibrare un poco questa bilancia. Non a caso il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, intervenuto in apertura di convegno, oltre ai complimenti di rito ha annunciato "una più continua e stretta sinergia con le scuole superiori, oltre che una collaborazione proficua con il tessuto delle aziende locali". Delle 11 aziende specializzate coinvolte nell’organizzazione dell’anniversario, comunque, ben 7 sono altoatesine: le potenzialità sembrano esserci. L’informatica è globale, ma la sede dell’ateneo non può essere solo un particolare.
Alan Conti
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