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mercoledì 21 dicembre 2011

Nuovo sballo? Il fertilizzante per bonsai


Cosa c'è dentro le pillole-droga?

BOLZANO. Il nuovo sballo? Il fertilizzante per bonsai. Sembra incredibile, ma il Dipartimento delle Politiche Antidroga nazionale ha lanciato l’allarme all’assessorato e alle strutture competenti altoatesine. Il responsabile Giovanni Serpelloni, infatti, con una circolare ha innalzato il livello di allerta attorno a componenti chimici chiamati catinoni al grado 3: il massimo possibile. La comunicazione è figlia di due casi di assunzione di questi prodotti registrati in Italia, uno nei dintorni di Brescia e l’altro segnalato dall’ospedale San Bonifacio di Verona, entrambi di ottobre a pochi giorni l’uno dall’altro. Non solo, tracce di catinoni sono state rilevate a Vienna nei mesi precedenti e, considerando che in mezzo ci sta proprio l’Alto Adige, ecco che l’informativa ha presto raggiunto gli uffici dei responsabili sanitari provinciali.
 Cosa sono, però, i catinoni sintetici? Sostanzialmente si tratta di componenti chimici, spesso utilizzati come fertilizzanti per le piante e venduti on line da negozi specializzati. L’informativa, in particolare, invita a prestare particolare attenzione al butilone e al metilcatinone: i due componenti specifici rintracciati dal Laboratorio di Pavia che ha condotto le analisi sui casi dei due ragazzi intossicati. Il primo può essere commercializzato in capsule bianco-azzurre con la scritta “Kelly” come fertilizzante per bonsai, ma talvolta viene assunto dai ragazzi per ricercare uno sballo “diverso” e ancora piuttosto “libero” dai controlli di legge. Gli effetti secondo gli esperti sono simili a quelli ottenuti tramite l’assunzione di metanfetamina, anche se di intensità minore. L’aspetto “positivo”, quindi, è la sua legalità. Non si discostano molto dall’anfetamina, invece, gli effetti collaterali che possono portare a convulsioni tonico-cloniche, insufficienza renale ed epatica acuta, palpitazioni, sudorazione e insonnia. Il ragazzo di 24 anni curato al pronto soccorso del San Bonifacio di Verona il 18 ottobre scorso aveva assunto proprio butilone da un prodotto per la coltivazione chiamato “Fiore”, oggi misteriosamente scomparso dal commercio on-line. Sequestri di polveri con butilone, inoltre, sono avvenuti pure a Venezia, quindi è verosimile che l’intero Triveneto possa essere interessato dalla sua diffusione come prodotto stupefacente. La presenza del componente nelle urine del ragazzo a 42 ore dall’assunzione, oltretutto, testimonia una certa persistenza della sostanza chimica all’interno dell’organismo umano. L’utilizzo del fertilizzante per bonsai come droga, comunque, è una moda che arriva dai paesi anglosassoni e le prime segnalazioni riguardano proprio casi in Inghilterra e Irlanda, ma il suo arrivo in Italia è stato piuttosto rapido.
 “Gemello” del butilone è il metilcatinone ritrovato nell’organismo di un ragazzo di 28 anni soccorso a Manerbio in provincia di Brescia per atteggiamento aggressivo e violento, condizione tachicardica e allucinazioni. Gli effetti ricercati sono gli stessi del butilone, ma tra i danni alla salute che si possono causare assumendo questa sostanza chimica vanno aggiunti ipertensione, incapacità di smettere di parlare, pupille dilatate, squilibrio, paranoia e psicosi. 
 Buona parte del commercio di questi catinoni, comunque, avviene attraverso i canali del web e non, come si è portati a credere, tramite il classico spacciatore “chimico” da discoteca. Attenzione, quindi, ai vari prodotti che si possono trovare in vendita on line in campo agricolo e, nel caso di sospetti, l’invito è quello di inoltrare una semplice segnalazione presso i centri sanitari preposti ai controlli di legge. 
Alan Conti

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