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mercoledì 14 dicembre 2011

Gli operai: lo sciopero serve ancora?


Eloquente scritta su un bus

BOLZANO. Lavoro fisso, ricambio generazionale, pensionamento in età accettabile: i concetti già provati dalla crisi e picconati dalla recente Manovra sono diversi, ma viene da chiedersi se tra questi non rientri a sorpresa pure lo sciopero.
Colpire l'azienda per colpire lo Stato ha ancora senso? 
 Scioperare per tre ore comporta davvero qualche disagio? Provano a rispondere alcuni operai delle Acciaierie.
"La verità 
 comincia Ivan Trolese - è che chiunque decida di non lavorare viene coperto da qualcun'altro e a livello di produttività non si arreca alcun disturbo all'azienda. La questione di fondo, dunque, mi pare debba legarsi al concetto di rappresentanza e ai modi scelti per far sentire la nostra voce in modo incisivo". Scettico è pure Angelo Boscaini che a fine turno accetta di mettere in discussione sia lo strumento dello sciopero sia la circostanza particolare della protesta contro la Manovra. "Onestamente credo che andrebbero cercate nuove strade per esprimere il dissenso, ma anche per condurre le trattative. Scioperare oggi, comunque, mi sembra un controsenso perché vogliamo lanciare un segnale allo Stato, mica alla nostra azienda. In un momento in cui il futuro dello stabilimento è spesso in discussione credo sia opportuno pensare bene prima di muoversi. Assentarsi per tre ore, poi, mi sembra davvero poco efficace". Adesione totale, invece, per Mohamed Khachroum: "Non sono alla manifestazione solo perché nel mio settore non si può scioperare, ma nessuno deve toccare questo strumento. Ormai l’Italia ha rinunciato ai giovani e nessuno dice nulla". Un loro collega, intanto, lancia un messaggio su facebook: "Non bastano tre ore, ma bisogna stringere i denti e arrivare anche a tre mesi di blocco se necessario". Lo sciopero, quindi, ha ancora un valore importante, a patto che non sia annacquato con la camomilla.(a.c.)

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