Pannelli solari in arrivo? |
BOLZANO. Si fa presto a dire “monto un pannello solare” senza considerare alcune variabili. In caso di scarso irraggiamento, ampie zone d’ombra o superficie esigua del tetto il rischio, infatti, è quello di sostenere un investimento pesante senza particolari risultati. Ecco, quindi, che il nuovo catasto solare on line al sito www.cittasolare.it ideato dall’Eurac in collaborazione con il Comune di Bressanone diventa uno strumento prezioso per riempire tutti questi interrogativi.
Il funzionamento è semplice: con un clic si accede a una mappa satellitare in perfetto stile "GoogleMaps", con un altro si allarga l'immagine zoomando sulla zona d'interesse e infine i tetti degli edifici cominciano a colorarsi. Si passa infatti dal rosso delle case in ubicazione estremamente favorevole al nessun colore di quelle dove il pannello solare avrebbe una resa insoddisfacente.
Non solo, selezionando le varie strutture si aprirà una finestra con indicazioni più approfondite circa la potenzialità in kilowattora di quattro differenti tipologie di pannello, due al silicio cristallino e due al film sottile.
"Sostanzialmente permettiamo agli utenti di ricevere un’informazione neutra rispetto a un possibile investimento" spiega il direttore dell'istituto per il teleriscaldamento all'Eurac nonché neo presidente Sel Wilfram Sparber. "Anzichè aspettare un preventivo dall'azienda privata, dunque, i cittadini brissinesi potranno sapere immediatamente le condizioni del loro tetto. È anche una strategia per familiarizzare con le fonti rinnovabili". Soddisfatti il sindaco Albert Pürgstaller e l'assessore all'ambiente Elda Letrari presenti ieri alla conferenza stampa presso l'Accademia Europea. "La collaborazione tra Eurac e Bressanone - spiega il primo cittadino - funziona bene e gratifica la sensibilità mostrata dalla città su questi temi". Due, però, sono i dubbi legati a una diffusione generalizzata del fotovoltaico: l'impatto paesaggistico di una selva di pannelli e la predisposizione di una rete distributiva all'altezza. "Dal punto di vista del paesaggio cerchiamo soluzioni non troppo impattanti, mentre la nostra rete è assolutamente all'avanguardia, forse superiore persino a quella di Sel". Tecniche le considerazioni del ricercatore Marcello Petitta. "Sono vari i fattori che abbiamo considerato in mappa. L'irraggiamento è il primo fattore, determinato da esposizione e zone d'ombra, poi abbiamo valutato le condizioni meteorologiche basandoci sui dati ventennali della stazione di rilevamento di Laimburg. La stessa atmosfera va analizzata e da questo punto di vista dobbiamo dire che l'Alto Adige è un territorio particolarmente adeguato". Quante sono le possibilità di contare in futuro su una simile mappa virtuale per tutto il territorio provinciale? "Stiamo avviando un progetto con un istituto svizzero che permetterà la realizzazione di una mappatura a zone di 100 metri. Una definizione minore rispetto a Bressanone, ma un bacino d'utenza assai superiore".
Non solo, selezionando le varie strutture si aprirà una finestra con indicazioni più approfondite circa la potenzialità in kilowattora di quattro differenti tipologie di pannello, due al silicio cristallino e due al film sottile.
"Sostanzialmente permettiamo agli utenti di ricevere un’informazione neutra rispetto a un possibile investimento" spiega il direttore dell'istituto per il teleriscaldamento all'Eurac nonché neo presidente Sel Wilfram Sparber. "Anzichè aspettare un preventivo dall'azienda privata, dunque, i cittadini brissinesi potranno sapere immediatamente le condizioni del loro tetto. È anche una strategia per familiarizzare con le fonti rinnovabili". Soddisfatti il sindaco Albert Pürgstaller e l'assessore all'ambiente Elda Letrari presenti ieri alla conferenza stampa presso l'Accademia Europea. "La collaborazione tra Eurac e Bressanone - spiega il primo cittadino - funziona bene e gratifica la sensibilità mostrata dalla città su questi temi". Due, però, sono i dubbi legati a una diffusione generalizzata del fotovoltaico: l'impatto paesaggistico di una selva di pannelli e la predisposizione di una rete distributiva all'altezza. "Dal punto di vista del paesaggio cerchiamo soluzioni non troppo impattanti, mentre la nostra rete è assolutamente all'avanguardia, forse superiore persino a quella di Sel". Tecniche le considerazioni del ricercatore Marcello Petitta. "Sono vari i fattori che abbiamo considerato in mappa. L'irraggiamento è il primo fattore, determinato da esposizione e zone d'ombra, poi abbiamo valutato le condizioni meteorologiche basandoci sui dati ventennali della stazione di rilevamento di Laimburg. La stessa atmosfera va analizzata e da questo punto di vista dobbiamo dire che l'Alto Adige è un territorio particolarmente adeguato". Quante sono le possibilità di contare in futuro su una simile mappa virtuale per tutto il territorio provinciale? "Stiamo avviando un progetto con un istituto svizzero che permetterà la realizzazione di una mappatura a zone di 100 metri. Una definizione minore rispetto a Bressanone, ma un bacino d'utenza assai superiore".
Alan Conti
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