La copertina del libro di Disertori edito Lucus |
BOLZANO. "La storicità di Cristo e gli stessi Vangeli vanno discussi tenendo ben presente gli interventi massicci dei Dottori della Chiesa". Peter Disertori, bolzanino oggi emigrato sulle sponde del Lago di Garda, presenterà lunedì pomeriggio alle 18 alla Bilbioteca Provinciale “Claudia Augusta” il suo nuovo libro “I segreti dei rotoli di Qumran”: un saggio che cerca di dare finalmente organicità alle tante discussioni che si sono accese attorno al ritrovamento di questi documenti misteriosi. I manoscritti scovati in undici grotte attorno a Qumran, infatti, rappresentano le uniche testimonianze di testi religiosi dell’epoca che non abbiano subito successivi interventi. "Si è scritto molto su questi ritrovamenti – spiega Disertori – ma ho sempre avvertito una certa confusione o parzialità. Da parte mia ho solo cercato di mettere ordine, ponendo delle domande più che dando delle risposte". Gli interrogativi, comunque, sono di quelli pesanti. "Prendiamo la storicità di Gesù Cristo. In questi documenti ritroviamo moltissime parabole di rabbini identiche a quelle presenti nel Vangelo. Non è impossibile che i Dottori della Chiesa abbiano semplicemente dato un nome unico ai vari protagonisti. Etimologicamente, oltretutto, Cristo non è nemmeno un nome, ma significa semplicemente “unto dal Signore”". Anche i Vangeli, comunque, appaiono a tratti confusi. "Gli stessi Luca e Matteo si contraddicono nello stilare la genealogia di Cristo. In un altro episodio della Bibbia si parla specificatamente della mortalità degli dei, in aperta contraddizione con uno dei fondamenti della religione cristiana". Anche i comandamenti di Mosè passano sotto la lente di Disertori: "Sono stati distrutti, ma c’è ragione di pensare che fossero più che altro direttive militari". “I segreti dei rotoli di Qumran” si inserisce in un filone che grandi romanzieri hanno sfruttato con successo. "Ovviamente il romanzo va considerato su un altro piano – conclude Disertori – e credo sia una fortuna. E’ assolutamente legittimo, per esempio, che Dan Brown possa costruire le proprie storie inserendo tutti gli elementi che ritiene opportuno senza per forza doverne dimostrare veridicità o storicità. Non bisogna mai prendersi troppo sul serio e la libertà del romanziere va tutelata".
Alan Conti
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