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giovedì 1 marzo 2012

Kasslatter Mur: "Ecco i perchè del calendario unico"


L'assessore alla scuola tedesca Sabina Kasslatter Mur si spiega
L'assessore Svp si confronta con il mondo italiano. "Non capisco la contrarietà per una misura che non cambia nulla. Tratteremo con Roma, ma partiremo subito"

BOLZANO. Marcia decisa sul nuovo calendario scolastico, ma porte aperte alle trattative con Roma. E’ una Sabina Kasslatter Mur al contempo risoluta e conciliante quella che, all’uscita dell’incontro avuto con i sindacati nella sede della Camera di Commercio, decide di spiegare al mondo italiano i perché di una forzatura malvissuta. A Palazzo Widmann e Roma, evidentemente, hanno compreso che la posta in palio nella questione va ben al di là di cinque o sei giorni di lezione oppure della settimana in più o in meno: sul tavolo si gioca per delimitare gli spazi di competenza di Stato, Provincia e singole scuole. Il precedente, quindi, sarà pesante e si capisce che il dialogo sottotraccia con il governo centrale è cominciato un minuto dopo l’impugnazione. La Corte Costituzionale, in quest’ottica, viene vista come l’ultima delle soluzioni possibili.

 Roma frena, i presidi si mettono di traverso e le famiglie non capiscono: il mondo italiano non ha preso bene l’imposizione sul calendario unico.

 "Davvero non riesco a spiegarmi tutta questa contrarietà perché, onestamente, cambia davvero poco. Mi è stato confermato che primarie e medie italiane già al 91% si organizzavano sui cinque giorni, mentre alle superiori è stata lasciata ampia libertà. Ora protestare per un 9% che oltretutto può continuare sulla vecchia impostazione con la maggioranza qualificata del consiglio d’istituto mi sembra esagerato".

Già, ma a dirla tutta cambiano pure i periodi di vacanza. Si torna a scuola il 5 settembre, si finisce più tardi e poi quella settimana a fine ottobre che strizza l’occhio agli albergatori.

"La questione è incentrata sul ritmo scuola. Finalmente, secondo un modello canadese, armonizziamo maggiormente i periodi di lezione con quelli di festa.  Non solo, gli insegnanti ora potranno andare a scuola i primi giorni di settembre con qualcosa in più da fare e continueranno a essere in servizio fino al 30 giugno come prima, quindi non cambia nulla nemmeno per loro. Non è un mistero, d’altronde, che a fine giugno i docenti vadano a scuola praticamente per niente".

Non per insistere, ma ci sarebbe sempre la “settimana Sharm el Sheik” da spiegare...

"Sono convinta che così ci sia più equilibrio nei primi mesi di scuola senza sovraccaricare famiglie e studenti. Certo, è vero che gli albergatori potranno beneficiare di questo ed è giusto venire loro incontro ogni tanto. Diciamo che se sono contenti non mi dispiace".

Come procede il dialogo con il governo?

"Abbiamo preso atto dell’impugnazione, ma noi andremo avanti e partiremo con il prossimo anno scolastico. Ciò non significa, però, che non continueremo a portare le trattative per cercare di trovare delle soluzioni. In giunta, poi, valuteremo come comportarci e se spingerci fino alla Corte"
.
Aria di compromesso?

"Guardi, stiamo attraversando una fase di definizione delle rispettive autonomie dei tre soggetti coinvolti. Si costituirà un precedente importante, quindi è sensato muoversi con cautela, rispetto e attenzione".

Ci sono dei punti, tuttavia, su cui lo Stato non transige.

"La Maturità non la toccheremo, mentre non capisco perché non si possano conciliare gli esami di terza media con le ore di lezione. Sono false questioni di principio".

I sindacati, in conclusione, vi chiedono di prendere tempo in attesa di una svolta definitiva. Non le sembra una scelta di buon senso?

"No, si parte il prossimo anno. Su questo non si discute".
Alan Conti

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