Cerca nel blog

mercoledì 28 marzo 2012

Celiaci, arriva il negozio di leccornie


Il logo di Glutenfreeworld.Eu presente nel negozio bolzanino

Marco Lenzi dopo una vita passata nell'azienda di ascensori si lancia in una nuova avventura sospinto dalla storia della figlia Deborah. "Basta coi pochi prodotti delle farmacie, intendiamo lavorare anche con i ristoratori". 

BOLZANO. Regola numero uno: la celiachia non è una malattia, ma un'intolleranza e come tale va trattata senza vergogna. Marco Lenzi, una vita spesa a costruire un successo imprenditoriale con gli ascensori, ha deciso di puntare forte sul mercato di chi non tollera il glutine. Domani aprirà in Galleria Europa il suo "Glutenfreeworld.Eu ", un punto vendita con prodotti totalmente privi di glutine adatti a chi presenta questa fastidiosa intolleranza. Un campionario di alimenti freschi che nelle intenzioni dovrebbe diventare un punto di riferimento anche per i ristoratori. La scelta imprenditoriale di Lenzi è certamente una questione d’affari, ma dettata dall’affetto familiare: la piccola figlia Deborah di 9 anni, infatti, è celiaca.
"Alle soglie della pensione mi concedo un bel colpo di testa" scherza Lenzi che invece dimostra di conoscere a fondo la materia e di non apprestarsi affatto ad un salto nel buio. "Ero stufo di girare l’Italia riempiendo la macchina di prodotti squisiti che qui in Alto Adige non riuscivo mai a trovare. Non trovo giusto, oltretutto, che chi soffre di questa intolleranza debba essere condannato a mangiare unicamente pasta e quei tre prodotti surgelati proposti dalle farmacie". Già, perché inserirsi in questo genere di commercio non è facile data l’esistenza dell’esenzione sanitaria. "Si può arrivare fino a un massimo di 140 euro mensili – continua Lenzi – e per ora sono solo le farmacie che vengono autorizzate dall’Asl alla vendita. Dal canto loro i farmacisti hanno tutto l’interesse a mantenere questo monopolio, quindi diventa difficile pensare di far loro concorrenza. Ora, però, con le liberalizzazioni di Monti abbiamo speranza anche noi privati ed entro luglio contiamo di ricevere il nullaosta dall’Asl". Oltre all’aspetto tecnico, tuttavia, c’è pure una motivazione sociale nell’alternativa alla farmacia. "Con la questione del ticket si presenta la celiachia alla stregua di una malattia, così molti si vergognano di dichiararla. In realtà è perfettamente comparabile con, per esempio, l’intolleranza al lattosio: nessuno, però, ha timore di dichiarare che non mangia formaggi o beve latte. La mentalità va cambiata e io a mia figlia ho sempre detto di sbandierare ai quattro venti la propria celiachia perché è più sicuro e non c’è nulla da temere". Non a caso il mirino di Lenzi è ben puntato su tutte le intolleranze: "L’obiettivo del negozio è di arrivare a offrire opportunità alimentare che estinguano la bellezza di undici intolleranze in generale. Vogliamo essere un’alternativa". D’accordo, ma cosa si può trovare di veramente nuovo? "Dalla sacher fresca alla pasta napoletana, passando per i prodotti della tradizione altoatesina oppure dolci per le ricorrenze. Lo spettro sarà ampio perché intendiamo abbattere il tabù del celiaco che non può mangiare nulla e proporre una soluzione in più in chiave turistica". Viaggiare con l’imposizione di dover prestare attenzione a qualsiasi cibo, infatti, non è sempre facile. "Bisogna sempre farlo presente e sperare che chi hai di fronte dimostri sensibilità. Con il negozio cercheremo da una parte il contatto con esercenti altoatesini fornendo periodicamente alimenti monodose freschi da preparare al momento e dall’altra venderemo singoli pasti ai turisti celiaci da proporre dove vengono ospitati. Ricordiamoci che molto spesso basta un singolo celiaco per garantire una decina di clienti in più e questo in provincia di Bolzano dobbiamo ancora capirlo". In altre zone, invece, l’attenzione è più alta? "In Emilia Romagna, per esempio, sono molto più strutturati. Bisogna superare quell’atteggiamento misto tra diffidenza e vergogna perché l’unica strada è trovare delle contromisure efficaci". Bolzano, comunque, è solo il primo mattoncino: "Abbiamo già in previsione 15 aperture nei prossimi tre anni, tra cui i maggiori centri dell’Alto Adige, Trento e Verona. Credo fortemente in questo progetto imprenditoriale e sociale". Il sorriso della piccola Deborah, infine, sarà certamente la ricompensa più gradita.


COS’E’ LA CELIACHIA
La celiachia è un’intolleranza permanente a una componente alcol solubile del glutine chiamata gliadina. Il glutine altro non è che un insieme di proteine contenuto nel frumento, nell’orzo, nel segale, nel farro e  nel kamut. Tutti gli affetti da celiachia, pertanto, non possono alimentarsi con prodotti che siano direttamente prodotti con queste materie prime o anche semplicemente contaminati. Si tratta, infatti, di alimenti che possono diventare tossici per il loro organismo. L’intolleranza non presenta una rigida trasmissione genetica mendeliana, anche se presenta un certo grado di familiarità: di fatto con un parente diretto celiaco non è matematico esserne affetti, ma potrebbe esserci qualche possibilità. Ingerire glutine provoca nei celiaci fastidiose e pericolose lesioni della mucosa intestinale che regrediscono unicamente adottando un dieta ferrea priva di questa sostanza. Purtroppo questa intolleranza permane per tutta la vita, quindi non esiste altra soluzione a un’alimentazione costantemente controllata. I cibi che maggiormente vengono adottati sono quelli a base di mais, grano saraceno, miglio, soia, amaranto o quinoa in associazione con frutta, verdura, pesce, carne e formaggi: non è affatto vero, insomma, che i celiaci non possano mangiare nulla. Ovviamente sono da evitare pasta, pane, pizza e molti derivati, quindi il campo della scelta inevitabilmente si restringe.
 In Alto Adige, comunque, gli iscritti all’Associazione Celiachia Italiana sezione di Bolzano sono 520, ma si calcola che i pazienti sotto cura e controllo siano un migliaio. In realtà molto spesso vergogna o timore sociale impediscono agli intolleranti di dichiararsi celiaci. E’ ipotizzabile, dunque, che anche in provincia ci siano diversi casi non segnalati e una stima di massima fissa un massimo di 4.000 casi. Il rapporto statistico medio di celiaci, infatti, si attesta su un’intolleranza ogni cento abitanti.
Alan Conti

Nessun commento:

Posta un commento