Una classica semirurale del Rione Dux |
Il consigliere comunale ex presidente di Don Bosco prende posizione. "Ben venga la consultazione per tutti i cittadini, lì ci andava anche il centro civico"
BOLZANO. Il Comune conosce da mesi l’empasse sul delicato nodo del museo dedicato alle Semirurali, ma non ha mai fornito alcuna risposta se non l’alternativa di un’esposizione sul Lager all’interno della casetta di via Bari. Sulla questione sollevata dalla richiesta di consultazione popolare di alcuni consiglieri dell’opposizione all’interno della Circoscrizione interviene anche l’ex presidente di Don Bosco Enrico Lillo, oggi vice capogruppo comunale di Pdl-Berlusconi Presidente. "Da tempo pende una mia mozione sulla questione, ma è necessario che sulla questione, importante storicamente, non venga apposto nessun cappello politico". Del museo, d’altronde, se ne parlò anche durante la sua presidenza. "Si era predisposto un progetto che doveva trasferire il centro civico all’interno della casetta come “supporto” alle testimonianze del “Rione Dux”. Sarebbe stata un’opera di importante rivalutazione della zona". Ora, però, è spuntata l’alternativa “Lager” "che non ha alcun senso – attacca Lillo – perché si intende mettere una di fronte all’altra due storie che non possono essere contrapposte. Tutti sappiamo quali sofferenze e tragedie abbia comportato il campo di concentramento, ma si tratta di contesti differenti seppur abbiano qualche contatto nelle tante storie di residenti nelle Semirurali che hanno portato conforto agli internati". L’ex presidente di Quartiere, infine, chiude la porta ai partiti e apre al referendum. "Ben venga il voto che potrebbe anche portare alla scoperta di nuovi reperti o testimonianze. Non c’è motivo, invece, di dividere la memoria storica di un importante momento di sviluppo per Bolzano come l’industrializzazione ad attività di destra o sinistra. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti".
Alan Conti
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