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martedì 20 luglio 2010

L'assessore Pasquali: un tavolo per il Virgolo


Alto Adige — 19 luglio 2010 pagina 09 sezione: CRONACA

BOLZANO. Continuano le prese di posizione dopo la lettera al Comune in cui il conte Peter Thun minaccia di salutare Bolzano nel caso non gli venga concesso di portare avanti il proprio progetto per il Virgolo. La maggioranza si rivela piuttosto spaccata. Aperture arrivano dall’assessore comunale all’urbanistica Pd Mariachiara Pasquali: «La struttura del progetto Thun è positiva, ora è necessario aprire un tavolo di confronto con i privati e, logicamente, l’amministrazione provinciale». «Il progetto Thun - commenta invece il consigliere del quartiere Oltrisarco Giovanni Barborini - mi sembra abbia unicamente finalità commerciali. Bisogna evitare di andare incontro a una colata di cemento. È la politica che deve trovare un punto d’equilibrio. Per il quartiere, comunque, sarebbe bene manetenere le due chiese e riqualificare i sentieri di pellegrinaggio». Dura anche la replica del comitato “Il nostro Virgolo”: «Fin dall’inizio Thun ha voluto seguire la strada delle amicizie e della politica - afferma Verena Segato - lasciando sistematicamente fuori la cittadinanza. Il tutto per un progetto che ha il solo scopo dell’arricchimento personale, cercando di ottenere vantaggi attraverso l’odioso ricatto dei posti di lavoro. Tutti sanno che la Thun produce da anni in Cina con danni consistenti per l’economia locale». Il comitato, comunque, riesce a trovare anche un punto di condivisione con il Conte: «Anche noi siamo preoccupati dall’immobilismo del Comune che da tre anni dimostra di non avere uno straccio di idea su una zona importante per tutta la città. Per quanto ci riguarda abbiamo avanzato la nostra proposta e chiediamo a Thun di farsi avanti con la propria e di accettare il confronto tra visioni abbandonando quell’atteggiamento nobiliare che mal si concilia a questioni di puro mercato». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

2 commenti:

  1. Bolzano, 17 luglio 2010

    Gentile Conte Thun,

    mi permetto di farle notare che la lettera al Comune da lei inviata e che ha dato spunto all’articolo apparso sul Corriere dell’Alto Adige in data odierna non al Comune avrebbe dovuto indirizzarla, ma alla cittadinanza. Il Virgolo appartiene moralmente ad essa e il suo progetto lo modificherebbe sostanzialmente - qualcuno afferma gli strapperebbe l’anima.

    Non comprendo perché Lei, anziché confrontarsi con la città, fin dall’inizio abbia voluto percorrere le strade della politica o delle amicizie - prima in Provincia, poi in Comune arrivando alla famosa cena con i consiglieri di circoscrizione.

    Cosi non va, in questo modo i cittadini hanno capito che non di un progetto per la città si tratta ma di un progetto sulla città - e forse contro la città.

    Un progetto che è una sua cosa privata , un modo di sviluppare la sua industria, un sistema di arricchirsi senza dare nemmeno spiegazioni a coloro che dai tempi antichi sono i veri possessori della collina , i cittadini di Bolzano. Anche se i terreni sono stati acquisiti da privati, l’anima , il cuore del Virgolo è - e deve rimanere - della città.
    Per il resto condivido la sua preoccupazione riguardo al fatto che il Comune dopo 3 anni non abbia ancora preso posizione e sono d’accordo con lei a pensare che questo è grave perché significa che il Comune, Sindaco in testa, non ha un’ idea, un progetto sul futuro di una parte importante della città.

    Probabilmente è vero che nell’attuale, che poi è la vecchia maggioranza comunale, esistano diverse anime, e che non sempre è facile metterle d’accordo.
    Diverse posizioni che però sinora non sono mai emerse chiaramente, ma che si possono facilmente identificare. Gli unici a parlare chiaramente siamo stati noi, cittadini di “Unser Virgl- il nostro Virgolo” - con una proposta elaborata grazie ai consigli ed alle idee dei cittadini e presentata alla stampa, ai cittadini, agli amministratori; un convegno pubblico, 2000 firme raccolte e addirittura una pubblicazione sulla storia passata e recente del Virgolo.
    Pur essendo stata più volte interpellata, l’amministrazione pubblica ha continuato ad ignorare queste iniziative, dimostrando come trasparenza e partecipazione dei cittadini siano per questa amministrazione non uno strumento di dialogo costruttivo con la cittadinanza ma un puro e semplice fastidio.

    Esimio Conte, mi permetto di invitarla ad evitare l’odioso ricatto della perdita dei posti di lavoro. Non minacci di andarsene, ormai tutti sanno che la sua ditta da anni produce in Cina a minor costo ed a scapito dell’economia locale. L’Occidente, e il ricco Sudtirolo in particolare, servono solo come serbatoio per le vendite dei suoi costosissimi prodotti.
    Certo la fase costruttiva porterebbe lavoro- una soluzione temporanea e contro la linea attuale del Comune che si è prefissato di divenire comune CO2-neutrale; probabilmente a progetto terminato vi sarebbe qualche nuovo posto di lavoro ma i costi per la comunità sarebbero sicuramente maggiori.

    Concludendo la invitiamo ancora una volta a mostrare il suo progetto a tutta la città ed a volersi poi confrontare pubblicamente con altre visioni sul futuro della collina del Virgolo, evitando per piacere ricatto e atteggiamenti eccessivamente nobiliari, quando qui di puro e venale mercato si tratta.

    In rappresentanza dell’ Iniziativa “Il nostro Virgolo – Unser Virgl”

    Verena Segato

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  2. Bolzano, 17 luglio 2010

    Gentile Conte Thun,

    mi permetto di farle notare che la lettera al Comune da lei inviata e che ha dato spunto all’articolo apparso sul Corriere dell’Alto Adige in data odierna non al Comune avrebbe dovuto indirizzarla, ma alla cittadinanza. Il Virgolo appartiene moralmente ad essa e il suo progetto lo modificherebbe sostanzialmente - qualcuno afferma gli strapperebbe l’anima.

    Non comprendo perché Lei, anziché confrontarsi con la città, fin dall’inizio abbia voluto percorrere le strade della politica o delle amicizie - prima in Provincia, poi in Comune arrivando alla famosa cena con i consiglieri di circoscrizione.

    Cosi non va, in questo modo i cittadini hanno capito che non di un progetto per la città si tratta ma di un progetto sulla città - e forse contro la città.

    Un progetto che è una sua cosa privata , un modo di sviluppare la sua industria, un sistema di arricchirsi senza dare nemmeno spiegazioni a coloro che dai tempi antichi sono i veri possessori della collina , i cittadini di Bolzano. Anche se i terreni sono stati acquisiti da privati, l’anima , il cuore del Virgolo è - e deve rimanere - della città.
    Per il resto condivido la sua preoccupazione riguardo al fatto che il Comune dopo 3 anni non abbia ancora preso posizione e sono d’accordo con lei a pensare che questo è grave perché significa che il Comune, Sindaco in testa, non ha un’ idea, un progetto sul futuro di una parte importante della città.

    Probabilmente è vero che nell’attuale, che poi è la vecchia maggioranza comunale, esistano diverse anime, e che non sempre è facile metterle d’accordo.
    Diverse posizioni che però sinora non sono mai emerse chiaramente, ma che si possono facilmente identificare. Gli unici a parlare chiaramente siamo stati noi, cittadini di “Unser Virgl- il nostro Virgolo” - con una proposta elaborata grazie ai consigli ed alle idee dei cittadini e presentata alla stampa, ai cittadini, agli amministratori; un convegno pubblico, 2000 firme raccolte e addirittura una pubblicazione sulla storia passata e recente del Virgolo.
    Pur essendo stata più volte interpellata, l’amministrazione pubblica ha continuato ad ignorare queste iniziative, dimostrando come trasparenza e partecipazione dei cittadini siano per questa amministrazione non uno strumento di dialogo costruttivo con la cittadinanza ma un puro e semplice fastidio.

    Esimio Conte, mi permetto di invitarla ad evitare l’odioso ricatto della perdita dei posti di lavoro. Non minacci di andarsene, ormai tutti sanno che la sua ditta da anni produce in Cina a minor costo ed a scapito dell’economia locale. L’Occidente, e il ricco Sudtirolo in particolare, servono solo come serbatoio per le vendite dei suoi costosissimi prodotti.
    Certo la fase costruttiva porterebbe lavoro- una soluzione temporanea e contro la linea attuale del Comune che si è prefissato di divenire comune CO2-neutrale; probabilmente a progetto terminato vi sarebbe qualche nuovo posto di lavoro ma i costi per la comunità sarebbero sicuramente maggiori.

    Concludendo la invitiamo ancora una volta a mostrare il suo progetto a tutta la città ed a volersi poi confrontare pubblicamente con altre visioni sul futuro della collina del Virgolo, evitando per piacere ricatto e atteggiamenti eccessivamente nobiliari, quando qui di puro e venale mercato si tratta.

    In rappresentanza dell’ Iniziativa “Il nostro Virgolo – Unser Virgl”

    Verena Segato

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