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giovedì 25 marzo 2010

Don Bosco, i residenti: "Più controlli"


Alto Adige — 24 marzo 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. Don Bosco violenta e pericolosa non è il quartiere nel quale si riconoscono residenti ed esercenti delle zone limitrofe al bar San Giorgio, la cui veranda è stata bruciata da ignoti nei giorni scorsi preoccupando il condominio sopra il locale che ha rischiato grosso ed il rione intero: il Bronx - per loro - è tutta un’altra cosa ma comunque chiedono più controlli. Nessuno, certo, nega piccoli episodi preoccupanti, generalmente legati al mondo giovanile, ma nessuno descrive la realtà invivibile ed al limite paventata da alcune frange della politica che si animano in vista delle elezioni. Posti di polizia e telecamere sono visti come un prezioso contributo in più, ma non avvertiti come assoluta necessità. Un possibile referendum immaginato da Unitalia, insomma, potrebbe fare centro più che altro perché la popolazione potrebbe scegliere per una chance di sicurezza in più, ma non certo per disperata necessità. «Guardi, io tutta questa preoccupazione non la condivido - inizia Jessica Negroni - e non ne vedo la ragione. Non mi è mai capitato di avere paura, non mi piace generalizzare sugli stranieri e arrivo da Merano dove, nonostante la fama di città tranquilla, ci sono stati scippi e violenze. Telecamere e posto di polizia, logicamente, sarebbero un’opportunità in più, ma non necessaria». Alessandro Zorca, titolare del bar “Al Palco” di via Bari ha le idee chiare: «In genere possiamo definirci tranquilli. Il massimo che ci succede è il rumore dello spostamento dei tavoli sotto il gazebo, il chiasso notturno di chi si siede e le ragazzate di giovani spesso poco controllati dalle famiglie. In fondo a via Parma si registra qualche problema tra giovanissimi, ma il posto di polizia, con le chiusure dei giorni festivi, non serve proprio a nulla. Bastano e avanzano i poliziotti di quartiere». Ivano Zandò parla di un fenomeno a macchia di leopardo: «Sono solo alcune zone ad essere un poco “calde”. In via Alessandria, per esempio, ogni tanto ci scappa qualche piccola rissa». Irma Milan è serafica: «Mai avuto paura e giro tranquillamente a qualsiasi ora. Non facciamoci prendere dall’isteria del singolo episodio, sarebbe sbagliato». Gabriella Lasta, invece sostiene la soluzione telecamere: «La mia famiglia aveva fatto richiesta all’Ipes perché la situazione di notte in via Alessandria a volte è insostenibile. Il problema è legato ad una gioventù esagitata che non è detto, però, che arrivi tutta dal quartiere. Io, comunque, alla sera non esco». Poco più avanti nella pizzeria “da Tony” si smorzano ulteriormente i toni: «Ovvio che nessuno direbbe di no al posto di polizia o alle telecamere - afferma Tony Cappello - ma non mi sembra una questione vitale. Qui è tranquillo, i ragazzini, ma anche gli stranieri, si agitano solo se in gruppo, ma non capita praticamente mai». «Capiamo, comunque, che posti come il “Bingo” di via Resia possano avere esigenze diverse», precisa il fratello Giuseppe. Gianpaolo Romanin conferma: «La sorveglianza, tra poliziotti di quartiere e passaggio di volanti, di certo non manca. I problemi non sono più gravi di quelle di altre zone della città». Qualcuno, però, va controcorrente e manifesta un certo disagio. Fusia Bra spiega che «la paura è davvero tanta, soprattutto per i bambini, spesso oggetto di atti di bullismo in strada. Sbagliato buttare la croce sulle scuole. Questo e altri motivi impediscono di essere sempre spensierati ed è chiaro che telecamere e posto di polizia possono aiutare». Il rapporto con gli stranieri, infine, al centro della scoraggiante disamina di Franco «quello che succede è tutta colpa loro. Problemi di integrazione? Non mi interessa se loro lo desiderano: io non ho nessun’intenzione di farli integrare. Bisogna essere intransigenti e tenerli lontani». Certe cose non si possono certo curare con una telecamera. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

4 commenti:

  1. Caro Alan, i cittadini confermano la mia tesi e quindi la cosa mi fa piacere. Ribadisco che il quartiere ha certamente i suoi problemi, ma il posto di polizia non è la risoluzione, anzi! C'è poi la conferma che le critiche più aspre arrivano da alcune persone che non vivono nel quartiere e se invece ci vivono, sono superficiali più che mai.

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  2. A proposito di critiche, questo è il mio comunicato al quale non è stato dato spazio:
    Sono sorpreso dei toni usati da Andrea Pernici nei miei confronti, anche perché me lo ricordavo ragazzo timido ed educato. Lo conosco sin da bambino da quando lo accompagnavo a sciare con il pulmino della società sciistica, ma evidentemente la scuola PD funziona bene quando si tratta di attaccare gli avversari politici. Non credo che Pernici abbia gran titolo a parlare di Don Bosco, perché non ci abita e quindi non lo vive così come dovrebbe fare chiunque assolve una veste pubblica nell’ambito di un precipuo territorio. Non è sensato parlare di cose che non si conoscono, si rischia infatti di dire delle fesserie, così come quelle che ha esternato per l’appunto Pernici. Posso dire con sicurezza che se c’è stata una persona che ha sempre difeso il Quartiere Don Bosco dagli attacchi speculativi che gli sono stati fatti nel tempo e che si è sempre impegnata in prima persona lavorando sul campo tra la gente e con la gente, a volte anche in contrasto con il proprio partito, beh, quella persona sono certamente io; e lo dico con grande orgoglio e cognizione di causa. Sarebbe bastato leggersi qualche verbale delle riunioni del Consiglio di Quartiere ma, purtroppo, leggere per imparare qualcosa, sembra che sia diventato un privilegio di pochi. L’attacco gratuito rivoltomi da Pernici è privo di ogni fondamento e dettato dalla foga di apparire, in vista della prossima campagna elettorale. Foga, della quale sembra si stiano facendo prendere in molti. La mia linea politica da presidente della Circoscrizione è sempre stata tesa alla valorizzazione del Quartiere, anche in situazioni non favorevoli; di fermezza nelle decisioni e di valutazione delle situazioni prima di parlare pubblicamente. Ciò che molti non fanno, rendendosi anche ridicoli, così come Pernici nelle sue ultime affermazioni nei miei confronti. Non mi sono mai preoccupato di fare affermazioni in contrasto con il mio schieramento politico, ma piuttosto ho sempre cercato di esprimere il mio sentire, autentico, senza nessun condizionamento. Un sentire da uomo libero e consapevole di dover rendere conto soltanto ed esclusivamente alla propria coscienza. Pertanto, rifiuto aprioristicamente di passare per persona ipocrita ed incoerente. Ipocrita è colui che pur di sposare in toto la linea politica del partito di riferimento, non disdegna di affermare cose in cui non crede. Che impari Pernici ad essere un uomo prima ancora di fare qualunque mestiere.

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  3. Ciao Enrico,
    credo che tu abbia ragione. Il mio mestiere è quello di vestirmi da termometro e infilarmi in mezzo alla gente cercando di captare con la miglior dovizia possibile il loro umore. Credo, sostanzialmente, che le cose stiano come dici tu. Professionalmente mi devo limitare a questo, ma personalmente credo che la tua Circoscrizione sia tra quelle più vicine alla popolazione nel territorio. Ritengo l'acccusa di "andare contro il proprio partito" un'omertà politica e una stupidata. Se c'è una cosa che mi insegna quotidianamente questo lavoro è che le cose buone e giuste non stanno tutte da una parte e il peggio tutto dall'altra. Ben venga qualcuno che ha la forza e la voglia di dire quello che ritiene opportuno, anche se leggermente difforme dalle posizioni del partito. Mio Dio, qui in Italia siamo tutti ciechi tifosi e non va bene: Pernici dovrebbe cominciare ad imparare questo. Per il resto, sempre personalmente, credo che il tempo sarà galantuomo e se non ci sarai più tu a Don Bosco sono curioso di vedere come e chi gestirà una zona tanto ampia e variegata. Firmian e Casanova crescoo, il vecchio Dux è agitato: ragazzi, con le dovute proporzioni, un polveriera politica...

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  4. Non è detto che non rimanga in quartiere! Me lo chiedono in tanti e paradossalmente molti di altra area politica che continuano ad esplicitarmi la loro stima nei miei confronti e si ritengono pronti a votarmi in circoscrizione anche se in comune voteranno per il loro partito. Questo è molto bello e mi ripaga di ogni sforzo. Sai, non piacermi la compagnua in consiglio comunale (sempre che ci riesca ad andare!!!

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