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venerdì 5 marzo 2010

Un Comitato contro la clinica Bonvicini


Alto Adige — 04 marzo 2010 pagina 16 sezione: CRONACA

BOLZANO. «L’ampliamento della clinica Bonvicini è un abuso edilizio». «Solo le paure di un manipolo di vicini». Si infiamma la polemica tra il Comitato per la salvaguardia delle pendici del Guncina e Paolo Bonvicini, proprietario dell’omonima clinica privata in odore di ampliamento dopo l’approvazione del progetto da parte della commissione urbanistica. Lo scenario del dibattito è la presentazione alla stampa del Comitato di Gries, che conta una quarantina di sostenitori, al quale ha partecipato anche il dottor Bonvicini che, con signorilità, ha accettato di rispondere ai giornalisti solo al termine della conferenza. Sullo sfondo un fascicolo di documenti distribuito dai residenti. «L’aumento di cubatura - spiega il portavoce e vicino di casa della clinica Mario Vascellari - non è di soli 5.000 metri cubi. Bisogna aggiungere i 4.000 già concessi e i 7.300 già in essere, per un totale di 16.500. A questi vanno aggiunti quelli sotterranei, non conteggiati, e la possibilità di ampliare visivamente di altri 5.000 addossando la struttura alla montagna per un computo globale monstre di 30mila metri cubi». Tutto confermato dalle relazione tecnica firmata dal tecnico comunale Fulvio Rizzolo, meno che l’effettiva possibilità di un ampliamento visivo. «Non solo, non esiste alcun obbligo per la clinica di adeguarsi alle nuove norme per l’accreditamento». Qui la questione si fa spinosa e la replica di Bonvicini è pronta: «Non esiste ancora l’attuazione della delibera, ma pende come una spada di Damocle. Dovesse entrare in vigore, non sapremmo come fare». In realtà la delibera provinciale del 21 luglio 2008 prevede lo specifico esonero delle strutture già esistenti. Solo in caso di ristrutturazione, quindi, la Bonvicini dovrebbe adeguarsi ai parametri di 12mq per la camera singola e 9mq per la doppia. Per ora è sufficiente non avere 4 pazienti per camera. «Credo - prosegue Vascellari - che l’ampliamento nasconda la volontà di aumentare il numero di posti letto, forse fino a 200». «Una tesi - la risposta di Bonvicini - che non sta in piedi: i posti rimarranno 89 come adesso e noi faremmo addirittura un investimento senza ritorno». Sulla questione non esistono specifiche nei documenti. Delicata, invece, la questione parcheggi sollevata da Vascellari: «Via Pacher è senza marciapiede e la clinica dispone per il pubblico di soli 14 parcheggi, con un garage interdetto e le fermate del bus troppo lontane. Con l’ampliamento diventerà tutto insostenibile». Accondiscendente Bonvicini: «E’ un problema, cercheremo di fare qualcosa. Stiamo pensando a un bus navetta da piazza Vittoria». La relazione comunale, però, prevede lo specifico obbligo di realizzazione dei parcheggi. Non solo, un pool di esperti ha redatto un’analisi del traffico in cui si quantifica un disavanzo dell’offerta di parcheggi attuale pari al -22%, con un traffico parassita del 75% e un’emissione di Co2 in eccesso pari a 35.000 chili. In caso di ristrutturazione il disavanzo arriverebbe a -100% e l’incremento di traffico sarebbe tra il 17 e il 46%. Ci sono, infine, le questioni dell’ambiente e dei lavori. «La zona è di pregio naturale e paesaggistico - chiude Vascellari - e lo scavo di 30 metri nella montagna significa l’estrazione di 12.000 tonnellate di roccia per una stima di 1.000 camion di passaggio». Nelle carte, però, non si accenna allo scavo. «Non esiste niente del genere - conferma Bonvicini - ma i lavori dovranno essere il più silenzioso e innocuo possibile per permettere la nostra attività». Esiste, però, un rapporto ambientale comunale che integra la relazione tecnica, entrambe del tecnico Rizzolo, in cui si evidenzia “la mancanza di indicazioni specifiche nel progetto per la salvaguardia della stabilità del versante”, il pericolo di frane e la possibilità di portare a estinzione alcune specie della flora protetta. (a.c.)

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