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venerdì 19 marzo 2010

"Un botto e poi le famme"


Alto Adige — 18 marzo 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. Un forte scoppio in piena notte e poi un muro di fiamme. E’ quello che hanno visto e sentito i residenti di via Parma la scorsa notte. Per molti un fulmine a ciel sereno, per altri un grosso spavento, sicuramente un motivo di discussione per un quartiere preoccupato. I coniugi Torcaso, per esempio, si affacciano al balcone direttamente sopra la veranda carbonizzata. «Alle 2.30 - raccontano - abbiamo sentito trambusto e ci siamo accorti dell’intervento dei Vigili del Fuoco. Non è certo bello trovarsi le lingue di fuoco a pochi metri dalla propria abitazione». Le fiamme hanno annerito anche la base del balcone: «Stamattina abbiamo trovato - continuano i Torcaso - un tappeto di polvere e cenere. L’importante, però, è che nessuno si sia fatto male e speriamo tanto che i responsabili siano identificati». La dinamica dell’incendio, comunque, non è molto chiara: «Verso le 3 - racconta Hannelore Cadamuro che abita a pochi passi dal San Giorgio - ho sentito un forte scoppio. Pensavo di aver sognato, ma quando mi sono affacciata e ho visto costa stava succedendo ho realizzato che si trattava di una brutta realtà. Nel giro di mezz’ora, comunque, i pompieri hanno spento tutto». Trenta minuti sufficienti, comunque, per disegnare un paesaggio surreale e registrare 30.000 euro di danni: la plastica di alcuni vasi è completamente scomparsa, le sedie ridotte a un mucchietto di plastica nera a informe, per non parlare del telone di plastica della veranda completamente sciolto. Molti nel rione pensano ad un atto vandalico. «Comune e circoscrizione devono smettere di minimizzare quello che avviene in questo quartiere e prendere coscienza di una situazione preoccupante. C’è un gruppo di ragazzini che fa quello che vuole». Voci di marciapiede mormorano di un piccolo screzio tra lo stesso titolare e gli adolescenti. Teresa Ficara abita sopra il bar: «E’ stato un incubo - racconta -, ero talmente sotto shock che non riuscivo a capire se mi ero svegliata veramente». Intanto sulla strada si rincorrono voci incontrollate: si va da chi colpevolizza i nomadi a chi identifica la solita ragazzata di una generazione allo sbando. Ipotesi prive di fondamenta concrete e irrilevanti per l’indagine, ma spie di un malessere che cova nel quartiere. (a.c.)

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