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mercoledì 17 marzo 2010
Un libro ripercorre trent'anni di impegno dell'Arci di Bolzano
Alto Adige — 16 marzo 2010 pagina 34 sezione: AGENDA
BOLZANO. Una storia della città e nella città quella presentata ieri sera al Capitol Cafè con il libro “Una storia chiamata Arci” (che è l’acronimo, bene ricordarlo, di Associazione ricreativa culturale italiana), scritto da Sergio Bonagura, Andrea Felis e Valentina Bergonzi. Trent’anni di associazionismo che ha attraversato la storia di Bolzano e ancora oggi è protagonista della scena ricreativa, politica e culturale del territorio. Tre decenni attraversati dalle pagine di questo libro, ma quali sono i momenti in cui l’Arci assunse un ruolo importante? «Il primo - dice Bonagura - lo fisserei nel ’73 con i primi movimenti per un Cile democratico, poi senza dubbio la nascita delle prime forme di pacifismo organizzato nell’80, ma anche la cruciale vicenda dell’occupazione del Monopolio: lì l’Arci fu una vera e propria piattaforma di connessione tra il mondo italiano e tedesco e si pose come interlocutore importante per tutte le parti in causa». Oggi, però, com’è lo stato di salute dell’Arci, specialmente tra le nuove generazioni? «Dopo un periodo di difficoltà tra fine anni ’90 e il 2000, possiamo dire che si sta tornando a coinvolgere anche i più giovani. La stessa “Arciragazzi”, in questo senso, sta dando forte impulso a diverse iniziative, spesso inserite al centro giovanile “Pippo”». Un volume, quindi, che ricostruisce gli eventi più importanti attraverso documenti e testimonianze di rilievo di una storia che per Andrea Felis viaggia su un doppio binario: «Il primo è la capacità di penetrare sia in città che in periferia. L’Arci ha raccolto e trasmesso una cultura, anche popolare, che rischiava di andare perduta. Personalmente ho curato in particolare l’interessante vicenda dell’occupazione del Monopolio, sorprendendomi della mescolanza culturale spontanea e non ingenua che l’Arci seppe supportare e coordinare durante quelle vicende». Dentro la filigrana di trent’anni di associazionismo, dunque, si legge la Bolzano popolare, la società e i suoi mutamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti
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