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sabato 13 marzo 2010

Piazza Erbe minaccia lo sciopero


Alto Adige — 12 marzo 2010 pagina 19 sezione: CRONACA

BOLZANO. Così non si può andare a avanti, dicono. E sono pronti a tutto. Anche a scioperare: un evento che non avrebbe precedenti. La «minaccia» arriva dai titolati degli storici banchetti di piazza Erbe, costretti, a loro dire, a fare slalom tra paletti sempre più stretti. Tra burocrazia, tasse, movida, sporcizia, giro d’affati in calo e chi più ne ha più ne metta la situazione sta diventando insostenibile. La bocciatura comunale dell’omologazione dei banchetti di piazza Erbe è solo un contentino. Insufficiente. E’ questo il pensiero che serpeggia tra i commercianti della piazza che lamentano le fine delle riserve di pazienza nei confronti del Comune. Sporcizia al mattino, divieto degli sgabelli, tasse aumentate, ritiro dei rifiuti disorganizzato, bici selvagge, mendicanti, progressiva perdita della componente locale: tutti fattori che ribollono dietro i banchetti e qualcuno arriva addirittura a prospettare uno “sciopero dei banchi”. «Bene la bocciatura delle norme sui banchetti, ma qualcuno intende fare qualcosa per pulire questa piazza dopo la movida?», apre le danze Roland Fister. «Per non parlare del passaggio selvaggio di biciclette al mattino - gli fa eco Maria Russo di “Mück” - ormai insopportabile». Dino Perri risponde dallo storico banchetto di “Bonadio”: «Il lavoro qui ci sarebbe, ma devono permetterci di farlo nelle migliori condizioni. L’immondezzaio del venerdì sera? Ormai è una costante sconsolante». Da un altro banchetto si leva una voce anonima: «E i mendicanti? Un continuo viavai senza controllo. Si vuole uniformare il mercato? Benissimo, che ci pensi il Comune a tirare fuori i soldi per un gioiello turistico». Nemmeno gli affari, comunque, sembrano andare benissimo: «Si lavora molto poco - dichiara Shahid Javaid - e senza i turisti si fa molta fatica». Ilse Mercuri, invece, è lapidaria: «Piazza Erbe è morta. Ci hanno piazzato alle spalle un supermercato con frutta e verdura, vietato gli sgabelli espositivi e le cassette che sporgono. Il Comune fa l’esatto contrario di quello che chiediamo, sempre». E Irma Gamper: «La lettera di dicembre che ci invitava alla pulizia e all’ordine è semplicemente patetica e offensiva. La mattina io trovo i faretti rotti, la colla nei lucchetti, le birre versate che penetrano fino alla merce, urina, escrementi, vomito, siringhe, vetri e bottiglie. Ladinser ci ha detto che le pattuglie notturne sono insufficienti per controllare la piazza. Le pare che il problema siano davvero gli sgabelli in più o la mancata uniformità del mercato?». Anil Kumari, lì vicino, parla della clientela: «Ogni banchetto fa storia a sé. Alcuni lavorano con i residenti, altri solo con i turisti: non tutti abbiamo le stesse esigenze». Fabrizio Lago è chiaro: «Vogliono una splendida “piazza”, ma se ne fregano delle “Erbe”. In Comune ci vorrebbe qualcuno che sappia cosa significa vendere frutta e verdura e che capisca le nostre esigenze. Per ora c’è solo tanta insoddisfazione e il rischio che qui si passi tutto in mano agli extracomunitari». Antonella Manichi soffia sul fuoco: «Ci hanno anche aumentato le tasse, ora paghiamo pure l’ombra dei tendoni, sotto i quali non può esserci una cassetta in più. Non solo, con la raccolta differenziata ci costringono per giorni ad ammucchiare i cartoni. Siamo tutti molto arrabbiati: si potrebbe pensare a uno sciopero che lasci vuota la piazza. Come si giustificherebbero con cittadini e turisti?». Già, perché piazza Erbe rimane nel cuore di molti bolzanini, come Antonio e Franca Graziano: «A questa piazza non rinunceremmo mai. E’ un simbolo e un orgoglio della nostra città». Erna Pichler è cliente storica: «Vengo sempre qui perché qualitativamente non c’è paragone. Posso capire le ragioni dei commercianti: non roviniamo questo gioiello». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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