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lunedì 13 settembre 2010

Asili: nei rioni mancano decine di posti


Alto Adige — 11 settembre 2010 pagina 19 sezione: CRONACA

BOLZANO. Ammissione all’asilo: mancano decine di posti, quaranta solo a Oltrisarco, ma in sofferenza è pure Don Bosco. E i genitori mostrano preoccupazione. «La sofferenza recettiva non è dovuta alla mancanza di posti complessivi ma alla diversa velocità di sviluppo tra i rioni e le strutture», dice l’ispettrice provinciale per la scuola dell’infanzia Renza Celli, al margine del convegno delle insegnanti tenutosi ieri. «I problemi si registrano in due quartieri», precisa. «Non a caso si tratta di zone di nuova espansione o insediamento. I cittadini sono arrivati prima dell’asilo e questo determina un sovraccarico di domanda difficilmente soddisfabile». Le contromisure, però, non sono tutte alle porte. «Se per Firmian progetto e lavori sono avviati e a Casanova le intenzioni sono buone, su Oltrisarco siamo un poco più preoccupati. Dobbiamo, infatti, aspettare la ristrutturazione dell’asilo Dante per farci un’idea se sarà possibile soddisfare tutto il bacino d’utenza senza spostamenti. La crescita demografica, infatti, è stata consistente». L’arrivo del “Mignone”, insomma, si fa sentire? «Non è tanto quello il problema, quanto i residenti che si sono spostati, innescando un rapido ricambio generazionale lungo tutto il quartiere». L’asilo Dante, però, è tutto tranne che una soluzione certa. «Gli accordi tra le istituzioni sono chiare, c’è l’impegno del Comune: per noi tutto era chiaro. Qualcuno, però, ha voluto agitare le acque e marciare un poco sulla situazione creando, però, delle apprensioni nei genitori che ancora non hanno ricevuto comunicazioni ufficiali. Una situazione d’incertezza che non aiuta il sistema». Altro fenomeno costante, nel mondo della scuole per l’infanzia, è l’iscrizione di molti bambini italiani nelle strutture tedesche. «I numeri sono stabili - conferma Celli - e stanno a testimoniare di una prassi ormai consolidata nelle famiglie del nostro gruppo linguistico. La sorpresa, semmai, è che nei paesi periferici registriamo il fenomeno speculare: moltissimi bambini tedeschi negli asili italiani. Lì la comunità difficilmente ha contatti con il gruppo italiano e cerca così un espediente per esercitare la seconda lingua». Come interpretare questo tipo di segnali? «Semplicemente con la voglia di aprirsi e di convivere. L’apprendimento precoce, in questo cambio di mentalità, ha fatto senza dubbio da apripista, ma è bene ricordare alle famiglie che tutto funziona solo se c’è la disponibilità dell’ambiente a integrare il bambino che parla una lingua diversa». Vale lo stesso per gli stranieri? «Certamente. Il fenomeno, però, non può essere paragonato a quello delle altre scuole perché da noi, generalmente, arrivano bambini nati qui che in poco tempo riescono ad apprendere il lessico legato alla routine quotidiana». Chiusura dedicata alla pianta organica: «Siamo stabili - conclude - e il rapporto di alunni per docente è lo stesso dell’anno scorso». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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