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martedì 14 settembre 2010

Sesto: ricorso al Tar contro le piste


Alto Adige — 11 settembre 2010 pagina 30 sezione: PROVINCIA

BOLZANO. La battaglia degli ambientalisti contro la realizzazione di tre impianti sciistici a Sesto che colleghino l’Alta Val Pusteria con il Comelico attraverso passo Monte Croce si sposta nelle aule del Tar. Dachverband e Alpenverein Südtirol hanno presentato ieri il ricorso al Tar contro le decisioni della giunta provinciale che, di fatto, il 7 e il 26 luglio ha dato via libera al collegamento tra Croda Rossa e Monte Elmo. A preoccupare gli ambientalisti è la sicurezza di alcune specie animali, l’equilibrio garantito da alcuni biotopi così come il taglio a raso di un bosco di protezione di 20 o 30 ettari sul versante opposto della pista, a valle della Croda Rossa. In appoggio ai militanti altoatesini, è arrivata anche il sostegno dell’Alpenverein austriaca. «L’iter che ha portato a questo provvedimento è del tutto inammissibile - dice il presidente della Federazione dei protezionisti, Klauspeter Dissinger - anche perché va palesemente contro le indicazioni del comitato Via. Se gli esperti ambientali, infatti, giudicano questo intervento troppo importante per la zona dolomitica non si vede per quale motivo la Provincia debba fregarsene. Siamo assolutamente convinti che il Tar bloccherà, nel giro di due o tre settimane, la decisione di Palazzo Widmann permettendo, forse, quel confronto sulle soluzioni alternative che nessuno ha mai voluto aprire. Trovo spiazzante, invece, l’autorizzazione della commissione edilizia di Sesto». Gli impianti avrebbero comunque una certa importanza dal punto di vista turistico. «È una falsa impressione - ribatte Dissinger - perché a Sesto contiamo il 57% di turismo estivo, evidentemente non interessato agli impianti per sciare, e tra i turisti invernali sono in tanti coloro che arrivano per passeggiare, fare fondo oppure camminare con le ciaspole. Rischiamo, al contrario, di perdere anche questo bacino d’utenza». Anton Sint, rappresentante dei cittadini di Sesto che hanno avviato una raccolta firme, porta sul tavolo la posizione austriaca. «L’Alpenverein tirolese è assolutamente contrario a quest’opera. L’“Orto del Toro”, per la sua ubicazione e conformazione, è un simbolo dolomitico tanto quanto le tre Cime di Lavaredo. La natura non ha voce, noi abbiamo il compito di dargliela». Judith Egger dell’Avs riporta un paradosso: «Proprio nell’anno della biodiversità la Provincia decide di metterla in serio pericolo». Mentre Josef Oberhofer chiede venga «rivisto il potere del comitato Via. Con un semplice parere consultivo che la giunta non considera non ha motivo di esistere e rappresenta solo un costo». Chiude Christa Senfter del gruppo protezionisti ambientali di Sesto. «Mi chiedo chi abbia proposto questo intervento e come questo inciderà sulle sorgenti d’acqua. A livello politico, comunque, ci sentiamo lasciati soli». Il Circolo per l’ambiente di Sesto, intanto, ha inviato una lettera di fuoco al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in cui si chiede l’intervento di Roma. «L’unico valore nella nostra Provincia - si legge nel documento a firma di Hanspeter Stauder - sembra essere il denaro e Franz Senfter, re dello speck, ne è un perfetto alfiere con la stretta amicizia che lo lega al presidente Durnwalder». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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