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martedì 28 settembre 2010
Via Torino: «Mancano i parcheggi»
Alto Adige — 25 settembre 2010 pagina 20 sezione: CRONACA
BOLZANO. Portici, sempre Portici. Ogni volta che si parla di negozi e commercio il discorso cade sempre sul Centro. Ma la direttrice via Torino-piazza Matteotti-via Milano resta cuore pulsante del commercio di vicinato perchè il rettilineo che porta da Europa-Novacella a Don Bosco ne rappresenta, di fatto, l’assoluto, vivacissimo, cuore popolare. Ecco, quindi, che le proteste che si levano alte da dietro le casse che soffrono dimenticanza delle amministrazioni, poche manifestazioni, scarsità di incentivi, bassa considerazione, affitti alle stelle, spese difficilmente sostenibili e difficoltà ad imporsi fuori dai ristretti confini. Tirando le somme il problema di fondo sembra essere una scarsa valorizzazione dell’offerta che non richiama i turisti e che, rispetto alla vetrina del Centro, si sente sminuita. «Siamo l’ultima ruota del carro - è l’esordio senza mezzi termini di Alessandra e Stefano Zaninotto del bar “Cin Cin” - e bastano due esempi per spiegarlo. Il primo riguarda la festa in strada della scorsa settimana che, nonostante il diluvio, è stato impossibile spostare o replicare, il secondo è relativo agli addobbi natalizi che in Centro regalano mentre qui ti devi comprare. Noi, intanto, lavoriamo con residenti e lavoratori e diversifichiamo la nostra offerta per resistere al dilagare delle licenze». Presidio storico della strada è il bar “Bartolomei”, dove troviamo Roberto Fontana. «Sì, è vero, ci sentiamo dimenticati ed abbiamo anche spese elevate. Ci sono negozi che pagano 2.000 euro d’affitto, mentre noi scuciamo 1.300 euro solo di bolletta, quando solo 9 anni fa pagavamo poco più di un milione di lire. Il discorso del parcheggio è pesante per tutto il quartiere da quando è stato levato quello di piazza Matteotti. Un’ultima considerazione, invece, va fatta sulla follia di liberalizzare le licenze e deprofessionalizzare il nostro mestiere in modo così brusco». New entry nel rione è il negozio di abbigliamento per ragazzi “Legend”. «Siamo qui da troppo poco tempo per emettere delle sentenze - si schermisce Marilena Borsa - ma è chiaro che puntiamo più sul passaparola nelle scuole che non su un mercato forzatamente di vicinato. Negozi simili al nostro, infatti, ci sono solo in Centro e la specializzazione ci regala qualche vantaggio, spendibile anche nel caso arrivi un nuovo centro commerciale». Netta la posizione di Mariateresa Pollo del bar “Stella”: «Qui siamo in una zona morta, dove lavoriamo essenzialmente con i residenti, la maggior parte anziani. Il vero declino è cominciato con l’euro, però finché si riesce a far fronte a tutte le spese va bene così». Più articolata la riflessione di Nilla Maggio e Angelo Curia dell’abbigliamento “Aros”: «In qualsiasi città italiana le iniziative vengono fatte principalmente per valorizzare il Centro. Noi ci arrangiamo con quanto riusciamo a mettere in piedi. La vera anomalia nostrana, invece, è la questione delle zone colorate con relativa penuria dei posteggi blu. Non è possibile che intorno a via Portici ce ne siano migliaia e qui dobbiamo combattere per qualche decina. A malapena c’è lo spazio per il carico e scarico». Si allinea Nadia Brigo del “Tropical Cafè”: «Possiamo fare affidamento solo su Confesercenti perché dal Comune arrivano ben pochi aiuti. Per quanto riguarda la mia attività, invece, il segreto per sopravvivere bene è senza dubbio la specializzazione». Chi va controcorrente è Paola Masini di “Studio Espressione”. «Non mi lamenterei troppo dei parcheggi perché comunque la zona è ben servita dai mezzi pubblici». Per Lorenzo Cavallari di “Casa Shop” «qui ci sono molti anziani e gente che non può permettersi di spendere tanto ma noi lavorando con gli sposi, riusciamo a trovare la nostra strada». - Alan Conti
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