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sabato 11 settembre 2010

Ponte Adige: il traffico ci soffoca


Alto Adige — 09 settembre 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. L’origine dei problemi di chi abita a Ponte Adige è una sola: l’automobile. Traffico, necessità di spostarsi sempre con la macchina per qualsiasi bisogno e un passaggio a livello con tempi d’attesa biblici infastidiscono gli abitanti di questa piccola porzione di Bolzano che si può tranquillamente definire un paese dentro la città, sospeso tra la via urbana e quella rurale. «E’ vero, è così - racconta Michael Berger - perché possiamo definirci a mezza via tra Frangarto o Appiano e Bolzano. Addirittura per venire in Centro dobbiamo prendere il treno», scherza alludendo alla piccola stazione del rione. I problemi, però, sono più simili a quelli della città che non alle criticità della campagna. «Ogni settimana contiamo 2 o 3 furti all’interno delle macchine. Vengono qua, nelle zone più buie e nei parcheggi più interni per aprire le vetture e portare via quanto c’è dentro. A me hanno sottratto una macchina fotografica e un cellulare, ma a preoccupare è la frequenza di questi episodi». Werner Berger sposta l’attenzione sul passaggio a livello lungo la Statale che permette il transito del treno. «Sono mesi che chiediamo un controllo. Abbiamo calcolato che durante un normale giorno feriale siamo costretti a subire 46 discese della sbarra per un totale di quasi 10 ore di chiusura: una follia che blocca sistematicamente il traffico su questa direttrice». Code interminabili, specialmente nella stagione turistica, che portano rumore e inquinamento. Altro problema: la mancanza di negozi e servizi per le famiglie che abitano nella zona. Paul Hafner scuote la testa. «E’ verissimo che abbiamo problemi di raggiungibilità e di accesso ai servizi e ai negozi. Per qualsiasi necessità, anche la più piccola, è obbligatorio mettersi al volante. Soprattutto per gli anziani questo può essere un grosso limite e una scomodità preoccupante. Ci avevano illusi con il MeBo Center, che andrebbe riaperto all’istante, e invece la politica preferisce farne una cattedrale nel deserto per non toccare gli interessi delle lobby cittadine». Ulli Lintner, invece, propone una problematica tipica del mondo contadino. «I ragazzi prendono le macchine e vengono a danneggiare i meleti. Non si curano delle piante e sporcano. Addirittura qualcuno prende il CityBus per venire qui e dare libero sfogo ai vandalismi, tanto qui nessuno viene a controllare». Waltraud Rathiens avanza una proposta: «Il rumore è insopportabile. E’ stato calcolato, tra ferrovia, statale e autobus che siamo una delle zone con più inquinamento acustico dell’intero territorio. Chiediamo all’amministrazione, se fosse possibile, di montare delle barriere antirumore che possano proteggere anche la zona di via Bivio». Elisabeth Pircher, invece, gestisce il “Mendelhof”, bar e ristorante molto conosciuto. «Di giorno è piacevole lavorare con la gente di questo piccolo paesello. Alla sera, invece, abbiamo un’utenza allargata a tutta la città che ci permette di far conoscere Ponte Adige al resto dei bolzanini. E’ anche un modo per toglierci dall’isolamento». Non entusiasma la possibilità, paventata in passato, dell’edilizia abitativa delle cooperative nella zona. «Stiamo bene così, non servono altre case che intasino quest’area». Uno sguardo, infine, va anche dato alla stazione dei treni: piccola e raccolta. «E’ davvero carina - le parole di Susanna e Dieter Adolf che attendono sui binari assieme a Lorenzo e Gutrund Daloiso - e, in fin dei conti, funzionale per turisti e studenti. Non c’è mai molta gente, ma è piuttosto ovvio visto il limitato bacino d’utenza che serve. Il problema, però, è che spesso la troviamo sporca e non è certamente una bella cartolina per una struttura che di certo non è una stazione centrale. Controllarla meglio non dovrebbe essere un’impresa troppo ardua». - Alan Conti

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