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martedì 7 settembre 2010

Firmian, un rione spaccato in tre


Alto Adige — 05 settembre 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. Un quartiere spaccato in tre: situazione alquanto critica nella zona Ipes, meno preoccupante nei condomini vicini al supermercato Poli, decisamente più tranquilla verso il nuovo liceo Pascoli. Lo ha evidenziato la recente e movimentata riunione degli inquilini Ipes di via Mozart, che lamentano una situazione al limite dell’invivibile. Ora lo confermano i residenti di Firmian, tutti: ovunque vivano nel rione, la percezione di una triplice realtà è condivisa. Ma oltre al disappunto per la difficile integrazione con gli stranieri e la vita condominiale agitata nei complessi abitativi dell’Istituto provinciale edilizia sociale, a Firmian spunta, tangibile, anche la paura. Il rione, confermano i residenti, è spaccato in tre: da via Mozart al principio di via Puccini, in corrispondenza degli alloggi popolari la situazione è critica; in prossimità del “Poli” si trova la zona intermedia delle cooperative; nell’ultimo tratto, che sbocca poi sul liceo pedagogico “Pascoli”, le case di proprietà, dove la tranquillità sembra regnare sovrana. E’ proprio a ridosso dell’edilizia popolare, però, che c’è disponibilità a raccontare difficoltà e criticità, in particolare con gli extracomunitari, ma in pochissimi accettano di essere citati per nome. «C’è tanta paura per quelle che possono essere le reazioni», la giustificazione più comune. «Ci sono piccoli vandalismi notturni - spiega Julian Carini - come i danneggiamenti alle porte del garage, ma anche qualche furtarello. Per fortuna durante il giorno non abbiamo molti contatti con il rione». Una signora aggiunge: «La maleducazione regna sovrana ed è meglio stare ciascuno per conto proprio». Cosimo Damiano Morra, lungo via Mozart, racconta volentieri la situazione. «E’ facile dire che siamo razzisti quando in pochi sanno che ci sono anche vicini stranieri con cui abbiamo ottimi rapporti. Le critiche vanno fatte senza cadere nel paradosso opposto per cui se sono extracomunitari non si può dire nulla. L’Ipes dovrebbe intervenire e far rispettare le più elementari regole del vivere civile in condominio. Non è ammissibile che i bambini facciano rumore a qualsiasi ora, giorno e notte, così come non posso accettare che alcuni figli di immigrati tentino di vendere a mia figlia in cortile dei giocattoli rincarando sul prezzo in modo scandaloso per guadagnarci soldi. Si tratta di bimbi, è assurdo». Marco Baldin è venuto a trovare la sorella. «Non tutte le persone sono maleducate, ma capita, per esempio, di ritrovarsi il giardino pieno di immondizie e di ricevere piccoli dispetti». «I bambini degli stranieri sono spesso maleducati - racconta una signora - e sporcano per terra continuamente. Non si può dire nulla per non essere tacciati di razzismo. Se non sanno le regole mi chiedo perché l’Ipes consegni loro gli alloggi quando è pieno di famiglie, giovani e papà divorziati che terrebbero benissimo gli appartamenti. Il mio nome? Non posso, l’ultima volta che mi sono messa in vista mi hanno fatto la pipì dentro la macchina». Aloisio Maso abita qualche metro più in là «e già va molto meglio. I problemi sono davvero circoscritti alle case popolari, noi siamo tranquilli». Michele Pastorello e Sergio Battisti concordano con la suddivisione del quartiere: «Queste tre fasce esistono eccome e purtroppo verso via Mozart ci sono delle situazioni delicate. Da questa parte al massimo facciamo i conti con gli schiamazzi notturni, ma di là mi hanno raccontato di vomito dai balconi ed escrementi lasciati davanti alla porta di casa». Nicola inquadra, invece, la zona di via Deledda: «Con l’arrivo della scuola si intasa regolarmente il traffico, ma è l’unico vero problema». Margherita Mancini, Maria Giambò e Mario Giuseppe Giambò concordano: «Su questo lato del rione siamo molto più tranquilli. Diciamo che siamo fortunati». Il problema più pressante, semmai, è di carattere urbanistico: «C’è un edificio in via Puccini - spiega Roland Larcher del bar “Tom” - che è bloccato da mesi e sembra che la proprietà non abbia intenzione di mandarlo avanti. Ci sarebbero 300 appartamenti per i giovani o il ceto medio da finire nel giro di due anni, ma la politica si disinteressa completamente. Mi chiedo come mai troviamo disponibilità al confronto solo dalla stampa e mai che vengano a porci delle domande, per esempio, l’assessore Tommasini o l’assessore Pasquali». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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