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giovedì 30 settembre 2010
Le mamme: «Non toccate i giochi»
BOLZANO. A fine novembre scade la concessione provinciale. Sul Talvera chiuderà il trampolino e si fermerà il trenino. La famiglia Fergemberger, che li gestisce, chiede di capire come sia potuto accadere. Le mamme protestano ed hanno raccolto, in due giorni, 150 firme. Ma crescono le perplessità sui prezzi: «Troppi 2 euro per sette minuti di salti». Trenino e trampolino: per bambini e ragazzi, di ieri e di oggi, ai Prati del Talvera sono due le tappe obbligate. Difficile ricordarsi perfettamente l'età in cui ci si divertiva sul trenino, senz'altro più agevole riportare alla mente il divertimento di farsi rimbalzare, in faccia al fiume, dal telone elastico. Il passaggio da un'attrazione all'altra, se vogliamo, era anche il simbolo di un passaggio d'età. Ecco perché, a quasi 22 anni di distanza dall'arrivo della famiglia di giostrai Fergemberger, lascia l'amaro in bocca la possibilità che la concessione provinciale venga revocata per smantellare binari del trenino e stoppare il rimbalzare dei trampolini. I più indispettiti, logicamente, sono i bambini che palesano le proprie rimostranze alle mamme accorse in massa per firmare una petizione promossa dai gestori che già conta circa 150 adesioni in meno di due giorni. Ieri, intanto, è andato in scena l'incontro tra la famiglia di giostrai e il presidente Luis Durnwalder. Fernando Fergemberger ed il figlio Emilio dicono di essere stati ascoltati: «Il presidente si è riservato di capire meglio le motivazioni del mancato rinnovo della concessione. Noi, intanto, saremmo anche disposti a spostarci di qualche metro, ma non a chiudere perché questo lavoro è la nostra vita e in una famiglia con sette figli facciamo questo per sopravvivere. La verità è che il Comune vuole piazzarci solo giochi gratuiti». Dall'Ufficio provinciale dei bacini montani, intanto, la reazione è dura: «Chiariamo che qui non c'è nessuna revoca di concessione, ma un semplice mancato rinnovo a fine novembre». In sintesi cambia poco: le giostre lì non potranno più stare. «La zona passa al Comune che non può non sapere di questa decisione». Tra le famiglie, però, monta il malcontento. «Sarebbe un peccato - spiega Francesca Bullo -: queste giostre sono un simbolo delle passeggiate. I trampolini, inoltre, attiravano in questa zona ragazzi di tutte le età, levandoli non sarà più così». Giuseppe De Santis e Assunta Gravino arrivano da Vipiteno per accompagnare la nipote sul trenino: «E' una scelta che non riusciamo a capire. Se il discorso è legato al pagamento della giostra basta abituare i bambini a chiedere al massimo un paio di giri al giorno, non serve chiudere tutto». «Diciamocelo chiaramente - puntualizza Petra Priller - non è questa grande spesa. Certo, non è giusto se alcuni bambini volessero andare e non ne potessero avere la possibilità, però si tratta di casi limite. Alla fine temo si tratti solo di una questione politica». Idee chiare anche per Monica Barchetti e Maria Praxmahrer: «Sarebbe davvero un peccato perché verrebbe a mancare un simbolo di questa zona. Va detto, comunque, che i prezzi non sono tra i più abbordabili: due euro per sette minuti sono piuttosto cari. Potrebbero venirsi incontro abbassando la cifra». Sabina Rossi e Sonia Cassar, invece, ne discutono sedute sulla panchina. «Ci mancherebbe la struttura dopo tanti anni che siamo abituate a vederla e frequentarla. Sarebbe un problema, inoltre, convincere i figli più grandi a venire al parco». Emanuela Errico, infine, fa un discorso più ampio: «Un poco dispiace, ma prima di intervenire sul Talvera cercherei di riflettere su situazioni più problematiche come il parco Mignone o l'apertura dei giochi al parco in piazza Madonna». Il Talvera resta un paradiso.
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