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mercoledì 15 settembre 2010

Genitori e docenti: timore per i tagli


Alto Adige — 14 settembre 2010 pagina 14 sezione: CRONACA

BOLZANO. In Alto Adige ieri per 70.257 studenti è suonata la prima campanella dopo le vacanze estive, fra timori, incertezze e diffusa preoccupazione per la scarsità di risorse e la carenza di docenti. La campanella avvia il valzer di emozioni del primo giorno di scuola, particolarmente sentite da chi, genitori e figli, ha inaugurato la propria carriera scolastica o da chi si appresta ad affrontare il salto tra primaria e medie. Pelle d’oca e occhiaie, dunque, per chi ha passato la notte in attesa di questo momento: mamme, papà, nonne, insegnanti e, logicamente, studenti tradiscono e raccontano le emozioni. A sorpresa, quelli con l’occhio più lucido sono gli adulti. Dall’altra parte della cattedra, invece, ci sono i docenti che si apprestano a fare i conti con il calo delle risorse, fanno la conta degli insegnanti di sostegno e si incuriosiscono nello scoprire o ritrovare la propria classe. Giorno speciale, infine, per i bidelli o, secondo la meno amata definizione ufficiale, operatori scolastici. Alle porte della primaria “Don Bosco” e della media “Negri”, dunque, ci si mette poco a capire che non è un giorno come un altro di questo anno scolastico appena cominciato. «Speriamo - ride Eva Mercati con la bimba al primo giorno di primarie - che lei sia più brava di quanto non lo fossi io. Scherzi a parte, siamo molto emozionati». Giorgio Cappellupo tesse le prime lodi del sistema altoatesino «dove l’istruzione pubblica è ancora di elevata qualità». Chi è un’autentica specialista di debutti tra i banchi è Renata Baldessarini: «Oggi porto il nipote, ma dopo 3 figli sono abbastanza abituata a questo genere di sensazioni. Certo che è sempre bello vedere una storia che inizia». Lena Scuttari e Giada Beltramini, invece, inviano una richiesta in Sovrintendenza. «La continuità didattica è un fondamento importante. I nostri figli sono in terza e, tra tedesco e inglese, hanno già cambiato una moltitudine di insegnanti. Ecco perché il nostro semplice auspicio è che possano contare sulle stesse maestre dell’anno scorso in modo da non dover modificare metodo e preparazione». In palestra, intanto, Daniele Catania, docente del settore antropologico, sta organizzando l’accoglienza per i nuovi arrivati. «Riuniamo i bambini di prima in palestra, li facciamo giocare e i genitori rimangono con noi. Vogliamo un ingresso molto soft che possa rimanere, anche per loro, un ricordo da portarsi dietro per sempre. Per quanto riguarda il precariato degli insegnanti, invece, ormai sappiamo che dobbiamo fare i conti con il calo di risorse. E’ una difficoltà, anche sul sostegno, ma dobbiamo essere capaci di rendere al meglio comunque, ma è dura». La collega Elia Calidonna è visibilmente emozionata. «Prendo una prima e ogni volta, dopo diversi anni, ho le farfalle nello stomaco. Questa notte non ho chiuso occhio, ma sono sempre ottimista e convinta che quest’anno sarà splendido, così come la mia nuova classe». Raimondo e Viktorie Badolato accompagnano il nipotino. «Ci sembra di tornare indietro - sorridono - ma confrontando il nostro territorio con realtà straniere possiamo dire che contiamo su strutture e personale d’avanguardia». Halima Esakti accompagna la figlia Hibba e precisa: «Ogni tanto infastidisce sentir parlare sempre di stranieri. Non ha senso etichettare così anche chi è nato qui e non vorrei che i bimbi riflettessero questa mentalità». Ruslan e Alina Zubenko ribattono: «Basta non farci caso. Nostro figlio, comunque, è due settimane che ci tempesta di domande e richieste sul primo giorno di scuola». Spostandosi alla media “Negri” il tenore emotivo è grosso modo lo stesso; a cambiare è solo l’età degli studenti. «Spero - spiega Dario Zordan - che mio figlio Davide capisca in fretta che ora è finito il tempo di giocare e che il passaggio d’istituto segna pure una crescita umana». Lorena Godina accompagna le sue due gemelle. «C’è tanta emozione, anche perché alle primarie ci siamo trovati benissimo e spero possa continuare così. Ho molta fiducia nella scuola pubblica». L’accoglienza, intanto, è stata preparata da Antonella Gaiardoni che, insieme al personale di docenti e segreteria formato da Mariella Salamon e Renza Bertoni, racconta: «I ragazzi faranno delle attività per conoscersi e fare gruppo, con il sostengo di associazioni e centri giovanili. È un modo di vederli e capire eventuali forze e lacune. Sulla carta, le classi sono composte con il massimo equilibrio, poi molto dipende da come si amalgama il gruppo e come si conciliano i vari caratteri in aula. Ogni volta è una sfida affascinante». Soddisfatto anche il gruppo di custodi e bidelli: Maurilio Montibeller, Lorella Pedrotti, Lorenza Dalle Nogare e Gerardo Agatiello. «Siamo la coscienza di questi ragazzi perché capita spesso che i loro problemi vengano a raccontarli a noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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